16/11/11

8

My gastro

Sono bloccata da qualche giorno da un'emozionante gastroenterite in cui il colpo di scena è passare dal digiuno al riso in bianco. Ti accorgi che stai meglio quando la stanza in cui passi la maggior parte del tuo tempo non è il bagno. Di solito la sequenza è bagno-letto-soggiorno. Il primo giorno in bagno, il secondo a letto, dormi per ore e anche se cercano di spostarti sul divano continui a dormire, per cui ti rimettono a letto. Poi arriva il giorno divano/scrivania, che è un traguardo raggiunto di non poco conto.

Ah, come vorrei mangiare qualcosa di buono. Ah, che voglia di caffè. Oh, che voglia di fresca birretta. Oh, e perchè non di una cioccolata calda? 3 giorni di privazioni e soffro, me tapina.

Invece, a pranzo mi prendo il rischio di un innocuo brodino che mi risale su per ore. 
Dici, uno si fa la malattia in pace. Invece salta su il panico delle faccende che hai lasciato in sospeso a lavoro e sbandando ti alzi per andare al computer e inviare email deliranti e prive di senso.

Facciamo che la cosa bella ve la dico a breve, che l'autonomia è finita.






19/10/11

1

Times are changing...

Mentre sono al volante, nel poco tempo che mi rimane dopo la mole quotidiana di progetti in ufficio, il ritorno a casa-spesa-telefonate- rapporti sociali-meccanico-bollette-cene-aperitivi... ecco, in quei momenti lì, io mi ricordo che c'ho un blog e che vorrei tornare a scriverci.

E allora penso che devo assolutamente aggiornare, poi però magari c'ho in mano l'Ipad e scrivere un post mi sembra piuttosto complicato, mentre passarmi in rassegna Groupon, Privalia e tutte le app che scarico compulsivamente mi sembra un'attività che calza a pennello con il mezzo che ho in mano.

Ripenso a McLuahn che diceva che il mezzo è il messaggio e constato che 1. c'aveva fottutamente ragione infatti ho acceso l'Imac per scrivere questo post  2. mi sembra passata una vita da quando leggevo certi libri all'università  3. vorrei tornare a leggere certi libri con una certa quantità di tempo a mia disposizione, ma quando ho una certa quantià di tempo a disposizione, poi finisce che non leggo certi libri e quindi non so se effettivamente quello che che voglio è quello che penso di volere  o piuttosto quello che voglio è quello che in realtà scelgo di fare.

Poco importa.

Ciò che conta è che poco più di un mese qualcosa è cambiato, qualcosa di grande, qualcosa di bello, qualcosa che io fino all'anno scorso dicevo ma io proprio no, figurati, tsè.
Vorrei scriverlo su questo blog e raccontare come mi sento, ma poi mi fermo e penso che no, qualcuno a cui vorrei dirlo di persona potrebbe leggere qui e allora vorrei prima raccontare le novità a chi legge questo blog perchè conosce me (e non viceversa).

Perchè no, non mi va più che questo sia il luogo delle anteprime. Quel tempo è finito.
Questo è il tempo delle riflessioni, dell'intimità e degli scorci rubati alla vita.


Qualche giorno fa mia nonna paterna ha compiuto 100 anni e due giorni dopo è morta.
Ho voluto salutarla per l'ultima volta, l'avevano vestita di nero e aveva un velo bianco che la copriva, le ho toccato le mani, quelle stesse mani che tremavano e che mi stringevano fortissimo quando andavo a salutarla, per un attimo mi è sembrato che si muovessero. Il pensiero che un minuto prima ci sia tutta la vita e un attimo dopo non ce ne sia più neanche un briciolo è qualcosa di cui non mi capacito.

Mentre la guardavo lì, stesa, immobile, mi è sembrata molto serena e ho pensato che bisognava essere contenti, che quella morte sarebbe da augurare a tutti, una lunghissima vita, nessuna malattia, nessun dolore, andar via in un secondo e assecondare l'ordine naturale delle cose, solo e semplicemente vecchiaia.

Eppure, guardandola, avrei voluto riportarla in vita e abbracciarla per l'ultima volta, invece era già freddissima e mi girava la testa e mi sentivo svenire, allora mi sono voltata per uscire, ho guardato mio padre, ho visto che era in lacrime anche se faceva finta di no e ho capito che l'amore di vita non si sazia mai.



04/09/11

2

Agosto

Il mio blog si è sputtanato da solo durante le ferie, snocciolando una serie di punti interrogativi invece delle immagini. Tra i propositi di settembre elenco anche quello di rimetterlo a posto. Mi sono portata a casa le chiavi di un agriturismo attaccate al portachiavi della macchina. Un altro buono proposito è quello di fare un pacchetto e rispedirlo al mittente, entro il 2012.

Questo agosto è stato intenso, irripetibile, memorabile, nel bene e nel male. E' iniziato con una nascita di una nipotina che sembra una bambolina e che a tenerla in braccia, piccola piccola, mi sentivo incapace e al tempo stesso adulta, responsabile. Tanto mare, tavolini, chiacchiere, cannucce colorate, abbuffate di pesce e voglia di casa, di chiacchiere in famiglia.

Dopo una nascita, una morte improvvisa. L'anno scorso su questo blog scrivevo un post sul matrimonio di mia cugina, snocciolando una serie di cazzate, neanche fossi depositaria delle grandi verità del mondo sull'amore. Quando esprimevo tutti i miei dubbi e le mie paure sul loro per sempre, mai mi sarei aspettata che quel sempre sarebbe durato 9 mesi. Mai mi sarei aspettata che mi toccasse così da vicino che anche poco più di 30 anni il giorno prima puoi esserci e quello dopo non ci sei più.

Mi è venuta a trovare l'angoscia per diverse notti, ho dormito poco e ho avuto tanta tanta paura. Paura della vita, paura del mondo. Paura improvvisa di tutti i telefoni che squillano, forieri di notizie che non ti aspetti e che ti colgono in un mattino di sole fantastico, dopo che hai appena finito di bere il caffè. Paura di trovarsi a pensare che se dovesse succedere anche a me, vi prego, donate i miei organi. Paura di tutto quello che può succedere mentre tu, ignaro, progetti la prossima vacanza.

Poi, pensandoci, a forza di rigirarti nel letto, capisci che l'unica soluzione che c'è alla morte è la vita.

E allora mi preparo per andare ad un matrimonio bellissimo di una delle amiche alfa. Ei, io ti ho incontrata al primo giorno di scuola del ginnasio, ne abbiamo passate tante insieme, 16 anni in cui le nostre vite non si sono mai divise, mai mai mai, ed ora eccoci qui, tu hai un abito bianco e sei bellissima e quando entri in chiesa stai piangendo e il mascara che ho messo mezz'ora prima si sta già sciogliendo. E sono felice che abbiamo 30 anni, dai, non è così male se vuol dire anche questo.

E agosto non è ancora finito, ci sono io che finalmente li compio questi chiacchierati 30 e in questo turbinio di eventi e di giorni, sono arrivati senza che la questione nuovo decennio mi angosciasse o mi passasse minimamente per la testa, sono arrivati con la voglia di viverli tutti, giorno per giorno, di goderli nella scintillante precarietà dell'esistenza.

E agosto ancora non era finito, quando una sera si è avverato un sogno per cui ho pianto di felicità.
Sono stata via un mese da qui, ma sembra che in mezzo si siano alternate tutte le stagioni.



27/07/11

2

Forse

L'anno scorso, in questo periodo, il mondo intorno a me stava crollando un pezzo alla volta e io assistevo attonita allo spettacolo devastante con un macigno sullo stomaco. Ho passato l'estate sdraiata al sole tra le macerie di casa mia, come i gatti sornioni sdraiati sugli scavi di Torre Argentina.

Quest'anno le mura intorno a me sono tornate su, il mondo si è ricostruito e ho la sensazione di camminare in un sentiero, di non essere più fuori strada, fuori tempo, fuori mano. Forse, ho imparato a fare qualche curva senza sbilanciarmi troppo e cadere. Forse ho imparato ad amare anche il dolore di una caduta e delle ossa rotte quando ho visto che eri lì in piedi a porgermi la mano.

Eppure, sono mesi di domande, di paure, di non so bene cosa mi aspetta in futuro. Sono mesi in cui passo al vaglio le aspirazioni e le aspettative che avevo un tempo e non so qual è la distanza tra quei pensieri e la realtà. Non so più qual è il divario da colmare, ho perso la prospettiva.

Ho paura di non valere come pensavo un tempo, ho paura di essermi sopravvalutata, sento che ho perso la sana fiducia in me stessa e la sensazione che tutto può succedere. Ho capito che il ritorno in questo Paese, giorno dopo giorno,  è stato complice senza attenuanti di questa sensazione. L'aria è impregnata di storie in cui hai il sentore che il sacrificio e lo sforzo non garantiscano mai il risultato meritato. Perchè viviamo in un posto che è marcio dentro, nelle viscere. Perchè il mal comune mezzo gaudio non mi piace, perchè quale razza di gaudio c'è a vedere gli altri che stanno male? Vorrei vedere il bene comune, quello sì che è mezzo gaudio.

Non mi piace sentirmi dire che non posso lamentarmi, perchè ho dietro di me tutta una schiera di disperati che stanno peggio. Non mi piace, perchè con tutto il rispetto e l'empatia che provo per chi sta peggio, questo è l'inganno che ci tendono da tempo, è questo che ci porta ad accontentarci, invece dobbiamo esigere di più da questo posto. Riprenderci quello che è nostro.

Per cui mi sono chiesta, ma vuoi ripartire? E mi sono risposta di no, che restare e incaponirsi per assistere alla rinascita di ciò che amo è un atto di amore molto forte che, in questo momento, sento mio.
E ho scoperto che io questo paese lo amo e per questo voglio essere qui, per vedere succedere intorno cose belle e gioirne. Perchè voglio crederci.

Dunque resterò, finchè non riusciranno a togliermi la speranza.


22/07/11

0

L'home page di Ryanair




No vabbè, ma possiamo fare anche una colletta e regalargli un biglietto in business class.


12/07/11

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Piccole cose che fanno sorridere

Erano anni che cercavo di ricordare il titolo di questa canzone, ascoltata miliardi di volte nel mio primo inverno romano, nella amata casa labirintica, con il cancelletto e il capitello in sala, il pianoforte all'ingresso e i divani da signore da tè dell'ottocento. Lei, questa canzone c'era sempre, eredità del pianista che aveva appena lasciato la casa, ma che ogni tanto tornava a fare visita autoinvitandosi a pranzo e cucinando.

In un anonimo pomeriggio lavorativo, con vista sui palazzi claustrofobici dalle mille finestre che mi circondano, un'illuminazione improvvisa, inspiegabile. Le note sono quelle giuste, dicono tutto, qualunque parola sarebbe superflua, inopportuna.





08/07/11

1

Se ci penso

Se ci penso, quello che a me fa più paura della fine della vita non è la morte.  Piuttosto, la malattia, la sofferenza, la vecchiaia, la solitudine, mi terrorizzano. L'agonia, il dolore, la sensazione di essere in una terra di mezzo. Se ci penso, soffro per chiunque si trovi in questa condizione.  Anche solo a sentirne parlare, mi viene da piangere.

L'altro giorno, tornando a casa, sul mio portone ho trovato un'affissione di morte, con la consueta frase dei cari che ne danno il triste annuncio. Ho avuto un fremito, la tristezza si è impossessata di ogni cellula del mio corpo, al pensiero che nel mio palazzo, qualcuno ieri c'era e il giorno dopo no. Ho pensato all'angoscia che poteva esserci in quella casa e mi sono scese le lacrime.

Il giorno dopo, affianco a quel pezzo di carta funereo, è comparso un fiocco azzurro. A quanto pare, il bambino Simone era venuto al mondo quella notte. Ho guardato il mio portone, a destra la morte, a sinistra una nuova vita e ho sorriso, ho pensato che in qualche modo l'ordine delle cose era stato ristabilito e che mi si era parato di fronte, in tutta la sua cruda semplicità, il flusso della vita.

Che tempismo, Simone, buona vita.




29/06/11

3

Feisbuc

Feisbuc è quello strumento di tortura che ti mostra foto dei tuoi "amici" in vacanza, a friggere in spiaggia sorseggiando una birra ghiacciata, mentre tu sei a casa a lavorare con 540 gradi fuori, le tapparelle abbassate, il telefono che squilla con un accento milanese esagerato e la vaga e fastidiosa sensazione addosso che le ferie di agosto non arriveranno mai.
E se arriveranno, non saprai ancora cosa fare, dato che tu non sceglieresti mai di andare in vacanza ad agosto.

L'anno scorso vagavi in Sardegna a giugno, insieme a qualche cane randagio che ti rincorreva e sporadici vicini di casa. Quest'anno ti toccherà, ovunque tu voglia andare, pagare il doppio per dividere la bellezza insieme a quasi tutto il resto del mondo: tutto ciò è palesemente una cazzata.

Singolarmente, vi voglio bene. Tutti insieme, non vi sopporto. Siete rumorosi, occupate spazio, sporcate il mare, vi accalcate nei locali e mi sottraete ossigeno.

Tuttavia, dovrò accodarmi alla massa, e spero che il naufragar mi sarà dolce in quel mare che ancora non so qual  è.


27/06/11

0

Il sale

Dopo quattro ere geologiche al supermercato, una fauna da centro commerciale che fa orrore, uno scontrino lungo 3 metri, tanti punti fedeltà sulla tua carta del cuore, una macchina carica come se non ci fosse un domani, un pin e 260 euro di spesa dopo, torno a casa e mi accorgo che ho dimenticato il sale. Il sale, dico, non la salsina piccante, non il kit per fare le fajitas, non il succo di frutta energizzante, non le nuvolette di gambero con la salsa sweet chili, no, il sale.

Poi, dopo circa 36 ore, ti imploro di andare a comprare le sigarette, offrendomi in cambio di stirarti una camicia, e appena apri la porta mi guardi con quell'espressione con cui si guardano le persone incorreggibili e per le quali non c'è più nulla da fare.

" Ieri hai lasciato le chiavi dietro la porta".

Hai visto, il nostro palazzo ha passato il test di affidabilità.
Firulì, firulà.

Non mi sgridare.
Ahem.


19/06/11

2

Prometto

Per la serie, canzoni che scopri casualmente ad un concerto in cui ti trovi senza saperlo, con un bicchiere di vino bianco in mano.


13/06/11

1

Son cose

L'sms dell'anno è: "Abbiamo raggiunto il quorum".


19/05/11

3

Maremma maiala!

Sono stata richiamata a consulenziare in grande azienda, per cui sono passata dall'essere always online al non avere più altro strumento di comunicazione se non l'email e quella specie di cellulare che ho. Sto vivendo quasi un periodo vintage, di isolamento tecnologico. Trovo molta soddisfazione nella mensa, un buon surrogato del "il piatto è pronto in tavola".

Macino un sacco di km ultimamente e in macchina metto Virgin radio e canto a squarciagola e non è che mi frega di quello che pensano gli altri che in giacca e cravatta mi osservano dal finestrino. A me sembra un inequivocabile segno di sanità mentale cantare in maniera molto convinta da soli.

Accumulo pacchetti di fazzoletti da 1 euro che puntualmente compro dall'indiano al semaforo e poi torno a casa e mi rendo conto che non ho la cartaigienica. Sono 4 giorni che al mattino mi sveglio e realizzo che è finito il caffè e resto sotto choc e mi sembra surreale che io riesca a lavarmi, vestirmi e uscire di casa senza caffeina. Infatti un po' lo è, perchè al mattino faccio una gran fatica a ricordarmi dove ho parcheggiato la sera prima e cammino con le chiavi della macchina in mano pigiando il tasto per aprire, nella speranza di intravedere qualche luce.

Sono stata in Maremma e l'acqua calda a 37° sulle spalle mi ha trasformato in una specie di pappetta di manzo per bambini, ho fatto tanti chilometri in bici e in salita, ho mangiato così bene che potrei ripartire ora solo per fiondarmi su "quel" piatto di pici al ragù di cinghiale che ho mangiato in cima al tufo. La prima sera, al buio, nelle curve, mentre felicemente tornavamo all'agriturismo, il navigatore si è definitivamente spento (quale momento migliore) e abbiamo vagato un po' per tutte le provinciali maremmane, finchè non ci siamo magicamente ritrovati sul brecciolato giusto.

Ho fatto colazione con la ricotta e le marmellate fatte in casa e ho pranzato in un bar dove abbiamo chiesto dei panini e ci hanno preparato delle grandi felle di pane ripiene che mi hanno immediatamente ricordato le stupefacenti merende che mia nonna mi preparava affogando queste lunghissime fette nell' olio e nel pomodoro e tutto intorno a me sembrava essere uscito dagli anni '60 e ho pensato che quegli anni un po' mi mancano anche se non li ho mai vissuti.


21/04/11

2

Summer is coming

La primavera è arrivata che io non me ne sono accorta, ho ancora il cambio dei panni da fare e intanto vado in giro con gli stivali che non ho tempo e voglia di comprare scarpe nuove finchè non mi ricordo quali sono le mie scarpe vecchie. Sto con un uomo che ogni volta che punto un paio di scarpe, mi dice "ma ce le hai già uguali!" e allora cerco di ricordarmi quali sono le presunte scarpe uguali e capisco che gli uomini non sono per niente bravi a giocare " a trova le differenze" dentro il guardaroba. Due paia di stivali neri non sono due paia di scarpe uguali, in nessun universo possibile.

Per lavoro sto sacrificando un po' di tempo, di sole, di uscite e la cosa non mi pesa come mi sarebbe pesata un tempo. Sono entrata in una nuova fase della mia vita in cui per la prima volta credo di aver guadagnato una prospettiva, all'improvviso il day by day mi si sta scollando di dosso come unica filosofia di vita e oso avventurarmi con la mente in mondi futuri realizzabili solo in virtù di azioni e gesti presenti.

Probabilmente inizio ad avere una vaga idea di dove sto andando.  Sarà che quest'estate compirò 30 anni e mi sto rendendo conto che è una fase un po' del cazzo. Ancora troppo vicini ai 20 e ai ricordi di gioventù e di università e ancora troppo lontani dal sentirsi adulti, compiuti e completi.

Non so se ho la migliore delle vite possibili, ma ho scoperto che mi piace il mondo che ho attorno, fatto di cose semplici, piccoli gesti, sorrisi spontanei, mancanze speciali e presenze indispensabili.
Fiori secchi nei vasi, cioccolatini nella ciotola , mensole da montare, progetti in sospeso e un senso di onnipotente strafottenza per la prova costume dell'anno, che mi pare l'unica cura efficace contro la cellulite.


24/03/11

4

Delle paure improvvise

Non è la prima volta che mi capita. Scendo giù a casa e non riesco più ad essere felice come dovrei, come vorrei. Guardo le rughe di mia madre, la cardioaspirina di mio padre, fisso le nostre foto di 10 anni fa e mi manca il respiro. Mi terrorizza lo scorrere crudele del tempo e mi rendo conto che, per quanto mi riguarda,  le persone che amo sono sempre state immortali. Non riesco neanche minimamente ad accettare che un giorno non ci saranno più ed ora che questo pensiero si insinua nella mia testa, non so fare altro che buttarmi nel letto dove ho dormito per anni e piangere.

Piango perchè ho paura del futuro e perchè vorrei fermare il tempo e perchè una parte di me teme di perdere l'unica famiglia degna di questo nome che nella vita mi sarà concessa.


11/03/11

3

If lacrimoni, then ciclo

Anni di ricerche, analisi, pipponi sulla temperatura, i cicli della luna e di tutti i pianeti, per poi scoprire che l'unica prova empirica ce l'hai sempre avuta sotto gli occhi: quando la sera ti metti a letto e ti scendono i lacrimoni senza motivo, a giorni ti verrà il ciclo. Quando la sera ti metti a letto e inizi a immaginare una serie di tragedie greche che potrebbero colpire la tua vita da un momento all'altro e ti scendono i lacrimoni, a giorni ti verrà il ciclo. 

Quando la sera ti metti a letto e inizi a cercare ossessivamenti gli indizi che potrebbero far precipitare le tragedie greche nella tua vita e ti scendono i lacrimoni, a giorni ti verrà il ciclo. Quando la sera ti metti a letto e senti una leggera e costante tachicardia, realizzi che tra tutte le tragedie greche non avevi catalogato un tuo collasso, allora ti scendono i lacrimoni e a giorni ti verrà il ciclo.

Tragedie immaginarie, lacrimoni, ciclo.
Questo è l'unico dato schiacciante, altro che tette che si gonfiano e dolore ai reni.


08/02/11

3

Solo per wannabe esauriti

Bastava dirlo che è inutile che uno si iscriva in palestra se può passare la propria vita a traslocare. Ho avuto delle settimane d-e-v-a-s-t-a-n-t-i.
Stare tutto il giorno fuori per lavoro e non fare in tempo a tornare a casa che tocca riempire scatole o trasportare scatole o svuotare scatole o reperire beni di prima necessità o pulire casa vecchia o pulire casa nuova o osare un'improvvisata a Ikea alle 21 e andarsene che è quasi chiuso, con l'hot dog a 70 cent che per quanto fa schifo il wurstel, scricchiola sotto i denti.
O, in alternativa, andare via da Ikea che sono le 22 e tu che sei uscita di casa alle 8 e non ci sei ancora tornata inizi a dare segni di squilibrio mentale. Arrivare al parcheggio e rendersi conto che il cazzo di tavolino,  che hai afferrato felicemente all'uscita, non entra in nessuno modo in macchina. Verticale, orizzontale, diagonale, niente.
Trovare uno spago nel portabagagli, legare il mobile alle portiere posteriori e incrociare le dita. Vedere questa macchina che cammina con le portiere semi aperte con sto mobile che sbanda ad ogni curva e convincersi intimamente che quel pezzo di legno volerà via e ammazzerà qualcuno. E intanto le ggenti dalle altre macchine ti guardano come se fossi pazzo ( e invece non sei pazzo, sei semplicemente un disperato che risolve creativamente i problemi della materia) e mentre guidi con le portiere semiaperte da cui escono pezzi di mobili e una scrivania che minaccia di tagliarti la testa, un po' ridi e un po' sei terrorizzato.

Io, nell'altra macchina, un po' rido e un po' rido. Poi però, quando arriviamo a destinazione e realizzo che gambe, piani scrivania, mobili e cagate varie vanno portate su, un po' mi viene da piangere.

Ho il frigo vuoto di qua e mangio di là, faccio la doccia di qua e ho ancora il phon di là, il giorno dopo porto il phon di qua e poi devo fare la doccia di là. Andiamo a dormire di qua da domani allora? Ma certo, peccato che non abbiamo portato i cuscini e il piumino. Ok, torniamo di là. Cazzo, il phon l'ho lasciato di qua.

Spero di avervi fatto esaurire al solo pensiero, che è un po' l'obiettivo nobile di questo post. Il mio obiettivo a partire dalla prossima settimana è, invece, l'ubriachezza molesta.


22/01/11

4

Do i numeri

Una settimana, 3 tachipirine al giorno, 39 sul termometro, 1 aereosol mattina e sera, e poi 1 antibiotico x 5 giorni, 3 spruzzate di acqua termale di salcazzomaggiore per 3 volte al giorno, 2 calamenti di gocce nel naso per narice per 2 volte al giorno, 1 bustina di fermenti lattici per bambini al giorno.

Una mensilità di caparra da dare all'agenzia, la commissione dell'agenzia, il mese di anticipo di febbraio al (si spera) futuro proprietario, l'assicurazione,  l' ultimo (si spera) affitto di questa casa, fastweb, gas, luce e condominio di gennaio. E dulcis in fundo, ennemila euro da ridare con molta calma - ma manco troppa - al mio sommo padre per notaio e tasse del quarto di casa di cui sono diventata proprietaria.

 Che bel mese.

In compenso, ho fatto una ceretta completissima e subito dopo un massaggio con fangoterapia e gli oli essenziali e la musichetta molto chill out con le lucine colorate che mi ha rimesso al mondo.

Sono povera e malata, ma incredibilmente liscia e sexy.


11/01/11

0

Welcome, 2011

Inizio l'anno che non mi accorgo che sto bevendo decisamente troppo, mi ritrovo alle 5 del mattino con gli occhi a tapparella che arranco col mento sul tavolo mentre invano cerco di seguire un gioco a carte puntando fiches a casaccio. Poi alle 6 del mattino crollo su un divano con un vociare di sottofondo che si fa sempre più lontano finchè non riesco a trascinarmi al secondo piano della casa in campagna in cui per il terzo capodanno di fila mi ritrovo con mia grande serenità, visto che da tempo detesto preoccuparmi del tema che cosa fai a capodanno.

Dal 1 gennaio una quantità di muco aberrante si impossessa di me e ad oggi non mi ha ancora lasciato. Misuro la febbre ripetutamente, nella speranza che il termometro possa legittimare una malattia, ma niente,  resta fermo impassibile a 36.7 mentre io ho sempre sonno e vivo in apnea in un mondo ovattato.


Leggo intorno a me grande disperazione per il rientro dalle ferie natalizie, e io che non ho praticamente goduto di ferie, perlomeno sono esente dal trauma del rientro, ma poi se penso che le prossime ferie sono a Pasqua e che Pasquetta cade il 25 aprile e che il 1 maggio è domenica, una leggera sensazione di vuoto cerebrale mi assale. Per cui prendo in mano il calendario e lo scruto in silenzio, progettando un fughino intermedio non si sa bene dove e non si sa bene quando.


Paolo Fox c'aveva ragione, quest'anno inizia con una serie di uscite economiche che aiuto. In circa un mese voleranno via dal mio conto rilevanti quantità di cash che non so bene poi se avrò ancora un conto. Ma i soldi che andranno via sono per delle ottime cause, e vabbè.

Forse abbiamo anche trovato la nostra prossima dimora. Avrei molta urgenza di conoscere il mio futuro indirizzo, perchè devo iscrivermi in palestra in tempo record, visto che questo 2011 è iniziato che mi vedo tutta la cellulite insieme all'improvviso e con dei chili in più che tu dici di no che non è vero, ma solo perchè hai capito che quella è la risposta giusta.