26/07/10

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Questo (fottuto!) momento...

Qualsiasi cosa scrivessi in questo momento, poi lo so che me ne pentirei e che farei danni. Mi sembra che ce ne siano già abbastanza, di pezze da mettere alla mia vita.Mi metto questo appunto qui, così mi ricordo del momento in cui mi sarei voluta sfogare sul mio blog, ma non ho voluto. Del momento in cui sto zitta perchè le parole mi sfuggono dal fegato e prendono suoni che non voglio pronunciare. Del momento in cui mi ricorderò di questo momento senza farmi scoppiare la milza.

Il trucco che ho io per sopravvivere alla vita è questo: cerco di pensare che un giorno mi ricorderò di questo momento (dove per questo momento intendiamo un momento x di merda), con pace, nostalgia, rassegnazione, saggezza, con qualsiasi cosa che si allontani il piu possibile dall'impennata di sangue nel cervello.Il problema è che non sai mai quando arriverà quel cazzo di momento, ma sai che un giorno arriverà. Cioè, uno deve avere fede nel tempo, il tempo è quella cosa diabolica che rovina tutto e poi aggiusta tutto, ciclicamente. Se tu collabori, lui ti aiuta. Se vuoi risolvere tutto in fretta, quello si incazza e ti fa il dispetto.

La fede nel tempo viene spesso confusa con a) indifferenza b) insensibilità c) menefreghismo. Invece è soltanto fede nel tempo. Capita.

Segniamo, segniamo, un giorno verremo a rileggere e ricorderemo con il sorriso sulle labbra il giorno in cui sei passata da essere a una aspirante compagna di vita con una casa da comprare e arredare a una profuga senza tetto che fa saltare bombe ad orologeria con la grazia di un ippopotamo. No, ma per fortuna siamo alle porte dei 29, che se i 30 mi accoglievano così, mi pareva un attimo di cattivo auspicio.

Qui si barcolla, ma non si crolla.


23/07/10

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Cose che potrebbero far star meglio

Andare a comprare le sigarette e incontrare Chris Martin per strada. Lui, ovviamente, si innamorerebbe a prima vista di me, si avvicinerebbe, mi canterebbe una sua canzone, una qualunque, nell'orecchio e poi spariremmo insieme su una mongolfiera che era già pronta lì, apposta per me.

Mi dispiace, Gwyneth, capita.
Fattene una ragione anche tu.


22/07/10

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Cose che si perdono

E, come se non bastasse, continui a perdere cose che sei convinta di avere. Guardi una foto dell'anno scorso e lo vedi. Un'illuminazione. Il vestito fantastico di Ethic che avevi preso con i saldi, che hai adorato e amato oltremodo... quel vestito lì, che cazzo di fine ha fatto?
Messo a soqquadro tutto, guardato ovunque, non c'è.

Ho perso il mio vestito preferito.
Sono un disastro.
Da certi traumi non ci si riprende più.


19/07/10

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Stronza è la vita più delle zanzare

Ti innamori, è una favola, voli dall'altra parte del mondo, pensi che la tua vita sia cambiata in un modo stupendo. Dopo 5 mesi vai a viverci insieme, cambi nazione con lui, ritorni, passi serate a ridere e bere vino, e ceni e sei felice. E ti senti una persona bella, e anche se poi non bellissima, migliore di come potresti essere. O di come eri.

Passano i giorni, la vita vi travolge, lo spazio è poco, il lavoro ti stressa, non hai voglia di fare niente, io mi sento tradita, io non vedo più i miliardi di cose belle che vedevo prima, mi sento infognata in una situazione statica, prevedibile. Ho perso le emozioni, resto muta, spero che Cristo scenda dalla croce e venga a ridarmele. Dicendomi ei, le avevi perse per strada, erano qui. 


Invece, niente. Mi anestetizzo, ti anestetizzi. Avrei bisogno di una persona che mi prende di petto, che si incazza con me, che alza la voce, magari è una persona pessima questa, ma forse è quello che serve a me per scuotermi. Tu sei accondiscendente fino alla fine, tu mi dici si anche quando vuoi dirmi no, tu non reagisci, io mi sento imprigionata in una realtà completamente diversa da quella che credevo di aver scelto.

Tu con me non ridi più. Io, neanche.
Poi ci sediamo fuori, ci guardiamo negli occhi e non ci possiamo più nascondere. Non posso fare un mutuo trentennale con una persona con cui non so come starò tra un mese. Dopo un giorno, capisco che non posso stare neanche in un monolocale con una persona con cui non so se starò domani. Finiremo per l'odiarci, ritrovarci sempre intorno ora che non vogliamo. E poi è casa tua, non c'è una casa nostra, sono io che devo andare. Tu non avresti manco mai il coraggio di dirmi che vuoi che me ne vada.

Dicono che le crisi sono fisiologiche, forse le crisi sono altre, sono tradirsi, prendersi a piatti in faccia, sbattere porte. Questa è una morte lenta e silenziosa.

E la vita è questa, la felicità che ti regala, prima o poi, la paghi sempre a caro prezzo. E piangi piangi, le lacrime si asciugheranno, la delusione un giorno passerà e quello che succede è vita. E più vai avanti e più pensi che sognare l'amore eterno è una grandissima cazzata. Fare progetti, avere piantine e planimetrie per casa, conto in banca in comune, cose comprate insieme.

Poi mi guardo intorno e so che se esco di qui, con me muore un altro sogno. Un sogno grande, in cui  ho creduto tanto. Si frantuma a pezzi sul parquet.

Se ci riuscite ad averne altri di sogni poi,  ditemi come si fa.


15/07/10

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Vorrei

Vorrei tanto poter continuare a credere in un Dio che fa investire e morire sul colpo un ragazzo sempre sorridente, che dà e poi toglie bimbi di 10 mesi, che dà sofferenza a persone che hanno la sola colpa di essere troppo sensibili. Vorrei ritrovare un barlume di fede in me, una qualsiasi fede, per dare un senso a tante cose. Per ritornare a credere che Dio vede e provvede. Non so più se Dio vede, ma non credo che provveda. Non in un modo che mi resti comprensibile.

Ciao, sono in crisi spirituale ed esistenziale globale. A parte questo, va tutto a gonfie vele.


06/07/10

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Ikilled Iphone

Il mio Iphone è affogato mesi fa nella borsa di pelle di Mary Poppins in cui si era rovesciata una bottiglietta d'acqua naturale San Benedetto. Il tuo Iphone si è lanciato in volo dal taschino della camicia nel cesso aziendale. Morale della favola: bevete dalle fontanelle e compratevi un catetere.


01/07/10

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Pant pant

Passi settimane quasi a cazzeggiare e hai l'ardire di lamentarti perchè non stai facendo nulla e allora ti viene l'ansia che non stai facendo nulla mentre pensi che comunque dovresti goderti il dolce far nulla. E quando finalmente ci riesci, ti piombano addosso mille cose nuove insieme, che non puoi certo lamentarti perchè avevi appena finito di lamentarti perchè non lavoravi, solo che poi non ci capisci più una mazza, perchè in una settimana passi da fare quasi niente a fare forse troppo. E vorresti lamentarti ma non puoi perchè poi sai che ti arriva una pizza in faccia.

Del tipo che la mattina ti svegli, rispondi alla mail di uno, vai dall'altra parte della città a incontrare quell'altro, poi dopo due ore hai il corso per un nuovo progetto ancora più inculonia, poi si fa tardi, sei sempre più inculonia da casa, non sai quando arriverai ma sai che avrai una conference call appena rientri e allora prima di connetterti ti stappi una birra, glu glu, anima e coraggio.

Intanto ci sono 33 gradi, un'umidità memorabile, in motorino nessun miglioramento se non la sensazione di avere un mega phon gigante che ti insegue, permanenza in stanze sprovviste di aria condizionata, piani alti da cui si vedono un sacco di basiliche di Roma, caffè che vanno, vacanze che probabilmente non verranno e tanti punti di domanda galleggianti davanti a me. Galleggiano felici, però.

E mentre tu sei nella città di Giuletta e Romeo, io mi riscaldo le lasagne pronte che avevamo comprato per te, perchè oggi non ce la faccio neanche ad aprire il frigo e mi approprio del tuo cibo spazzatura, che lo so già che tornerai e mi accuserai di snobbare la roba pronta e poi di farmela fuori quando non ci sei. Perchè nessuno mi cucina le verdure mentre non ci sono? Questa è la vera tragedia, uscire vivi da una giornata con un tramezzino di merda nello stomaco, che quando troverò un benedetto bar che li fa senza spargere maionese ovunque, allora sì che potrò camminare senza nausee da uovo impazzito.

Au revoir.