26/02/09

18

Breve saggio sulla depilazione

Il primo ricordo che ho riguarda me chiusa a chiave in bagno che afferra una lametta furtivamente e inizia a spelucchiarsi i polpacci. Non ricordo perchè mai sentivo di compiere un atto illegale e sentivo la necessità di nascondermi dalla famiglia mentre compivo il primo atto di un gesto che si sarebbe perpetuato ad libitum.

Il secondo ricordo che ho riguarda mia madre che mi dice che è una cazzata spelacchiarsi col rasoio che poi quei 3 peli che ho diventeranno 333 in due giorni e così via, per cui mi esorta a palesare questa mia voglia di estirpare i peli e prenotare una ceretta. Della prima ceretta ricordo un dolore lancinante e delle urla preistoriche. Mi dissero che quelle successive non avrebbero fatto così male, ma non mi fidai e decretai che il rasoio era indolore ed economico.

Poi dopo mesi i miei 3 peli diventarono 33333 per cui decido di sperimentare la crema depilatoria, non fa male, è un buon compromesso tra la lametta rude e la ceretta tortura. Il problema della crema è che puzza, mi sa di chimica e mi lascia sempre insoddisfatta.

Mia madre dopo qualche anno mi regala un Silkepil, che provo ad usare due volte e che diventa il mio acerrimo nemico. Ogni volta che lo passo sul corpo ho dei brividi al collo che mi sento svenire. Decido di riporlo in un cassetto del bagno, dove resta finchè non verrà volontariamente abbandonato al primo trasloco.

Tutti questi fallimenti e la proliferazione dei peli indotta dal rasoio mi fanno rivalutare la ceretta e ritorno dall'estetista a sottopormi alla tortura. Ammetto che fa meno male della prima volta e che dà estrema soddisfazione alla fine, regalandomi un effetto atleta glabro che mi ha sempre messo di buon umore facendomi sentire sexy a prescindere.

Il problema della ceretta è che devi aspettare che i peli ricrescano prima di farla e la pazienza e la tolleranza del pelo si assottigliano così tanto che tra una ceretta e l'altra commetto il peccato del rasoio infilandomi in un circolo vizioso che mi accompagna per anni.

Solo di recente ho fatto voto di non slamettare piu e di seguire la religione monoteista della ceretta, che dopo anni di strappi fa un dolore quasi impercettibile fatta eccezione per l'inguine, parte del corpo che tuttora appena mi viene toccata mi fa venire voglia di lapidare l'estetista e vederla soffrire finchè non mi chiede scusa in ginocchio, offrendomi in regalo un anno di cerette gratis come segno del suo pentimento.

Ora, mi chiedo quanto passerà finchè arriverà di nuovo il giorno in cui in un attimo di non lucidità prenderò la lametta e in due minuti farà fuori di nuovo tutto, entrando nella vecchia dipendenza.
Intanto, devo ammettere che piu di 15 anni fa mia madre aveva pienamente ragione, ma in piena fase pubertà ero così concentrata su me stessa che non avrei mai pensato che accettare un consiglio sarebbe stato utile e fruttuoso e appropriato.

Ci ho messo 15 anni, ma ci sono arrivata da sola.

Voi avete trovato il karma della depilazione?


24/02/09

14

Petit peste

Mio padre è impazzito, ha deciso di regalarmi una macchina. Forse commosso dalla mia decisione folle di abbandonare un contrattone all'estero per ritornare in Italia senza certezze, forse commosso dalla sensazione che anche la loro presenza c'entrasse qualcosa con la mia decisione. Forse perchè mi ama e io lo amo e tutti ci amiamo.

Ho passato due giorni a fare il giro dei concessionari, sedendomi in tutte le city car sul mercato, chiedendo preventivi, leggendo forum di utenti e scervellandomi per capire quale fosse l'auto per me, senza capirne una ceppa di motori, ovviamente.

Dopo aver schivato tutti i tentativi di mio padre volti a persuadermi a comprare una Fiat Panda per sostenere l'italianità, concetto apprezzabile ma non condiviso da me che per sostenere l'italianità avrei ben scelto una nuova 500 se non fosse che andava oltre ogni previsione di budget concordato: alla fine pur provando molta simpatia per la Panda ho decretato che non la sentivo mia. Quando entri in un'auto e non ti senti a tuo agio, neanche una carica di venditori di prima classe è in grado di convincerti.

Ho infine schivato i rimanenti tentativi di orientare la scelta sull'auto a metano, quando ho scoperto che la bava che avevo fatto pensando al cambio sequenziale avrebbe dovuto ritirarsi poichè non esiste tale orgasmico comfort sul metano, ma solo su benzina. E benzina sia. Non mi guardate male, se volete che uno scelga il metano davvero, allora non private quelle versioni degli optional che hanno le altre versioni.

Poi l'ho vista, ci sono entrata una volta, due volte, tre volte, ci ho dormito su e la mattina dopo ho capito che era lei.

Yes, i did it.

Tra un mesetto arriva, mi sono già commossa, ho sbaciucchiato tutta la famiglia in ogni posizione possibile e ho esultato oltre misura.

Ho poi scoperto che questa auto ha anche un etilometro di prova incorporato, toh.


17/02/09

5

La freccia nascosta

Le mirabolanti avventure del mio motorino ferito stanno prendendo inaspettati risvolti. Il capoccia del concessionario/assistenza tecnica/furto autorizzato ha tentato in tutti i modi di persuadermi a dare via il mio motorino e prenderne a prezzo irrisorio uno usato, scendendo sempre di piu di prezzo tanto da rendermi così appetibile l'offerta che ho pensato che solo un coglione poteva non accettarla. E infatti io non l'ho accettata.

Per cui, faccio quello che fanno tutti in questi casi, ovvero mi rivolgo ad un altro meccanico, un meccanico puro, non un negozio che è anche meccanico che è anche vendita motorino usati e tra un po' ti portano pure il caffè a letto. Tale omino armato di torcia mi dice "non te vojò dì na cazzata, ma a me pare che la freccia sta ancora dentro ar motorino, torna domani mattina che ce sta la luce" .

La speranza rinasce in me e mi avvolge con trionfo, per cui andando a casa, metto la freccia destra, infilo la fronte nel triste buco sulla carena e vedo che c'è una luce fioca dal fondo che lampeggia. Non ci posso credere, la mia freccia non è stata rubata, qualcuno mi ha semplicemente tamponato, per cui la freccia c'è, è soltanto infognata.

Domani vado dall'ormai mio nuovo meccanico e gli chiedo il preventivo per tutto. Dopodichè torno nella concessionaria perchè loro devono sapere che o sonod ei coglioni piu di me, per non essersi accorti che la freccia e i cavi ci sono o per essere dei grandi bastardi per averlo sempre saputo e avermi in tutti i modi persuasa a darlo via per eccessive spese di riparazione.

Miii, domani faccio un casino lì dentro che quasi quasi già mi sfrego le mani.


10/02/09

10

Il mio ciccino

Sono in crisi mistica: non so se riparare il mio fedele motorello o rottamarlo e con gli incentivi comprarne uno usato apparentemente in forma. Sarò sentimentale, ma nonostante le insistenze del tecnico che invano cercava di spiegarmi che non ha senso spendere soldi su un veicolo immatricolato illo tempore, io non so se ce la faccio a rottamare il mio ciccino.

Stiamo parlando di un due ruote che mi ha portato al liceo, poi all'università e poi al lavoro, senza mai lasciarmi a piedi, senza mai sfasciarsi, insomma il compagno di viaggio perfetto. In quanto donna non riesco ad avere un rapporto normale con i motori, ormai il mio è un rapporto sentimentale, per cui ho detto al tecnico che spenderò questi soldi per la riparazione perchè non me la sento di abbandonare il mio ammmore in questo modo, riducendolo in lamiere.

E poi, a mia discolpa, c'è da dire che il mio motorello non si è rotto spontaneamente ma perchè dei figli di buona donna mi hanno strappato la freccia con tutti i fili e ora bisogna smontare la carena. Possiate avere una cagarella lunga un anno, luridi bastardi.

Sono ancora un po' indecisa sul da farsi, intanto l'ho parcheggiato dal centro assistenza, ma il ciccino già mi manca.

Per il resto, questa è la settimana di attesa, in cui le risposte di lavoro tardano ad arrivare. Ammazza, come sono lente ste aziende italiane.



05/02/09

13

La marcia del pinguino

Io il mio colloquio l'ho fatto e memore della passata esperienza irlandese in cui mi presentai con le Converse quando era ovvio che intorno a me fluttuavano omini in cravatte e tailleur, questa volta non ricado nello stesso grossolano errore. Non che decida di indossare il tailleur, anche perchè io un tailleur vero non ce l'ho, ma perlomeno mi degno di presentarmi con un aspetto sobrio e asettico.

Peccato che poi la mia visione di sobrio e asettico si tramuti in una mise tutta nera, che piu che sobria sembra funerea, come giustamente commenta Omo persuandodemi a dare un tocco di colore almeno con gli accessori. Tant'è che faccio sto colloquio in nero inchiostro con un accenno invisibile di rosso, il che mi turba anche un po', essendo io interista, ma vabbè il clima sobrio ha funzionato, poichè perlomeno non mi sono sentita a disagio. Poi quando sono arrivata, ho subito intuito che magari qui potevo anche non essere così sobria, ma uno che ne sa prima, a meno che non ha una spia in loco. Il che sarebbe anche una bella idea.

Ironia della sorte, anche Omo settimana prossima ha un colloquio in cui sappiamo per vie traverse che è molto gradito l'abbigliamento da pinguino, notizia che ha fatto scattare in lui una immediata crisi di panico da mancanza di capi adatti all'occasione tale da scatenare la formazione di una squadra d'emergenza, cioè io, che avrà l'obiettivo di pinguinizzarlo entro lunedì. L'uomo, commosso e in silenzio, guarda già malinconicamente il suo armadio ricolmo di t-shirt, felpe e capi casual. Io mi associo al suo stato d'animo, per solidarietà, facendo carezze alle scarpe da basket e alla felpa nuova arrivata da Fuerteventura con orgoglioso logo No work team.

Il vero momento di terrore è sopraggiunto quando, riguardando la camicia candidata al colloquio, ho realizzato che camicia uguale ferro da stiro.

Addio, belle t-shirt da sbattere per aria e piegare.




02/02/09

1

Pasta di sale

Lo spettacolo di Travaglio è stato uno stimolante invito a ricordare una certa Italia degli ultimi 30 anni e sarebbe stato anche un pomeriggio rilassante, se non fosse stato per il signore che mi sedeva davanti che ciondolava la testa da destra a sinistra, poi da sinistra a destra ad intervalli regolari di 30 secondi. Ad un certo punto ho iniziato a fissare a turno teste random davanti a me nella speranza di individuarne altre e non sentirmi particolarmente sfortunata e invece no, solo il testone che mi siedeva davanti non riusciva a stare fermo.

Do una gomitata ad Omo per condividere il mio dramma, lui dice "diglielo". E che gli dico, scusi per cortesia potrebbe smettere di muovere la testa? Taccio, provocandomi un torcicollo e una voglia repressa di alzarmi in piedi, interrompere lo spettacolo ed urlare davanti a tutti che a teatro non si può muovere la testa così, a casa proprio magari si, ma non qui, sennò costringi altre decine di persone a muoversi con te a ritmo e non è proprio bello, no no.

Ho comprato la pasta di sale, ma c'ho il blocco dell'artista fallito.