25/06/10

6

Worldcup

Siamo fuori. Finalmente è finita l'agonia di guardare 11 pippe in campo che che dovrebbero essere l'eccellenza e che invece sono semplicemente pippe. Anche io sono una pippa, con la differenza che nessuno mi paga milioni per fare la pippa.

Finalmente potremo programmare weekend e serate senza consultare il calendario delle partite. Potremo evitare il suono irritante delle vuzuelas*, che con le casse che ho dietro al divano, sembra che ogni volta un gruppo di calabroni mi stia per invadere casa.

Meno male che non ho comprato la bandiera, che chiedevo il rimborso a Lippi, chiedevo.


* che manco so come si chiamano, mi suggeriscono vuvuzela. (sassueraaaa)


23/06/10

3

Maturità

Due giorni di fila che a pranzo guardo Skytg24 e che mi trovo con gli inviati dai licei di Roma e Milano che fanno le interviste agli studenti appena usciti dalle prove di maturità. Ora, è una mia impressione, o le attuali 18enni maturande dimostrano tutte almeno 25 anni? Io mi ricordo che alla maturità ero una sbarbina, queste sembrano me all'università, e non me da matricola, ma già una passata me, che so, al terzo anno di corso.

Ora capisco perchè la fascia dei 25-30 enni che se la fa con le ragazzine cresce a dismisura, non è colpa loro, è che queste appena maggiorenni sono già donne fuori.


21/06/10

1

Just married

Nelle ultime due settimane ho assistito a due matrimoni, diversi. Uno in città, uno in paese, uno in comune, l'altro in chiesa, uno in villa, l'altro in agriturismo, uno jazz, l'altro col pianobar. Uno che sono tornata alle 18 e l'altro che era buio, faceva freddo e nessuno schiodava. Uno che c'avevo il tubino nero e le scarpe rosse, l'altro che avevo un vestito dai mille colori. Uno che c'era Omo con me, l'altro che c'erano tutte le mie amiche di gioventù intorno.

Due cose ce l'avevano in comune: i calici di vino da me ingurgitati e la felicità negli occhi degli sposi, l'emozione nelle loro mani tremolanti e l'amore che si respirava nell'aria. Se continuano ad invitarmi mensilmente a queste giornate di cuoricini, magari poi viene voglia pure a me di sognare che esista un per sempre da sancire.


(E no, non ho detto che mi sposo, non vi agitate, è l'enfasi degli ultimi giorni. )



14/06/10

4

My worldcup memories

E ci risiamo con i Mondiali, e più Mondiali ti ricordi e più cresci/maturi/invecchi. Non credo che i Mondiali 2006 potranno mai essere rimpiazzati nel mio cuore da nessun altro mondiale passato, presente, futuro. Mondiali schizofrenici, vaganti, scoordinati, come ero io quattro anni fa. Mondiali in cui abbiamo vinto.

Mondiali iniziati a Madrid, appuntamenti a Puerta del Sol con orde di italiani, diretti ai pub stile irish con maxischermi condivisi con gli avversari (australiani, statunitensi, etc) che amabilmente ci sbeffeggiavano. Ricordo birre che andavano e venivano, bandierine disegnate sulle guance, improbabili sincronie di colori, del tipo io mi vesto di verde, tu di bianco e io di rosso... Robe che fai solo quando sei all'estero, dove, dalla distanza, riesci ancora a provare un moto di orgoglio per il tuo Paese.

L'Italia va avanti e poi c'è che intanto tu finisci la tua permanenza a Madrid, hai un matrimonio, un nipotino nasce, torni al tuo paesello e vedi la partita con la Germania e ti riversi nelle piazze a starnazzare come un'oca, poi ritorni a Roma e la finale te la vedi al Circo Massimo e non ci credevi mai che tu potevi vedere una vittoria dei Mondiali, ma soprattutto a come poteva essere bella Roma in festa, tutta la notte. Mentre profumi di suoni e colori della Roma by night, capisci che la tristezza per Madrid ti sta già passando.

E non ci avresti mai creduto che finivi col farti il bagno nella Fontana di Trevi e passare le ore successive in giro per il centro grondante d'acqua e poi tornare a casa la mattina, una casa in cui eri da poco entrata e che in quel momento non potevi sapere quanto l'avresti sentita tua per quell'anno.

E poi passano quattro anni, nel corso dei quali torni a lavoro, vivi nella tua nuova casa, starnazzi felice, ti innamori, ti licenzi, parti per l'Irlanda, trovi casa, trovi supermega lavoro, assisti agli Europei con gli spagnoli, ti licenzi, ritorni in Italia, rivedi Roma e rischi anche di assistere ai festeggiamenti per lo scudetto, continui a vivere in mansarda mentre progetti l'acquisto di una casa che non sai nemmeno quando arriverà. E pensarlo è così stancante, che quasi pensi sia meglio andare in affitto prima di finire stremati sotto le proprie aspettative.

E chissà se anche quest'anno, nel corso dei Mondiali, la tua vita cambierà così in fretta. Hai la sensazione che non succederà nulla e provi un po' di nostalgia per un periodo della tua vita che probabilmente non solo se ne è andato, ma non ti verrà più a trovare. Quello delle sorprese, dell'imprevedibilità e della leggerezza, di salire in macchina, macinare km per tuffarsi di notte in mare, quello del sali, andiamo in stazione, dove andiamo non lo so, poi vediamo.

Quello di una cosa che se non era la libertà, ci assomigliava molto. Quello che, nonostante tutto, è ancora vivo dentro di me, ma a quanto pare solo dentro di me, perchè nessuno mi asseconda più e allora pare sia io a dovermi adattare alla realtà e lo faccio, sì che lo faccio, ma mentre lo faccio, sento che uccido una parte di me.


10/06/10

1

A-A- Abbronzatissima

Passi una settimana sull'isola sarda stesa in spiaggia e immersa nell'acqua gelida, metti la crema con filtro anti-nucleare imposta dal docile dermatologo, ti convinci che tutto ciò non intaccherà la tua innata propensione all'abbronzatura. No no. Sarai abbronzata come se non mettessi la crema protezione lattanti, ma con la pelle sana. Non sai com'è possibile, ma ti fidi. Ti sembra anche di essere abbronzata come al tuo solito al ritorno, in una sorta di autoconvincimento efficace.

Dopo un viaggio in nave delirante che la Moby mai più e mai più la nave lenta in generale, dopo un arrivo serale in una Roma umidiccia e appiccicosa, il tuo Lui ti viene a prendere in macchina, ti saluta e la prima cosa che ti dice è "Non sei tanto abbronzata"!

Ah, che colpo al cuore così crudele! Silenzio, lo guardo con una smorfia e borbotto. "Dici così solo perchè rosichi, che io stavo al mare e tu a lavoro". Tsè. Colpito.

Li volete fare questi libretti di istruzione per le donne, dico? Non sei tanto abbronzata è l'ultima cosa che si può dire ad una donna appena tornata da una settimana al mare. Perchè poi passa il giorno dopo a guardarsi allo specchio e riflettere sul suo grado di abbronzatura. Sapevatelo.

Salvo poi che il tuo uomo si ricreda miracolosamente il giorno dopo e ammetta che okay, il viso no, ma le spalle e le braccia e tutto il resto, sì, ti sei abbronzata. Ah beh, volevo ben vedere.


07/06/10

7

Balls

Sarà la soglia dei 30 anni che incombe, ma ultimamente si estende sempre di più la cerchia di compagni, coetanei e conoscenti che, dopo aver passato anni a studiare tomi universitari, sudato carte, fatto stage, preso lavori, messo tailleur e cravatte, fatto briefing, brainstorming, powerpoint... sogna di mollare tutto e andare a coltivare la terra, fare il vino, andare in giro in barca a vela, trasferirsi in Nuova Zelanda, fare lo skipper, fare la carbonara in Messico, scrivere libri in una villa in riva al mare.

Sarà che tutta la cultura che abbiamo ingurgitato non ci ha ricambiato delle aspettative che avevamo e stiamo iniziando a pensare che possiamo anche tenerci per noi la nostra mente acculturata e dedicare la nostra vita a fare "altro" piuttosto che passare tutta la settimana in un ufficio con la moquette per ripagare una casa in cui mettiamo piede la sera stravolti e frustrati?

Io molti di voi me li figuro così, e me li figuro perchè me lo raccontate e allora mi chiedo che cosa ci sia di umano in tutto ciò. Se è questa la vita che ognuno di voi vorrebbe fare e se non lo è, se mai avete provato a fare qualcosa per cambiarla invece che portarvi in giro il vostro broncio per le strade della città.

Se non si fosse capito, io adoro le storie di coloro che arrivano ad un certo punto e sovvertono la propria vita. Perchè mi fanno sorridere, mi fanno sognare e perchè io ci credo, che una con la propria vita ci può fare quasi tutto quello che gli pare, a 30 come a 50 anni.

Mi piace sognare e pensare che anche io un giorno farò una cosa che stupirà tutti, ma più che altro che, ancora una volta, stupirà me stessa.