30/09/09

12

Co-incidenze

Quando finalmente hai deciso di investire i tuoi soldi nell'abbonamento della palestra sotto casa, scopri che forse quella sagoma che è passata furtivamente dietro alla cyclette è la ex storica del tuo Omo.

Quella che sicuramente mi detesterà a morte a prescindere, magari anche convinta di essere stata tradita con me, magari anche persuasa che io sia stupida e troia. Siamo tutte convinte che le nuove donne dei nostri ex abbiano lo spessore intellettuale di una formica, dopotutto ci serve a rimpinguare la nostra fragile autostima. A me sono sembrate tutte delle rincoglionite le nuove donne dei miei ex, magari avrei pensato lo stesso anche se si fosse trattato di Rita Levi Montalcini.

Ora, o cambio palestra, o vado. Ho deciso di andare. Anche Omo si dovrebbe iscrivere, per fare altro, ovviamente, mica per sgambettare con me. Ora mi ha detto che se voglio cambiare palestra, lo capisce e che possiamo abbandonare la palestra in cui si aggira un sosia della sua ex che forse è la sua ex.

Dato che voglio essere karmica, ho decretato che io non cambierò palestra. E neanche lui. Del resto, perchè dovrei? Confido nella teoria dei sosia. O che la ex abbia un nuovo ragazzo e altre ex a cui pensare. Mi troverete sgozzata nello spogliatoio delle donne.


27/09/09

6

Pilates, yoga senz'anima

Dopo aver trascorso una settimana a mirare e rimirare il tesserino di prova gratuita della palestra sotto casa, essermi riproposta ogni giorno di andare e ogni giorno trovare banali scuse per rimandare, finalmente prendo coraggio. Ma non troppo, infatti opto per la prova del corso di Pilates, che ad occhio e croce, mi sembra quello meno faticoso, visto che tutti gli altri hanno nomi decisamente minacciosi, tipo total body ( non ti risparmiano neanche un muscolo), body work (lavoro lavoro lavoro), e fit boxe (devo prima decidere quale foto attaccare sul sacco da prendere a pugni).

Scopro che il pilates è meno trendy di quel che temevo, perlomeno a Roma Nord. Vengo risparmiata dalle wannabe bonazze bionde con matita spessa 10 cm sugli occhi e rossetto rosso e mi ritrovo davanti a un gruppo di donne "normali", che appunto stanno andando in palestra a sudare e non ai provini del Grande Fardello.

Scopro anche che il Pilates è meno soft di quel che pensassi. I primi 10 minuti faccio la superiore, dopo 20 minuti il mio fiato inizia a mancare, dopo 30 minuti mi tremano le braccia, braccia che gli unici pesi che reggono di solito sono le buste della spesa, dopo 45 minuti dimentico di avere delle gambe e 10 minuti prima della fine penso di svenire. Per fortuna, guardo l'orologio a quel punto e mi lancio nello sforzo finale.

Torno a casa, stranamente non indolenzita, stranamente senza dolori muscolari. Faccio la disinvolta, salvo poi ritrovarmi il giorno dopo con dolori lancinanti a spalle e braccia. Che, cosa inquietante, aumentano progressivamente invece che diminuire. Mi ritrovo all'alba della settimana dopo, ancora con la sensazione di essere stata picchiata a sangue sulla schiena da un gruppo di camorristi. Invece è solo Pilates.

Mai imitare Madonna e amiche.


25/09/09

2

Anno zero

Al cospetto di Belpietro, perfino Bocchino risulta simpatico. Credo di aver detto tutto a riguardo.


21/09/09

4

God save the women!

La festa di compleanno del padre del tuo Omo ti aveva messo un po' di nervosismo, ma avevi confidato di disperderti nella folla, attaccarti al bicchiere di vino e annegare nei tramezzini, sperando di risultare così trasparente per amici e parenti di genitori di suddetto Omo.

Non avevi però calcolato, che al tuo ingresso, mentre ti saresti presentata agli zii, il festeggiato padre del tuo omo (omo che insensibilmente era sparito con una fetta di salame sul dondolo) avrebbe approfittato della tua bocca impegnata nel mandare giù salamino nonchè della tua posizione seduta difficile alla fuga per sganciarti la domanda a tradimento del secolo. In mezzo ai parenti. "Quand'è che fate un bambino?"

La tua risposta è stata tossire dallo chock, strozzarti col salamino, strabuzzare gli occhi, assumere un'espressione terrorizzata, renderti conto di aver esagerato e poi proclamare la diplomatica frase "quando ce lo potremo permettere". Al che, lui, non pago della risposta, incalzerà asserendo che aspettare di potersi permettere un figlio vorrà dire non farlo mai, mentre tu, che intanto sogni la tua influenza suina che ti avrebbe costretto a stare a casa e a non presenziare all'evento, rispondi "allora lo faremo quando ce lo potremo permettere più di ora".

Il tuo omo, ovviamente, è arrivato dopo questo profondo trauma, quando ormai era troppo tardi.
Successivamente ho poi puntualizzato con me stessa, che la mia risposta era comunque inesatta: se oggi me lo potessi permettere, un figlio non è la prima cosa che farei. Non con impellenza, non ora. Non qui. Tralasciando il fatto che per me due persone che fanno un figlio hanno già un progetto di vita insieme per cui dovrebbero avere già deciso di convolare a nozze etc tralasciando tuta questa catena di eventi, la domanda mi ha illuminato sulla mia lontananza dal'obiettivo figlio, mancando tutta una serie di gradini intermedi, che non si ha particolare fretta di scalare.

E comunque, abbiamo già detto, che se anche oggi me lo potessi permettere, certo non lancerei pillole e preservativi in aria per generare prole. Farei altro.

Tipo uscirei dal monolocale, tanto per dirne una.
Ho un anno per crearmi un alibi alla prossima festa, quando, probabilmente mi verrà posta la stessa domanda.

God save the women!


18/09/09

5

Clothes

Giunge il periodo dell'anno in cui non so più come vestirmi. Gonne con scarpe aperte, troppo estivo. Gonne con scarpe invernali, senza calze? Mi suona strano. Con le calze? Ridicolo, è metà settembre. Allora indosso pantaloni. Di cotone? Troppo da aperitivo sulla spiaggia. Gli altri sono troppo pesanti, mi faccio la sauna.

Jeans, ecco. I jeans continuano a salvarmi. Con maniche corte più giacchino.

Sono 10 giorni che indosso jeans. Quando cacchio arriva l'autunno? Se proprio non può tornare l'estate, si intende.


16/09/09

3

Che belle le banche

Quando dico che ho lasciato aperto il mio conto in banca in Irlanda, paio una riccona, di quelle che si aprono i conti all'estero per depositare le grosse somme guadagnate . Invece no, io ho lasciato aperto il conto perchè dovevo ricevere gli ultimi accrediti. E anche perchè speravo di venire miracolata, magari qualcuno scriveva male il numero di un conto e mi accreditavano inavvertitamente valanghe di soldi. Stranamente non è successo.

L'ho lasciato aperto fino ad oggi perchè non c'è santo da invocare per chiudere questo maledetto conto da qui: non posso delegare nessuno, neanche firmare con il sangue un foglio in cui giuro che sono proprio io e non un mio clone, nè fare un video in cui appaio io che dico chiudetemi il conto! No, devo ritornare lì, nella mia filiale a Cork City, recarmi in 3d e sancire l'abbandono.

Finora ho sempre rimandato, non avevo particolare voglia di ritornare lì: bisogna essere pronti per incontrare se stessi in una vita precedente, passare davanti alla vecchia casa, nella vecchia azienda, davanti alla tua ex banca. Rivederti passeggiare avvolta nel cappotto e nella sciarpa, ancora circondata dall'entusiasmo irrazionale per il "nuovo mondo." Ci vuole del tempo, altrimenti si rischia di arrivare lì e scoppiare a piangere. O perlomeno, questo è un rischio che corro io.

Intanto, visto che vivo nel mondo delle bambole rincoglionite, ho continuato ad usare la mia carta di credito per tutti i casi eccezionali, ovvero pagamenti su internet, che tanto eccezionali in effetti non sono stati. Con quella fiducia cieca nel mondo elettronico, che tanto se mi accetta la carta, io ho ancora dei soldi. Semplice.

Invece no. Mi sono state inviate in massa lettere della banca d'oltralpe cariche di minacce. Neanche una parolina dolce, un cenno di solidarietà. Mi dicono che ho lasciato uno scoperto e che se non rispondo mi fanno tutte le azioni legali del mondo e mi mettono nella lista nere delle banche. Uh. Vi immaginate, c'è una black list mondiale delle banche, mi cacceranno tutte, nessuno accetterà più di avermi e dovrò mettermi i soldi sotto il materasso e riscuotere i soldi in contanti! Ritornerò all' epoca del baratto, wow.

Questo per dire che ho fatto un bellissimo versamento internazionale per trasferire i soldi sul famoso conto estero segreto e ora sono più povera di prima. L'avevo detto che a Settembre si dicono un sacco di cazzate. Ora devo rimandare tutti i miei progetti.

Se bevo alla goccia tutte le bottiglie di Nestlè Fitness posso evitare di andare in palestra o non vale?


14/09/09

4

Giga iper mega super

Il motivo per cui cerco di non andare a fare la spesa in supermercati immensi tipo Auchan è perchè so che quelli sono luoghi di perdizione: varchi la soglia innocentemente con il tuo carrello e dopo un secondo vieni risucchiata dal vortice compulsivo dell'acquisto. Perdi il tuo partner tra una corsia e l'altra, vi incrociate ad intervalli regolari perchè tu ti svuoti le mani e butti nel carrello mentre lui fa lo stesso. La razionalità va a farsi fottere davanti a tutti quei cartelli colorati.

In quei posti immensi il carrello sembra sempre vuoto, finchè non arrivi alla cassa. Parti ottimista chiedendo 4 buste e poi ogni 3 minuti continui a chiedere alla cassiera " mi può dare un'altra busta?". Soltanto quando il carrello gronda di buste, vi guardate in faccia e con aria contrita, esclamate "abbiamo esagerato"! Tornate a casa, gonfiate il frigo e la credenza fino all'esplosione e decretate che non tornerete in questi giga-supermercati per almeno tre mesi.

Anche perchè è difficile decidere cosa mangiare quando qualsiasi cassetto si apra, c'è roba che vi cade addosso. Io, personalmente, mi sento inquieta, le cose che mi fissano dagli scaffali tutte ammucchiate e in bilico mi fanno paura. Mi ricordano che sono una consumista del cazzo. E neanche i dispenser ecologici da cui prelevi la roba in bustine ti mettono la coscienza a posto. Perchè poi in fondo in fondo aprire il frigo e guardarlo esplodere dà una soddisfazione inconscia inspiegabile. Ti suggerisce che non morirai di fame.

Infine, la cosa peggiore di questi mega iper giga super mercati è che non hai ancora capito come si fa a uscire senza ritrovarsi sul raccordo. Sei ancora indecisa: o gli ingegneri/architetti che hanno progettato la segnaletica del parcheggio sono dei poveri coglioni o tu sei un'idiota. Oppure, cosa da non escludere, le ipotesi sono entrambe vere.

Fatto sta che ti ritrovi ogni volta a costeggiare la corsia dell'uscita che vorresti prendere tu. Dalla strada giusta ti separa solo uno stronzo muretto di cemento che guardi melanconica mentre imbocchi la solita strada che ti farà fare il solito giro inutile per tornare a casa.

Basta, ho chiuso con i posti giganti. Ridatemi l'alimentari sotto casa.


10/09/09

10

Settembre

Settembre è un bel mese perchè puoi reinventare la tua vita invernale con mille progetti che l'anno prima, tra una cosa e l'altra, non hai realizzato. Quest'anno ti iscriverai in piscina, riprenderai a fare yoga, frequenterai quel corso di degustazione vini, mangerai tanta frutta, farai solo cerette e non ti lascerai sfuggire quelle mostre e spettacoli teatrali di cui hai ancora il rimpianto.

Metterai i soldi da parte e contemporaneamente andrai a new york e in nord-europa. Non comprerai cose che poi non indosserai e farai tornare il colore originale dei tuoi capelli senza cedere a sfumature che ti resteranno poi sul groppone per tutto l'anno.

Settembre è un bel mese sostanzialmente perchè ci si racconta un sacco di cazzate.


08/09/09

3

Things you can't forget

Parto per 4 giorni in un viaggio che non dimenticherò e che forse, se un giorno sarò mamma, racconterò ai miei figli. Siamo in 4, io e le mie tre amiche della gioventù, quelle che ti porti dietro da quando hai 13 anni, con cui ti ritrovi ad avere il ciclo, quelle che assistono alla crescita delle tue tette, al tuo primo bacio, al tuo primo ragazzo, al tuo primo amore infranto.

Poi mettici 15 anni in mezzo, città diverse in cui vivere, amori che cambiano, studi e lavori che si sovrappongono e loro sono ancora lì. Incontri di vite separate soltanto dalle distanze e dai corsi e ricorsi della vita, ma che si ritrovano appesi alla cornetta di un telefono, davanti ad una birra estiva o nel caldo natalizio di una caffetteria.

E mentre il tempo passa, un matrimonio, una convivenza e poi un'altra ancora e poi in un pomeriggio di luglio una mail: facciamo un viaggio insieme, quel viaggio che progettiamo ogni volta che ci rivediamo e che poi sfuma nella lista delle cose irrealizzate.

Il viaggio diventa realtà, i voli si prenotano da diverse città e quste quattro donne si incontrano nella swinging London, quella città che in qualche modo ci rispecchia, perchè riesce a far vivere in armonia così tante differenze. I contrasti sono il fascino vivo di questa città e noi forse facciamo lo stesso effetto.

Il b&b è una camera quadrupla e ci sentiamo presto quattro adolescenti in gita, che sparano cazzate prima di addormentarsi e al mattino si ritrovano al tavolo ad abbuffarsi di toast burro e marmellata progettando il tour della giornata. Tra una street e l'altra di Londra, le nostre vite si rintrecciano come se non si fossero mai separate e i racconti del presente si mescolano dolcemente ai ricordi del passato.

Ci ritroviamo l'ultima sera a cenare in un ristorante indiano con calici di vino rosso e a renderci conto che il tempo è volato troppo in fretta, fantastichiamo sui nostri ipotetici futuri, pensando che magari tra 10 anni saremo a bissare questo viaggio oltreoceano. "Magari tra 10 anni saremo ricche!"

Probabilmente questo viaggio sarà l'unico, oppure ce ne saranno altri, più di quanti pensiamo, ma quello che conta di più è sapere, ancora per una volta, che certe persone, una volta entrate nella vita, non ne usciranno più. Che loro saranno lì, nella distanza, a vederti crescere, e tu farai lo stesso con loro.

Ti vengono un po' di lacrimuccie a pensare a com'eravate quando vi siete conosciute, tra i primi trucchi, i sogni ingenui e una visione del mondo che non credi sia possibile replicare ora. Ora che non ci sono più principi azzurri ma uomini pieni di difetti da amare e i lavori da sogno hanno lasciato il posto a lavori che danno soddisfazioni finchè lasciano tempo per vivere.

Ora vedi quattro donne, vere, che i sogni nel cassetto ce li hanno ancora ma faticano ogni giorno per non perderli e a sentire che a faticare non sei sola, capisci che è la vita, che tutte ve la immaginate diversa e che nonostante ciò, siete sorridenti, serene e fiduciose. A ripensarci bene, è quasi un miracolo.

Pensi che in fondo non avete mai smesso di sognare e speri che al prossimo viaggio vi ritroverete ancora così. Perchè tu lo sai, in fondo in fondo, che voi vi ritroverete.


02/09/09

3

Dr House

Decidi di fare il gentleman e aiutare una signora grondante di sudore che non riesce a far partire il motorino. Non ci riesci neanche tu, ma in compenso torni a casa saltellando su un piede e avvinghiato ad un bastone. Sembri il Dottor House de noantri.

Ti muovi per casa sulla sedia girevole con le rotelle con questa gamba per aria e questo piede gigante fasciato. Peccato che viviamo in un monolocale e distruggi tutto quello che trovi davanti. Per cui alla fine non ti muovi più, con le inevitabili conseguenze su di me.

Cara signora il cui motorino non si avviava, perchè non viene un po' qua a farsi il culo?