30/06/09

9

Brave and fear

Ho visto l'estratto conto dell'ultimo mese e ho avuto paura di guardare.
Ho visto uno seduto con un topo addosso e anche lì ho avuto paura. Dico metti che per sbaglio il topo scappa e mi viene addosso.
Ho visto il serpente del ragazzo di Martyna e di nuovo paura, metti che si divincola dal braccio del padrone, impara a volare e mi morde mentre sono di spalle.
Ho visto la mascella del pitbull di un'amica e ho esitato ad accarezzarlo, paura, ho pensato metti che per insondabili motivi si incazza, la mia mano scompare sotto la sua mandibola a presa rapida.

In sostanza, più cresco e più divento una cagasotto.
Curioso, perchè da piccola credevo che le persone grandi fossero super coraggiose.
Che crescendo, il coraggio arrivasse sempre di più.
Invece non solo cresci, ma il coraggio se ne va.

Dovrei fare bungee jumping per dimostrare a me stessa il contrario. Ma ho paura, appunto.


25/06/09

4

Fonzies on the air

Dal giorno in cui ho saputo che Omo partirà per un weekend in Costa Brava per un meeting di lavoro annuale escogito metodi originali per infilarmi a scrocco nel gruppo. L'idea di ficcarsi nel bagaglio a mano è decisamente inflazionata oltre che essere troppo claustrofobica per la sottoscritta.

Spacciarsi per una bambola gonfiabile avrebbe leso la mia dignità e avrebbe reso necessario tagliare i ponti con tutti i colleghi dell'amante del gadget. Ho provato a propormi come interprete, ma non ne hanno bisogno. (vedrai quando accetterranno una fetta di morcilla senza sapere cosa c'è dentro, mpf).

La mia decisione definitiva è la busta di Fonzies.
Varcherò il check in avvolta dentro il bustone da 10 pacchetti.


22/06/09

13

Scatti urbani

Ricevo una multa di 85 euro risalente a metà marzo per aver transitato in un pezzo di strada misteriosamente riservato ai mezzi puubblici. Misteriosamente perchè dopo 100 metri il suddetto pezzo di strada ritorna calpestabile per tutti.

Quando apprendo la gioiosa notizia, oltre alle eleganti parole di rito, mi ingegno subito per capire se questa mazzata tra capo e collo è contestabile. Chiamo il mio avvocato di fiducia e le faccio un pippone sul comune di Roma, sul fatto che non c'hanno mai una lira per dipingere due righe per terra. Ma quanto costa stà vernice? Mah.

Il mio avvocato di fiducia mi dice su quali basi si possono contestare tali multe e mi sguinzaglia ad andare sul luogo del delitto, per fare foto e vedere così se la segnaletica è conforme alla legge. Dato che la multa l'ho presa il giorno in cui mi recai a fare un colloquio poi concretizzatosi in rapporto di lavoro, approfitto del mio appuntamento odierno in suddetto posto per fare due scatti.

Sempre carica come un mulo, con portatile, borsa a tracollo, pranzo inscatolato e varie cianfrusaglie necessarie per la giornata, mi butto all'angolo incriminato. Inizio a fare foto per terra, al segnale stradale e la prima cosa che noto con tristezza è che le scritte per terra sono chiarissime e sono quasi sicura che siano state ridipinte dopo la mia multa. Che sfiga.

All'improvviso un uomo con la pettorina Atac mi sorprende alle spalle e mi chiede con aria da investigatore "trova la segnaletica irregolare?". Vado nel panico, ho un secondo di tempo per rispondere e per insondabili motivi invece di dire la verità, dalla bocca mi escono le seguenti parole "no, sto provando a vedere se funziona la macchina fotografica facendo scatti urbani".

Dopo un secondo, vorrei già uccidermi per questa risposta. Quello che succede quando dici una balla per sbaglio è che non puoi tornare indietro.

Scattando per terra e sui segnali?
Vabbè, è tanto per provare a vedere come funziona.
Signorina, ma c'ha gli scavi dietro e fotografa i segnali? Si giri di spalle almeno prende gli scavi antichi!

Lo stronzo sa che gli sto mentendo: io non avrei mai voluto, dopotutto sono liberissima di fotografare una strada pubblica, almeno credo, ma ormai ho mentito per cui devo continuare a reggermi il gioco. La butto sul ridere.

Guardi se le dà fastidio che fotografo la strada, provo a fotografare lei!
No, per carità, non sono fotogenico!
Perchè, mi scusi, c'è gente che viene a fotografare questa strada? (che merda che merda che sono)
Eh sì, eh, fanno un sacco di multe in questo tratto di strada e dato che la segnaletica non si legge, vengono a fare fotografie per contestare le multe.
Non lo sapevo mica! Però mi sembra che si leggano abbastanza bene queste strisce per terra. Firulì, firulà. (verrai punita un giorno per tutte queste palle).
Sì, infatti, le hanno rifatte da poco, proprio perchè le contestavano tutti.
Ahhhhh, davvero?
Eh sì, signorì ma il Comune non c'ha i soldi per rifare le strade.

E non ho capito, li deve prendere da me sti soldi?

Saluto l'onesto lavoratore, mi reco a riunione e continuo a prendermi a parolacce per aver risposto No, faccio scatti urbani quando bastava rispondere Sì, sto facendo le foto per la multa.

Chiamo il mio avvocato di fiducia, alias mia sorella, che giustamente mi dice ma guarda che glielo potevi dire che stavi facendo le foto per la multa, è un tuo diritto, anzi magari gli chiedevi pure da quanto tempo hanno rifatte le strisce. Torna indietro, digli la verità e chiediglielo!

Ma che sei matta? Non lo farò mai, sai che figura di merda!

L'ultimo arcano da svelare è come faccio a dimostare che quelle strisce là non c'erano, all'epoca della mia infrazione. Sempre che sia io a doverlo dimostrare. Boh.

Dovrei richiamare avvocato di fiducia ma ho paura che mi ripudi come sorella, perchè io in effetti non sono un cliente, sono una palla al piede che non ripaga.



18/06/09

3

Self service

Arrivi al benzinaio carica come un somaro, sudata, 40 gradi all'ombra, in motorino. Non vedi l'ora di rimanere comodamente seduta sulla sella (perchè tu sei figa e hai il coso della benzina vicino al cruscotto) dargli le chiavi e tenere il tuo baricentro di tracolle e pc mentre lui ti mette i 5 euro.

Invece no.
Ci stiamo adeguando all'Europa, mi spiega, oggi ti mostriamo come fare self service e avere così uno sconto sulla benzina.
No oggi no ti prego, se scendo dal motorino con portatile, borsa e tutto poi ci metto mezzora per risalire.
Ti faccio vedere come si usa il self service!
No, non lo voglio vedere, lo so come si usa, ma non lo voglio fare, tieniti i 5 centesimi in più e fammi tornare a casa per favore.

Niente.
Devo scendere dal motorino, mettere il cavalletto sempre con 40 gradi e 90 chili di roba addosso e rimanere con la pompa in mano al sole a squagliarmi. Borbottare mentre il benzinaio sorride, sgravato del lavoro.

Poi però, i soldi li do a lui, mica li metto nella macchinetta.

Scusi, ma che self service è, se tanto serve qualcuno che prende i soldi?
Visto che sta qui a prendersi soldi non mi può fare anche benzina?

Metto in moto e vedo la donna sudata nella macchina dietro che ha già capito che sta per subire la stessa sorte. Mi lancia un'occhiata solidale, io ricambio.

Ora sì che siamo integrati con le direttive dell'Unione Europea.


14/06/09

8

Il mio navigatore nuovo

Il mio navigatore nuovo, alias questo coso, in attesa di essere incorporato al cruscotto, l'ho attaccato col braccino a ventosa. Sperimento il primo viaggio entusiasta all'idea di poter guidare tutta sgargiulla senza preoccuparmi delle strade. Partiamo da casa direzione Lago, attrezzatissimi. Io ho il cambio per la sera, i taralli, l'acqua, il libro che sto leggendo da mesi e che non riesco a finire, il telo fuxia decisamente poco mimetico e la crema solare.

Partiamo e il navigatore non riconosce il segnale. Non sa dove siamo, ancor prima di partire. Annamo bene, sentenzio. Ad un certo punto, Omo smanetta e il coso si ripiglia magicamente, pronto a portarci alla meta.

Che fico sto navigatore, ti dice anche a che velocità stai andando, dice lui, estasiato.
Dove, dico io, mentre cerco di mettere a fuoco i caratteri in Arial 6 senza successo.
La prima cosa che noto è che non ce la faccio a guardare lo schermo, la strada davanti e gli specchietti contemporaneamente. Sarà un mio limite, ma c'ho due occhi.

Comunque, il cosino ci guida fino quasi a destinazione. Quasi perchè ad un certo punto perde il segnale e ci lascia in stradine di campagna desolate. Quello che succede quando usi il navigatore è che diventi cerebroleso, lui ti dice destra e tu metti la freccia a destra e così via, con la conclusione che non ti poni minimamente il problema di dove stai andando, finchè lui muore e tu all'improvviso ti ritrovi triste e esterrefatto in luoghi ignoti.

Intimamente, già ho deciso che lo detesto. Scendo e chiedo ad un omino parcheggiato, mentre Omo continua a picchiettare nevroticamente sul touch screen (ricordando uno degli interrogativi della vita: perchè gli uomini non vogliono mai chiedere indicazioni?), io torno con le indicazioni a memoria dell'omino, destra, destra, poi sinistra, poi dritto, poi destra. Mi riappacifico con la trasmissione della cultura orale, dopotutto ha funzionato per millenni.

Arriviamo a destinazione, mentre quel coso continua a mostrare una clessidra ferma in attesa di segnale. Passo dal detestarlo al biasimarlo, pff, stupido di un gps.

Ci sbrachiamo al sole, ci ricongiungiamo con parte degli altri per recarci al ristorante prenotato, a 10 km da qui come dice Google Maps. Nessuno ha stampato le indicazioni ovviamente, confidando nel prossimo che a sua volta ha confidato nel prossimo etc. Ma non vi preoccupate, dico fiera, io ho il navigatore, seguitemi.

Le due macchine mi seguono fiduciose, mentre quel coso malefico mi fa compiere le seguenti azioni: entrare in una strada chiusa con un cartello gigante Proprietà privata (in cui in preda all'effetto cerebroleso di cui sopra mi infilo senza farmi domande), infilarmi in un tunnel stretto basso che ti aspetti ti conduca all'inferno, poi mi chiede ripetutamente di girare a sinistra quando evidentemente sono in una strada dritta, ma io lo ascolto per cui continuo a mettere la freccia a sinistra, le due macchine dietro mi imitano, e così di nuovo e di nuovo.

Mi immagino cosa avranno pensato di noi le macchine intorno, alla vista di questo gruppo di rincoglioniti che simultaneamente cerca di girare in strade immaginarie e poi tira dritto. Lo maledico ridendo ma non avendo alternative, continuo ad eseguire gli ordini come un automa.

Mi stupisco quando dice "siamo arrivati", alzo gli occhi e vedo il nome del ristorante.
Lo odio sempre meno mano a mano che scorre il tempo e la coppia senza navigatore che dovrebbe arrivare da Roma continua a girare intorno al lago inviandoci segnali confusi.

Vedo un castello!
Sì, il castello di Anguillara, sei quasi arrivato!
Evvai, gioivano, ovviamente sotto il castello sbagliato, continuando per un'ora a mezzo a girare senza meta mentre il terrore del gruppo riunito al tavolo saliva a dismisura e io mi chiedevo: quando arrivano dobbiamo fare la faccia contrita solidale o quella sorridente che sdrammatizza?

Alla fine della cena, ho schiacciato il tasto Portami a casa e ho capito che forse questo coso io già lo amo un po'.



11/06/09

8

Marketing del pelo

Amo l'estetista perchè mentre mi fa la ceretta mi dice"era da un sacco di tempo che non vedevo una pelle così liscia".

Cosa non si è disposti a fare al giorno d'oggi per fidelizzare i clienti.


04/06/09

5

La bellezza

Lavoro a un nuovo progetto, ho tante energie.
Elargisco un sacco di soldi al Gs, il frigo si svuota alla velocità della luce.
Non supero i tre caffè al giorno, un traguardo di cui mi posso vantare.
Ogni tanto vado a correre al mattino, tra gli alberi, e mi sembra che tutto sia fantastico.
Mi svuoto bicchieri di fragole con panna sulle magliette, le lavatrici da fare sono sempre troppe.

I giorni passano rapidi e son sei mesi ormai che sono in Italia, di nuovo.
Senza un ripensamento, un pentimento o un'esitazione.
Con la voglia di provare a fare qualcosa di giusto, di enfatizzare le belle cose, le belle persone, i buoni propositi senza stare a criticare costantemente una realtà dall'esterno. Costruttiva mi voglio, questa volta.

Perchè qui il buono da qualche parte c'è, è solo che devi scavare e scavare per trovarlo e coltivarlo. Vivere in un micro mondo e sperare che sia sempre meno micro.

Amare la bellezza e avere gli occhi che si impegnano a trovarla.