21/08/12
Never forget
- le mille paranoie che accompagnano il viaggio verso casa con mia sorella, con il mio abito da sposa, il tuo abito da sposo e le fedi: che qualcuno mi tamponi e che io mi presenti all'altare con il collare, che un meteorite si abbatta su di noi, che qualcuno mi apra la macchina e mi rubi il vestito etc etc...
- quando ho aperto la porta di casa e ho scaricato il vestito a mia madre e lei lo ha appeso alla finestra della stanza da letto e aveva degli occhi che luccicavano e anche i miei luccicavano e allora con una scusa sono andata in cucina
- quando sei arrivato anche tu e siamo andati dal frate che ci ha fatto leggere ad alta voce "Io, xxx, prendo te, yyy..." e non è che ci siamo riusciti tanto bene perché ci tremava la voce e mancava il fiato
- la sera prima del grande giorno con gli amici venuti da fuori, ero stanchissima, incredula, ti guardavo mentre bevevo una birra e non riuscivo a percepire lucidamente che solo qualche ora dopo mi avresti messo una fede sul dito e saresti diventato mio marito
- la notte prima, un caldo cane, rigirarsi sul letto, alzarsi dal letto, bere acqua e mandarti un sms, risponderti ancora e poi ancora. crollare che è tardi tardi e che tra qualche ora suona la sveglia
- la sveglia che suona, io che mi alzo come un robot e continuo a ripetermi "oggi ci sposiamo oggi ci sposiamo oggi ci sposiamo" e tutti si svegliano e c'è un'adrenalina nell'aria che io non so come riesco a stare buona seduta mentre mi acconciano e mi truccano
- il momento in cui sono pronta e mio padre mi accompagna giù per le scale, il viaggio per arrivare al santuario, il cuore che batte, la voglia di piangere, di urlare, di ridere
- il momento in cui mio padre mi prende a braccetto e stiamo per entrare e quel pugno allo stomaco che sento alla prima nota della marcia nuziale
- quandoci chiniamo per sciogliere la corda all'ingresso e gli occhi di mio padre diventano rosso fuoco
- tu che mi aspetti all'altare con quegli occhi che dicono tutto e io che percorro quel corridoio che mi sembra eterno ma che al tempo stesso è finito dopo tre passi e penso che sto sognando
- il momento in cui ho baciato l'anello e te l'ho messo al dito, il momento in cui hai dimenticato di baciare l'anello e me l'hai messo al dito
- quando stavamo per uscire ed ero terrorizzata dai coni di riso e ho pensato che era il giorno più bello della mia vita e te l'ho detto e tu mi hai detto che lo era anche per te
- i 40 gradi che hanno accompagnato tutta la meravigliosa giornata e il pranzo - cena, dimenandoci tra ostriche, spiedini, orecchiette, spigola e maialino con una disinvoltura invidiabile
- quando dovevo fare pipì e ho dovuto chiedere aiuto a mia madre con il vestito e il bagno era strettissimo e stavo per svenire
- quando ci hanno chiamato per tagliare la torta e ho pensato omioddio siamo già alla torta, sta finendo la giornata
- quando ho salutato tutti e siamo rimasti in pochi seduti a bere limoncello o forse prosecco, mi sono tolta le scarpe, ho allungato i piedi sulla sedia e ho iniziato a piangere di gioia e di tutte le emozioni faticosamente trattenute
- quando sono andati via anche gli ultimi e siamo rimasti da soli e dal mio vestito sono uscite le piantagioni di riso di tutta l'Asia
- quando ho guardato il vestito poggiato sulla sedia e ho provato una fitta di nostalgia al pensiero di averlo già tolto
- quando era già il giorno dopo ed eravamo marito e moglie e abbiamo fatto colazione fuori in mezzo al verde e ho pianto di nuovo di quella gioia scema e primordiale che un po' ti vergogni a provare
- quando abbiamo pranzato dai miei prima di ripartire e poi ci si siamo rimessi in viaggio verso Roma, che guardavo dal finestrino e c'avevo paura di tutta questa felicità.
12/06/12
Dei punti luce
Con estremo realismo, dato che siamo agli sgoccioli, mi sembra chiaro che del viaggio di nozze parleremo al rientro, quando avremo già la fede al dito e guarderemo esterrefatti e contriti le foto pensando ma è già finito?
L'unica cosa che mi sento di dire a riguardo è che abbiamo un debito con l'agenzia e se tutti, come d'abitudine, faranno il regalo qualche giorno prima, noi intanto ci saremo già venduti un rene per il panico. Non avevo mai pensato a questo aspetto inquietante, ora che lo vivo da protagonista, scopro l'utilità sociale della nonna o dell'amico iperansioso che fanno capolino in tempi non sospetti per darti la speranza di conservare il secondo rene.
Il vero dilemma in corso, non ancora sciolto, è quello degli orecchini/collana, che ho deciso di risolvere arrendendomi all'evidenza che non ne uscirò fuori se non il giorno prima, inspirando e espirando lentamente.
Per farla breve: volevo un punto luce. Mi ritrovo con un gesto emozionante della suocera che mi regala gli orecchini di famiglia antichissimi (raccontandomi tutta la bellissima storia e concludendo con non sentirti obbligata a metterli il giorno del matrimonio) e mia madre che è tutta contenta di regalarmi orecchini e collanina di perle.
Ripeto: volevo un punto luce. Ora mi ritrovo con un dilemma esistenziale che non riesco a sciogliere perchè gli orecchini di famiglia sono anche belli ma non c'entrano veramente un fico secco con il mio vestito e non troverei mai una collanina da abbinare e e le perle mi sembrano troppo da signora, anche se non stanno male sul vestito.
Queste le opzioni che sto valutando: non indosso niente di tutto ciò e compro un punto luce, indosso gli orecchini della suocera e spiego a mia mamma, indosso le perle e spiego a mia suocera, indosso a rotazione tutto durante la giornata, non indosso niente, mi faccio due piercing tra le sopracciglia e indosso tutto contemporaneamente.
Poi ci sarebbe da dire che, dopo aver collezionato per mesi documenti, quando mi reco al vicariato di Roma per la (penso io) formalità del nullaosta, il signore con il cappellino nero in testa mi dice che alcune risposte dello sposo non vanno bene, sono in contraddizione con il concetto dell'indissolubilità del matrimonio e che vuole vedere LUI.
Mentre sto chiaramente trattenendo un pianto isterico, le 24 ore che ci portano al nuovo appuntamento passano con apparente tranquillità di Omo che invece che dare le craniate al muro per aver risposto con troppa scioltezza, si fa la barba e si mette la camicia per darsi un tono. Il giorno successivo è arrivato, la rettifica è stata fatta e ora si può continuare allegramente il tour dei visti delle curie di mezza Italia. ( sono nata lì, ma ho la residenza là, però vivo qua, bello eh).
Per il resto, più o meno siamo a posto, a parte il fatto che ogni tanto se ci penso mi commuovo da sola per strada, mi vengono giù i lacrimoni e spero che sfogare ora servirà a non presentarmi con il rimmel sciolto sulle guance in una sposa modello Pierrot.
Meno di 20 giorni e non mi sembra vero.
Augh.
20/04/12
I preparativi (!)
Tipo che ho i primi 15 minuti liberi dopo 2 mesi.
Dunque....
Il vestito l'ho ordinato, aspetto che arrivi rifatto tale e quale ( e sottolineo tale e quale) e intanto do le craniate al muro pensando che no, non mi ero pesata subito prima, quindi potrei essere ingrassata e potrei non saperlo se non al momento fatidico della prima prova. Panico.
Dovrei comprare delle scarpe, o perlomeno iniziare a dare un'occhiata alle scarpe, ma ogni volta che ci provo mi incastrano in ufficio, diluvia, chi si offre di accompagnarmi mi dà buca due ore prima, ho mal di stomaco o Saturno rema contro. Mi dicono che alla prima prova dovrò avere già le scarpe, quindi vivo con terrore ogni squillo sul cellulare. Emochicazzoèaiuto!
Omo ha scelto il suo vestito, credo ci abbia messo al massimo mezz'ora, se si considera l'ingresso al negozio, i convenevoli e il pagamento in cassa. Però anche lui dovrà comprare le scarpe, il che non mi consola affatto, dato che ad occhio l'operazione gli porterà via circa 15 minuti. In compenso, non ha ancora deciso ufficialmente quali saranno i testimoni... vi ridico solo aiuto.
A Pasqua siamo stati invitati alla cena di degustazione degli sposi. Omo, prima di partire per Terronia, mi chiede più volte se secondo me deve portarsi il vestito. Io gli dico ma no figurati, mica è un matrimonio. Infatti, quando arriviamo lì sono tutti in giacca e cravatta e Omo mi sussurra parole indistinte di rimprovero e disperazione. Mentre entriamo con un certo senso di inadeguatezza (sua) nel locale, gli spiego che un consiglio è un consiglio e che chisenefrega se gli altri hanno tutti la cravatta, alla fine noi siamo i clienti e ci possiamo vestire come ci pare, dato che noi pagare loro (e manco poco).
Ovviamente, la cena di degustazione arriva dopo enne giorni di mia gastrite, colite e tutte le turbe digestive del mondo, cosa che mi manda in bestia da giorni prima e che mandandomi in bestia non fa altro che peggiorare la mia gastrite-colite. Comunque, onore alla scienza, mia sorella mi propina pasticche che ingurgito, per una volta, senza timore e affronto il tutto eroicamente. Durante il corso della serata la sottoscritta assaggerà tutti i vini serviti e ogni pietanza appoggiata sul tavolo, inclusa un'ostrica.
No dai, il crudo forse è meglio di no, non vorrei esagerare. (cerca tapinamente una spalla). Fai come ti senti, suggerisce l'Omo. Vabbè, dai, un'ostrichina.
Finiremo la serata alle 3 di notte senza aver scelto nessun piatto, inserendo voti a casaccio al cibo e ai vini con commenti e punti esclamativi ovunque, domandandoci perchè non siamo sommelier.
Nella prossima puntata, il viaggio di nozze.
28/02/12
Queste nozze s'hanno da organizzare
Si galleggia su un file excel degli invitati, creato e abbandonato, e la navigazione compulsiva del globo per la scelta della honeymoon. Siamo partiti dalla West Coast, visto San Francisco e i parchi della costa, poi abbiamo passato una settimana di mare nelle isole del pacifico e dell'atlantico. All'improvviso siamo arrivati in centro America, addentrandoci nel Messico, Guatemala e Belize. Ad un certo punto, non si sa come ci siamo trovati ribaltati dalla parte opposta del globo, in Malesia e nel Borneo.
Intanto, casa nostra sembra quella di Patrizio Roversi e Susi Blady. Disseminati in bagno, in camera e in cucina cataloghi e fogli scarabocchiati di mete probabili (e non) di tutti i continenti.
Vorrei che il capitolo viaggio di nozze non si chiudesse mai, anche perchè quello successivo sarà la scelta delle bomboniere. O meglio, di una bomboniera compatibile con noi e con la famigghia. Omo si è intelligentemente tirato fuori da queste inezie, non comprendendo la necessità dell'esistenza di una bomboniera e dunque di una convenzione sociale radicata nel territorio difficile da spiegare se non con un manuale di 500 pagine su "Il matrimonio nel Sud Italia".
Avevo fatta una lista super efficiente di cose da fare, ma non mi ricordo dove l'ho salvata, è sparita dal computer. Queste nozze s'hanno da organizzare.
04/01/12
La felicità
Aperitivi, abbacchio al forno con patate. Una cena sul terrazzo dei tuoi con il venticello di settembre che ci solletica il naso e mi sposta i capelli. Mi dici apriamo il Barolo, ti rispondo che il Barolo attendeva nella botte un'occasione, mi dici freghiamocene, altrimenti non lo apriremo mai. Sogghigno per la tua fiducia nel futuro.
I tuoi occhi di fronte, discorsi che non ho capito dove vanno a parare, ma poi ti vedo gli occhi lucidi e sento che sei nervoso, mi si ferma il cuore e penso che forse sta succedendo quello che penso.
Sta succedendo davvero che mi stai dicendo che insieme possiamo avere un grande futuro e sta succedendo davvero che a me già viene da piangere anche se non sono sicura di aver capito bene. Sta succedendo davvero che non riesci ad arrivare il punto e io non ti aiuto perchè ho smesso di respirare e non riesco ad avere un pensiero di senso compiuto.
Sta succedendo davvero che ti abbassi verso la pianta dietro la mia sedia e prendi qualcosa che nell'oscurità io percepisco come la cosa e sta succedendo davvero che me la metti davanti e che io mi continuo a chiedere se sta succedendo davvero che tu mi stai chiedendo di sposarti e io ti dico sì piangendo.
Che poi piangi tu e piangiamo tutti, e penso a come è cominciata e dove siamo arrivati, mentre quel momento è così carico di emozione, incredulità e sogno che ci metterò settimane anche solo per aver capito che sì, sta succedendo davvero, a noi.
Non fa rumore e ti ammutolisce, la felicità.