31/07/08

13

Ricapitolando

Forse abbiamo trovato casa.
In centro, vicino alla fermata dell'autobus che ogni giorno ci carica sulla collina del lavoro. Con le finestrone, che anche se non c'é il sole, hai comunque l'illusione che entri luce. Con il parquet, su cui puoi raccogliere quello che cade, senza dover chiamare i ghostbusters per liberare i mostri intrappolati nella moquette. Con due divanoni neri che danno su un tavolino di vetro su cui ci starebbe molto bene adagiato il plasma visto nell'altra casa.

Con l'ascensore per trasportare casse d'acqua e valigioni del ritorno. Con tavolo di vetro in cui possono stare sedute anche 6 persone senza arrampicarsi sui muri in stile geko. Con un bagno che si allontana dal concetto di capsula Apollo e si avvicina a quello di stanza. Con un letto in piú per accogliere visitatori occasionali.
Certo, non c'e la lavastoviglie, ma si puó soprassedere.

Per levarci dall'impiccio del contratto da firmare con l'agente della casa plasma gigante, ho articolato una balla spaziale, ossia che Omo ha ricevuto una proposta di lavoro irrinunciabile in Italia. Balla al momento poco credibile, ne converrete. Lei ha detto i wish him all the best e Omo si é dato una grattatina scaramantica.

Ieri ho fatto i peperoni ripieni al tonno, non facevano tanto schifo.
La mia domanda é, ma voi li digerite i peperoni?
Io ci metto due giorni.


26/07/08

9

Casa plasma gigante

Quella della casa con la tv gigante continua a martellarci di mail e di chiamate, fa di tutto per farci entrare, prima ci abbassa il prezzo, poi posticipa la data di entrata. Tant' é che mentre si fluttua nell'indecisione (soprattutto mia) io dico che la tattica giusta é prendere tempo. Omo la chiama per dire noi non possiamo entrare prima di due settimane e questa ci spiazza dicendo okay ci vediamo lunedí per la caparra. Omo chiude interdetto e si accorge di aver detto sí. Ci guardiamo basiti e rimaniamo come idioti ad occhi spalancati per qualche minuto.

Cazzo, le hai detto di sí.
Giá.
Silenzio.

Io non sono convinta, secondo me la casa é fighissima ma non c'é spazio per mangiare. Cioé molto meglio di questa in cui stiamo ora, ma se dobbiamo cambiare voglio essere totalmente convinta, senza dubbi. Io voglio una living room piú grande, chi se ne frega se il divano non é strafico. Che poi io il divano di pelle cosí fighetto c'ho paura di bucarlo, e questo é un altro problema. No dai, questa é una casa pericolosa per i fumatori.

Quindi, oggi abbiamo un altro appuntamento, mentre quelli della casa fighetta con plasma gigante ci aspettano lunedí per fare il contratto. Magnifico. Faremo la figura dei soliti italiani, decreto.

E facciamola.


22/07/08

11

36 minuti left

Omo sta diventando un aspirante casalingo perfetto, ha volontariamente schedato tutti i prodotti frigo portati dall'Italia con relative scadenze e ha attaccato il minuzioso post it sul frigo. Gli ho detto a questo punto facciamo un excel. Ho visto un guizzo diabolico nei suoi occhi e ho puntualizzato all'istante guarda che scherzavo.

Sono stata estratta a sorte tra gli altri aspiranti concorrenti per passare al team italiano: di buono c'é che non lavoreró mai piú di sabato e che non faró mai turni troppo strani. Parleró meno in inglese, certo, ma dopo 9 mesi faticare un po' meno non dispiace. E poi, continueró a occuparmi ancora di qualche British visto che i clienti italiani sono decisamente meno. L'unica cosa che mi inquieta é che dovró cambiare manager, questo qui non mi ha mai rimproverato nulla, non so se anche il tedesco fará lo stesso. Perché gli italiani abbiano un manager tedesco, questo resta ancora un mistero.

Ho visto una casa nuovissima, mai abitata, first letting ever, é esattamente di fronte casa nostra, il che renderebbe il trasloco una passeggiata. Il folle padrone di casa ha messo dentro una tv al plasma a 47 pollici su cui ho sbavato per tutto il tempo, nonché un futon e divani di pelle futuristici. Infatti, la casa costa troppo per la metratura che ha. Ci stiamo meditando, ci diciamo che non possiamo farci abbagliare da uno schermo gigante. No, no.

Intanto, l'estate non c'é e io guardo laconica il mio monte ferie: 36 minuti.
Posso andare lontano.


18/07/08

9

I fatti ci cosano

Ci diciamo che in fondo cercare casa quando non si ha fretta é divertente. Infatti lo é. Peccato che fisso l'appuntamento l'unico giorno dopo mesi in cui non riesco ad uscire puntuale da lavoro. Esco con 20 minuti di ritardo, corro come Fiona May per raggiungere l'autobus, il cui autista impietoso parte nonostante veda dallo specchietto una me morente che cerca di acchiapparlo. Vedo una macchina che si avvicina e mi fa segno, penso sia un mio collega che conosco e monto su.

Quando salgo in macchina mi rendo conto non solo di non averlo mai visto, ma anche che non é affatto un mio collega, e mentre inizio a pensare che non é saggissimo salire sulla prima macchina che incontro, Omo chiama perché sono in ritardo per l'appuntamento con Brian della casa. Ovviamente, io ho la batteria scarica.

Dove sei?
In macchina.
Con chi?
Con uno.
Come con uno, non lo conosci?
No, cioé, mi ha fatto segno, pensavo di conoscerlo e sono salita, invece non so chi é.
Ma mi devo preoccupare?
No, penso di no, perché dici che io mi devo preoccupare?
E che ne so, non sai dove sei, non sai con chi sei.
Cazzo, ho la batteria scarica, chiudo cosí ti chiamo dopo se mi succede qualcosa.

La casa che vediamo é semplicemente bella, tutta in legno e con tante finestrelle colorate, e mentre penso chissá dov' é l'inculata, scopro che per arrivare ad una lavatrice devo fare 3 piani a piedi per arrivare in una stanza con le lavatrici collettive. Mi ci vedo proprio, io e la mia sportivitá.

A malincuore abbiamo detto no, anche perché tocca pagare di piú e a quel prezzo io voglio almeno una lavatrice dentro. Addio finestrelle dei puffi.

Intanto sulle scale di casa, Omo si convince che quello che mi ha accompagnato a casa, un sudafricano mai visto prima, sia il mio amante. Mi dice tu hai fatto qualcosa, rido, gli do qualche calcio nel sedere e mangiamo le tortillas con salsa chili, la droga del momento.

Oggi un'altra casa da vedere, ho il sospetto che ormai ci stiamo prendendo gusto. Non eravamo quelli che dovevamo andare via, e allora perché stiamo cercando casa? Non si sa, quindi non fate domande.


16/07/08

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Big babol

Il secondo giorno a lavoro va meglio del primo, inizio a ricordarmi che cosa facevo prima di andare in vacanza e pare che il mio cervello sia ancora in grado di esprimersi in inglese senza troppi traumi.

Il mio colorito nero ha attirato l'attenzione degli astanti, che sostengono che io sia andata a fare una full immersion di lettini solari. Si vede che non hanno mai visto il sole cosí a lungo da rischiare di bruciarsi. Ma vi pare che uno prende le ferie per andarsi a fare le lampade, dico? Qui mi si offende.

Non sappiamo se cambiare casa, cambiare lavoro, cambiare cittá o cambiare nazione, ma al momento siamo abbastanza convinti da non cambiare partner, il che é comunque un buon punto di inizio per decidere il resto.

La moquette fa un strano effetto al ritorno, sopratutto quando ci trovi una cicca spiaccicata sopra che non c'era prima. Il mistero é fitto e le indagini sono ancora aperte, probabilmente la nostra casa é abitata da fantasmi che fanno palloncini con le big babol. Potrebbero anche lavare i piatti questi ospiti immaginari, qualche volta.

Conforta sapere che dalla nostra partenza nulla é cambiato: siamo partiti lasciandoci dietro 17 gradi e ne ritroviamo 17. Il tassista é incazzato, dice che un tempo non era cosí, che esisteva l'estate e invece ora é sparita. Allora capisco che é difficile anche per loro affrontare tutto un anno senza notevoli variazioni climatiche.

Preghiamo che l'estate arrivi, tutti insieme.


14/07/08

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Forse

La macchina carica di roba inutile, le curve tra gli alberi per arrivare, il costume e gli infradito da mettere su, la baia del giorno in cui andare, l'amore nell'acqua con le rocce a spiare, giocare a racchettoni e avere male al culo per due giorni, la doccia al tramonto con i capelli ad asciugare, il vino da assaporare sulle sedie di plastica, l'amore ancora da fare quando va via il sole, la pepata di cozze da far fuori in due minuti, il pisolino sulla sdraio con le onde che ti cullano, i limoncelli offerti dai tanti chiunque nel mondo, le mille scale da salire, guardare il mare quando é notte e rendersi conto che se non ci fossere le luci tu potresti caderci dentro.

Pranzare sul pechereccio in legno a picco sul mare, la pelle che va via, la schiena che scotta e spalmami la crema mentre la felicitá si impossessa di ogni cellula del tuo corpo. L'amore che ti entra dentro con il sole e ne esce fuori piú radioso.

Un viaggio lampo in Toscana, un matrimonio con Bob Marley di sottofondo, un incontro con parte di famiglia che non vedevo da tempo, chianti rosso tra botti di vino mentre fumo una sigaretta su una sedia di legno che guarda la campagna toscana. Un respiro forte e pensare che bella la vita.

Due settimane che volano, il ritorno in aereo di notte, poche ore di sonno e mi risveglio abbronzata al vento d'irlanda, assolutamente non pronta a riprendere in mano la scrivania e il telefono. Assolutamente dormiente, sognante e ignara.

Credevo che il trauma da rientro fosse una prerogativa adolescenziale, invece l'unica cosa che é cambiata con gli anni é che non piango piú. Per il resto, il coccolone allo stomaco rimane quello insieme alla voglia di mollare tutto e correre indietro a fermare il tempo.

Ancora non mi é propria la rassegnazione dell'etá adulta ed é una delle poche cose di cui oggi mi compiaccio, oltre che del mio colorito nero che rimbomba tra le pareti bianche di questo posto che oggi sembra triste e che domani tornerá a essere quello di prima.
Forse.