26/04/08

14

Welcome on board

Ci siamo, abbiamo passato il colloquio per salire al piano di sopra.
L'olandese tutta sorridente mi ha detto welcome on board e ha sottolineato come io non mi renda conto di quanto sia migliorato il mio inglese dal mese scorso.
Io continuo a trovarmi decisamente cacofonica, secondo me l'inglese non mi dona.

Ci sará una settimana di training intensiva in cui dovremo imparare tutto e ovviamente non impareremo niente. Coscientissima che si apriranno delle settimane stressanti, trovo la motivazione giusta nell'aumento di stipendio.
Voglio dire, un movente non biasimabile. E poi, se non fa per me, posso sempre tornare al piano di sotto, con la coda tra le gambe. Oppure darmi all'allevamento di trote. O alla coltivazione di girasoli.

Che buoni i girasoli, quando mio padre li portava a casa e ci ammazzavamo per smembrarlo e mangiarci tutti i semi. Che bello mangiare i semi di girasole sotto il pino con l'uccellino che fa cip cip e subito dopo ti caga in testa.

A che gioco giochiamo é arrivato ieri sera a Cork.
Decisione last minute, ci chiede se ci siamo questo week end, e noi ci siamo sí!
Abbiamo prenotato nel solito B&B del vecchio allampanato che parla col melone in bocca e io e Omo oggi a lavoro ci chiediamo solo una cosa: sará sopravvissuto all'irish breakfast?
La risposta l'avremo solo stasera, ma confidiamo nel suo apparato digerente.

Vi lascio con un estratto della mail di un mio amico spagnolo che ha vissuto per un paio di anni a Roma

"Ho saputo che siamo messi male, Berlusconi ancora, PUTTANA EVA, ma come avete fatto? Qua ha vinto 'Zapaterito', lo sapete, e per prima volta nella piccola storia della nostra democrazia, ci sono piu donne che uomini al goberno; quella merda che ha vinto da voi ha detto che é un governo 'troppo rosa', CHE IMBECILE!! Qua lo abbiamo sentito, e se ne parla ancora ... Mi dispiace tanto per voi, e per tutta l'Italia, che figura di merda!"

Caro amico mio, dispiace anche a me, ma certi italiani nel maschilismo ci sguazzano, diciamocelo. Ora torno a casa a fare la calzetta che se torna mio marito e non mi trova all'opera, só cazzi.




23/04/08

15

Non mi ricordo come si chiama quello coi baffi delle televendite

I tulipani sono piantati, in via del tutto sperimentale. Mi sono accorta che non ho uno strumento per innaffiare, nè tantomeno dei sottovasi. Il risultato è che sto allagando casa, a più ondate, sotto lo sguardo preoccupato di Omo.
Ho rifatto il colloquio per passare al livello 2: accanto all'olandesina questa volta c'era l'inglese che dovrebbe essere il mio capo. Mi aspettavo un uomo dall'aspetto burbero, invece mi sono trovato davanti un ometto con il faccino da adolescente. Ovviamente non mi hanno rifatto le stesse domande, ma se ne sono inventate altre. Il mio manager dice che in realtà è tutta una scusa per testare il livello di inglese. Che ne sapete voi, i progressi che si possono fare un mese, eh.
Il problema è che il cubista che doveva darmi il cambio è arrivato in ritardo e io sono arrivata all'aula del colloquio esanime, reduce di diverse rampe di scale assassine. Quando mi sono seduta ero rossa, avevo il fiatone e parlavo ansimante tipo quello coi baffi che fa le televendite, che non mi ricordo il nome ma avete capito chi è. Non dovevo essere esattamente uno spettacolo a vedersi da fuori, ma del resto non mi sto mica candidando per un posto di maratoneta.
Per il resto, maratona cinematografica degli ultimi giorni:
QUEL TRENO PER YUMA
Passo il film a chiedere a Omo chi è che deve andare a Yuma? Perchè deve andare a Yuma? Chi è che ha messo la taglia su chi? Ma scusa, perchè questo lo deve accompagnare al treno, a Yuma non ci può andare da solo?
Mentre Omo inizia a pensare veramente che io sia cerebrolesa, sentenzio che i western non fanno per me, tantomeno i remake.
CARAMEL
Ho finalmente scaricato la versione giusta. Libano: ci sono queste donne in un salone di bellezza, chi ha la relazione con l'uomo sposato e si ritrova pure a dover fare la ceretta alla moglie, chi si deve far ricucire proprio lì prima del matrimonio per far finta di essere vergine, e così via. La certezza che mi ha dato questo film è che anche io voglio essere socia di un centro di bellezza, vuoi mettere a farsi fare la ceretta, le mechès e il pedicure a gratisse.
DIARIO DI UNO SCANDALO
A scuola arriva un'insegnante giovine e bionda. Questa dice ma chi se ne frega che c'ho un marito e due figli, chi se ne frega che è illegale, io mi faccio lo studente quindicenne, perchè la carne è debole. Peccato che c'ha una collega vecchia che la coglie in flagrante e che è più pervertita di lei. Praticamente il succo della storia è che il gatto della vecchia stava morendo e la bionda doveva accompagnare il figlio alla recita: siccome la vecchia le sta attaccata come un polipo alla cozza, la ricatta e dice se non mi accompagni dal veterinario, io dico tutto, cioè che ti fai il quindicenne. Giustamente la bionda dice ma chi te se incula, io c'ho la recita di mio figlio.
La vecchia pervertita spiffera tutto, e questo è quanto. Insomma, uno scandalo.


18/04/08

11

Bulbi

Ho comprato i vasi, ho i bulbi dei tulipani olandesi, oggi Omo va a comprare la terra e domani li pianto. Omo dice che non cresceranno mai, che non c'e luce, ma io son uscita dal mercato dei fiori di Singel tutta saltellante con i bulbi in mano, che secondo me invece cresceranno perché io ci credo. Non credo di avere un gran pollice verde, ma l'importante é parlare con le piante.

In seguito all'assaggio di una cheese fondue indescrivibilmente buona in terra olandese, mi sono messa in moto per cercare l'attrezzo da fondue qui. Sono entrata in mille negozi ma non l'ho trovato, e per colmare il vuoto ho acquistato una marea di cazzate. Ora per esempio ho tante candele colorate. Che non vedo cosa abbiano a fare con la fondue, ma dovrá pur esserci un collegamento.

Intanto, mentre ero a zonzo tra i canali olandesi, un cubista ha dato le dimissioni, cosi toccherá a me e l'altro farlo mezza giornata a testa.
Quando me l'hanno detto, ho pensato che se mi ci metto, gufo proprio bene.
Quando me l'hanno ridetto, mi sono fatta fuggire un wow!
Quando sono entrata nel cubo, ho detto a quello prima di me, ma tu sai chi é che va via hihi?
Mi ha detto sono io, se non ti dispiace dovrai aspettare altre 2 settimane.
Gli ho detto ah, scus, no volevo dire nel senso, insomma, capito no.

Intanto, ci si ricandida per l'avanzamento di livello, tra l'altro a selezionare é sempre la stessa persona.
Perché ora dovrebbe prenderci se il mese scorso ci ha scartato?
E soprattutto, perché mi sono ricandidata?
Perché il manager ci ha pigliato a cuore, e sta sempre lí a dire candidatevi candidatevi candidatevi e ancora non ho capito perché.

Non appena ho comprato una giacca primaverile per mettere via il fedelissimo cappotto di lana, il cielo si é rabbuiato e la pioggia ha riniziato a bagnarci.
Mi sa che porto sfiga.

Domani lavoro e io odio lavorare di sabato e non mi stancheró mai di ripeterlo.
Odio lavorare di sabato, che si metta agli atti.


16/04/08

3

La catena

E che uno dice non le faccio ste catene, poi però Lemiemari ti nomina e ti dici vabbè, questo è mica un blog di astrofisica questo è cazzeggio. Passo il testimone a chiunque se lo voglia prendere. Vi nomino senza fare i nomi.

Dunque, 6 cose che mi piacciono, si diceva.

1. Quella sensazione, quella sensazione lì, che mica è facile da descrivere e ancora meno da provare. . . dico quei momenti in cui un senso di libertà infinita mi investe e penso a me e al mondo che ho davanti, ai biliardi di incroci di vite che si sono verificate e si verificheranno nel corso della mia esistenza, ai paesaggi che incontrerò, alle scelte che prenderò, che so per certo che ne prenderò ancora a palate in futuro, benchè ora non abbia benchè minima intuizione di quali saranno. In una parola, la sensazione di vivere appieno, con il beffardo sorriso sulle labbra di chi sussurra alla vita " ti ho preso, sai".

2. La natura. Uscire da me stessa, svuotarmi come un sacco dell'aspirapolvere sporco, sentirmi leggera e guardarmi intorno. Il sole, camminare in testa su, chiudendo gli occhi per la troppa luce, senza aver paura di andare a sbattere contro un palo. Vedere distese di verde intorno a me, montagne altissime, nuvole sulle quali sogno di vivere, campi di grano da attraversare correndo scalza con il dolore forte sotto la pianta del piede, neve da sciogliere tra le mani imbottite da guanti sempre troppo grandi. E poi, il mare, quella cosa lì che mi rimette al posto con il mondo quando siamo solo noi due. Il mare che stai accovacciato sulla sabbia, il vento ti taglia la faccia, e tu senti, continuo e costante, il rumore delle onde, che ti culla e ti fa sentire protetto. Il mare è la salvezza.

3. I colori. Giallo, arancio, rosso, indaco, violetto. Fiori, pareti, scaffali, macchie di vernice, pennellate senza senso. Tavolozze in grado di toccare l'anima, e, a volte, decidere l'umore.

4. Le chiacchere. Conversazioni surreali, dilemmi esistenziali, utopie da progettare, monologhi paranoici e propositi rivoluzionari. Le parole scambiate, con incensi fumanti, candele soffuse, tè bollenti, tisane fruttate, l'odore dell'erba che divampa.

5. Le ore che passano su di me sornione, che non è è facile da spiegare. Ad esempio, quando la brezzolina ti muove i capelli mentre su un'amaca divori pagine e pagine di un libro che ti fa sognare, il dormiveglia al fresco di un pino con quella colonna sonora che senti tua, cucinare con gli odori e i colori che ti piacciono di più, immaginare fotografie che sono dentro di te e che non sai mai se farai.

6. Ridere e sorridere. A crepapelle, di gusto, di nascosto, all'aria aperta, di qualcuno o per qualcosa. Per una cosa successa o che non succederà mai. Per un gesto buffo o una goffa gentilezza. Ridere per non piangere per poi sperare di sorridere. Ridere perchè mi si prende per culo perchè rispondo alle catene. Ridere delle cose che tempo addietro mi fecero disperare, questo sì che è fantastico.


14/04/08

12

Nice morning

D. è un italo tedesco che si è trasferito ad Amsterdam 8 anni fa, dopo aver vissuto in Tanzania per anni. Decido che la casa mi piace non appena ci metto piede: pulitissima, bianca e luminosa, con oggetti etnici e fotografie appese ovunque. D. oltre ad affittarci camera sua, ci dà colazione e bici.
La mia bici è marrone e scassata ed emette strani cigolii ad ogni pedalata, ma dopo mezz'ora siamo già migliori amiche e per tutti i giorni a seguire sarà il mio unico mezzo di locomozione con il quale girerò la città in lungo e largo.

Amsterdam è una gigantesca pista ciclabile: gli abitanti locali sfrecciano come saette, attaccano alla bici i carretti et voilà, li vedi portarsi dietro senza sforzo i bagagli, figli e cani. Parcheggiare la bici si rivela in effetti un'impresa complicata, nel nostro caso aggravata da due incertezze: dove le abbiamo lasciate e come riconoscerle. Nonostante i coffee shop di passaggio, torniamo sempre a casa con le bici giuste, grazie al mio epico senso dell'orientamento che ho scoperto avere solo ora.
Ho un futuro come bussola, devo solo capire come far fruttare questo innato talento.

Mi piace passeggiare per i canali, guardare le finestre che sono fatte per essere guardate, perchè sono lì senza tende e ti impongono di fissare lo sguardo sulle immense vetrate, al punto che ti sembra quasi di essere dentro. Mi immagino a galleggiare anche io e mi perdo nelle mille possibile vite che il mondo può offrire.

Amsterdam non è una metropoli e per questo mi piace. Cado in certi posti in cui la vita scorre lenta. Appena fuori dal centro, trovo un coffee shop rustico in cui signori di mezz'età passano ore a sfogliare il giornale, a giocare a scacchi e a sfidarsi a carte. Bevo dei tè buonissimi e assaporo il tepore e il relax dopo le interminabili pedalate a zonzo per la città.

D. ci trova una sistemazione per gli ultimi due giorni. Carica la nostra valigia rigida sulla sua bici e ci accompagna da P., un signore olandese di mezza età dall'aria decisamente bohemiènne. P. ci porta un caffè nel suo salotto ricoperto di libri e quadri e mentre rolla una sigaretta ricorda i suoi anni in Italia, definendola un Paese a parte.

P. al mattino mette musica jazz e ci porta la colazione in camera: un carrello rosso carico di caffè, formaggio, uova, pane caldo appena sfornato e torta al cioccolato. Io e omo facciamo colazione a letto e gli uccellini continuano a fare cip cip fuori e a noi viene voglia di vivere come loro. Un buon rapporto col tempo decide la vita, questo è chiaro mentre ci sollazziamo nel letto e io continuo a mangiare formaggio che mi piace troppo.

Il momento in cui devo separarmi dalla bici è drammatico, sento già la nostalgia del freddo sulle guance mentre pedaliamo, la sensazione di benessere schiacciante di questi giorni, la serenità, con la S maiuscola che mi fa camminare sorridente mentre non penso assolutamente a nulla ma l'unica cosa che faccio è sentire.

Sento pace, e questo è quanto basta.

Il tassista a Cork è tutto sorridente ed esordisce con un "nice morning, isn't it? "

Mi sento addosso il colore dei tulipani e la primavera è arrivata anche qui.

Giusto per dire, l'idea che mi sfiorava del ritorno a breve in Italia: sparita con gli exit polls.
Aspetto un altro po', eh.


07/04/08

15

Pronti al decollo

La volubilità metereologica ieri ha raggiunto il suo massimo storico: nell'arco di mezz'ora ho assistito a sole - neve - grandine - pioggia - vento senza pioggia e poi di nuovo sole. Col naso spalmato sulla finestra, allibita ho esclamato: altro che umorale, questo clima è schizofrenico! Infine, ho sentenziato che se uno vive in un posto così, non è che poi si deve meravigliare se cambia umore 40 volte al giorno. Ho raggiunto il mio karma, imputando tutte le colpe alla Natura.

Abbiamo tirato giù dall'armadio la valigia rossa che ci accompagnerà in Olanda, grazie a me. Perchè Omo voleva partire per 6 giorni solo con un bagaglio a mano. Ma sei matto? Tu non ti rendi conto di quello che dici, io prenoto una valigia. Grazie al mio pugno di ferro, ora sono salva e posso portare con me tutto il necessario. Ovviamente anche Omo carica felicemente la valigia che non voleva portare, che ve lo dico a fare.

I nomi olandesi delle strade e delle fermate degli autobus hanno dei nomi impronunciabili, per cui dubito che arriveremo mai a destinazione.


Solo una nota:ieri sera mi accingevo finalmente alla visione di Caramel, ero prontissima a calarmi nel mondo femminile di Beirut. Ero riuscita anche a convincere Omo a guardarlo, così lo metto in play e dopo due secondi lui mi guarda in faccia e mi fa hai scaricato un pornazzo. Co cosa? Sì, è la fotografia tipica del pornazzo.
D
a quando in qua i porno hanno una fotografia?

Dopo due secondi il titolo Le grandi labbra il ritorno campeggia a tutto schermo e io auguro le emorroidi a quel furbone che l'ha rinominato. Chiedo sarcastica ad Omo tu l'hai proprio riconosciuto dalla fotografia vero? Segue risata fragorosa e cambio film.
Visione di The Good Shepherd : film sulla Baia dei Porci (tanto per rimanere in tema) in cui Matt Damon ha degli occhiali così osceni che io passo il film a chiedermi perchè gli hanno messo quegli occhiali orribili finchè non mi addormento per la noia. Quando mi sveglio borbotto che forse Le grandi labbra il ritorno aveva una sceneggiatura migliore.

Bando alle ciance, corro a riempire la valigia finchè non scoppia.
Ci risentiamo in terra Olandese, sempre trovo un hotspot wifi e se imparo a scrivere dalla tastiera dell'Iphone.


04/04/08

9

Lo stivale visto da qui

1. Il famoso Napoletone e il celebrissimo capolavoro di Waterloo.





Qualcuno dica a quest'uomo (direttore di Telecom Mobile) che é dalle elementari che le maestre ci stracciano le palline con la sconfitta di Waterloo. Probabilmente, a lui hanno raccontato una versione diversa della storia.


2. Velenitaly

70 milioni di litri di vino prodotti con concimi, sostanze cancerogene, acqua e acido muriatico. Che bello quando si é disposti a far crepare mezzo paese per qualche dollaro in piú. Domani provo a mettere un goccio di candeggina nel bicchiere, magari mi piace.

3. La pagnotta napoletana condita con antiparassitari e la mozzarella al gusto di diossina. Sono sperimentazioni artistiche, l'Italia é un paese di gente fantasiosa, del resto.

4. Berlusconi che minaccia di andarsene dall'Italia se qualcuno osa ancora intercettarlo. Questa potrebbe essere una bella notizia. La brutta notizia é che tuttavia é ancora qui. Perché qualcuno non lo intercetta?

5. I medici dell'ASL che decidono abritrariamente che no la pillola del giorno dopo non la vogliono prescrivere, che ci frega se c'é una legge dello Stato che dice il contrario, che ci frega se siamo dipendenti pubblici. Che ci frega, noi siamo obiettori e quindi obiettiamo.


Da domani sono in ferie, martedí volta per Amsterdam.
Abbiamo prenotato anche le bici.
Mi ci vedo a pedalare fumata, sí sí.