28/11/08

14

Proprio io

Per l'ultimo giorno di lavoro volevo fare una torta ricotta e cioccolato. Poi nella smania di fare una torta più grande del previsto ho finito la ricotta e il cioccolato. Così ho portato a lavoro una torta con retrogusto di ricotta e una pallina di cioccolato ogni metro cubo. Ho avuto il biglietto di saluti con tanti good luck and all the best for the future.

E mentre saltello sul ponte con sciarpa di pile rubata ad Omo e il mio cappotto bianco zozzo e le mani che pizzicano per il freddo io la sento nell'aria la libertà. La libertà di scelta, un orgasmo per l'anima.

Domani abbiamo organizzato un leaving party a casa, nonostante le titubanze di Omo nell'invitare 20 persone da noi perchè non ci stiamo fisicamente, la sua proposta di incontrarci tutti al Pub si è eclissata davanti alla mia sottile tenacia. Alla fine mi ha fatto fare come volevo, così mi è presa la mano negli inviti e ne ho aggiunto anche qualcuno in più. Grazie, Omo. (lo adoro anche per questo, perchè sa cedere per farmi sorridere e per riderne insieme).

Non ho la più pallida idea di cosa preparare per 20 persone ma spero di cavarmela con affettati, bruschette e vino. Sono ottimista, si vede.

Oggi sorrido da sola, oggi mi coccolo sul divano a guardare film già visti, a lavare oggetti già venduti che aspettano di essere consegnati, a fare foto e liste di altre cose da vendere, a mettere giù elenchi di cose da comprare per la festa di domani.

Oggi faccio una doccia quasi bollente e asciugo i capelli senza spazzola, mi rialzo che sembro un misto tra un leone e un'aborigena, mi guardo allo specchio e rido da sola.

Oggi mi sento proprio io.



25/11/08

15

Ick ick

La visita di gruppo domenicale alla distilleria del Jameson é stata accompagnata, manco a dirlo, dall'assaggio gratuito di whisky. L'eroismo di Omo nel chiedere alle due del pomeriggio un whisky on the rocks in un lungo e capiente bicchiere da ingurgitare subito dopo un hamburger con bacon ha provocato un evento memorabile.

Si parla di un fenomeno apparentemente innocuo, che se dura troppo a lungo, puó distruggere un uomo, ma anche due, se questi due umani vivono insieme. Signori e signore, fate un applauso ad un singhiozzo stabilitosi nel corpo del mio uomo per 48 ore di fila. Non un singhiozzo discreto, di quelli che fai un ick ogni mezz'ora, ma piuttosto un singhiozzo invadente e irritante. Di quelli che non riesci a portare termine una frase, per intenderci.

Dopo una serata a far provare ad Omo tutti i rimedi della nonna tipo dai su bevi bevi senza respirare, tappati il naso, mettiti con la testa tra le spalle, fai una giravolta, falla un'altra volta, il giorno dopo Omo arriva a lavoro che ha ancora il singhiozzo. Efficacissimi i miei rimedi.

Singhiozzando é sceso nell'ufficio medico, dove le infermiere, dopo le grasse risate di rito, gli hanno preso appuntamento con il medico. Davanti all'ignoto, meglio scalare ad un livello superiore, si saranno dette.

Dopo una pausa ingannevole di due ore Omo mi chiama esultando per la dipartita del singhiozzo e decide di non andare dal medico, anche perché cosa vuoi che faccia il medico per il singhiozzo? Ritorna a casa vincitore fino alla cena dopo la quale ricomincia a singhiozzare a ritmo heavy metal, tanto é vero che alle 2:30 del mattino, dopo mezz'ora di salti nel letto al ritmo di ick ick, decidiamo di spostarci sul divano per continuare la danza insonne.

Mi arrendo, torno a letto quando mi rendo conto di essere assolutamente inutile alla causa. Stamattina, dopo 48 ore, il signor singhiozzo é passato.

Ieri sera mentre mi rotolavo nel letto e sentivo il sottofondo di ick dal salone, mi sono ricordata che qualche mese fa sulla rete irlandese ho visto un servizio speciale su una tizia americana che continuava a fare il singhiozzo da 20 anni e nessun luminare era stato in grado di farglielo passare. Infatti mentre la intervistavano io non capivo un tubo perché faceva ick ick ogni secondo.

Ovviamente ho condiviso con Omo questa informazione nella speranza di sdrammatizzare.
Se omo fosse stato una donna (traduzione: se al posto suo ci fossi stata io) avrebbe pensato o mio dio sta capitando anche a me e avrebbe dipinto foschi scenari di emarginazione sociale per il resto della propria vita. Per fortuna io sono eterosessuale e sto con Omo che essendo un omo appunto si é fatto quattro risate.

Il capro espiatorio é stato individuato nel Jameson, ovviamente.

Sto cazzo di Jameson, é la prima e l'ultima volta che lo bevo. (lui)
Maddai amore, mica é stato il Jameson, sará stata una sfortunata coincidenza di eventi. Non é che tutti quelli che bevono il Jameson c'hanno il singhiozzo per due giorni, no?(lei)
Si, ma quella della distilleria ha detto che questo whisky era senza additivi e vedi il risultato. Ma dico io, additivi, non additivi, basta con queste cazzate. E metteteceli sti additivi. (lui)

Chissá se anche quella americana del servizio in Tv aveva bevuto il Jameson.
Ick.

Questo blog si sta elevando a livelli culturali ed intellettuali mai raggiunti prima.



21/11/08

13

Kill you later

A testimonianza dello stato di degrado a cui é arrivata la mia scatola cranica.

Mi rimbalza addosso una rogna, uno di quei casi che i precedenti colleghi hanno cercato di affibbiarsi reciprocamente, nel riuscito tentativo di sparire dalla circolazione e riemergere quando la patata bollente era piombata sulla scrivania di qualcun altro.

Ovviamente la patata alla fine rimbalza anche su di me e mentre parlo con il cliente capisco perché i precedenti colleghi si sono dati alla macchia. In un impeto di pena decido di occuparmi della rogna e anche se non so da dove partire, mi lancio in un tentativo disperato di rassicurare il mio cliente dicendogli che mi prenderó del tempo per leggermi bene tutto e lo richiameró per vedere come possiamo risolvere.

Non calcolando i lapsus freudiani, ho fatto la gaffe dell'anno.

- Let me research the issue and i will kill you later.
What?
(Silenzio)
- Oh my God, i'm sorry, i will call you later, i am not gonna kill you, of course.
Are you sure? (ironico)
- Yes, i am.

Quando il mio cervello sta fondendo, divento dislessica. E' un modo molto elegante che ha il mio corpo per dirmi che vuole andare in vacanza.

Buon weekend a tout le monde.


19/11/08

12

Del perché le agenzie immobiliari devono sparire

La consolazione é pensare che everywhere is home, che non é che ci si prende inculate soltanto da noi, che certe cose vanno nello stesso modo ovunque. O almeno vanno nello stesso modo anche qui in Irlanda. Nello specifico, si parla di agenzie immobiliari, una categoria la cui esistenza annullerei se potessi e sulle cui ceneri ballerei a ritmo di samba. (sul chi abbia avuto la malsana idea di creare questi sciacalli di intermediari magari ci soffermeremo in una lezione a parte).

Il 6 Novembre mi recavo con Omo a varcare la soglia di questa elegante agenzia anche detta ERA DOWNEY MCCHARTY e incontravo la sciacquetta bionda che si stava spinzettando le sopracciglia dietro al desk. Mi permettevo di interromperla per darle notizia che eravamo lí per dare il preavviso di un mese per lasciare la casa, lei prendeva tutte le informazioni e diceva okay, no problem, ti chiamo dopo aver chiamato il padrone di casa per darti conferma.

Passa una settimana e della chiamata di sciacquetta nessuna traccia. Per cui il 12 Novembre io e Omo varchiamo di nuovo la soglia di quest' agenzia dove ritroviamo la schiacquetta bionda. In modo molto diplomatico le ricordo che é una settimana che sto aspettando la sua chiamata e che vorrei avere conferma che posso smuovere le chiappe da quella casa l'8 dicembre senza che questo abbia effetto sulla mia caparra. Con uno sguardo sempre piú intelligente, la biondina mi rassicura che non c'é nessun problema.

Ieri ricevo un laconico messaggio in segreteria dalla sciacquetta che mi dice che IO devo contattare il proprietario il cui numero di telefono mi svela solo ora. Chiamo il proprietario che mi dice che lui non aveva avuto alcuna notizia del nostro preavviso e che pertanto il nostro preavviso parte da oggi. Per cui, se molliamo prima, faccio ciao ciao con la manina a 400 euro della caparra.

Tenendo conto che ho prenotato un volo di ritorno per il 7 dicembre e che non saprei cosa farmene della casa fino al 19, la conclusione é che domani vado in agenzia e sbrano la biondina.

Avrá la cosa alcun effetto? Riavró i miei soldi? Probabilmente no, ma a faró tutto il possibile per provocarle un esaurimento nervoso. Infatti domani vado qui a chiedere aiuto.

Io odio le agenzie immobiliari, che sia messo a verbale.




17/11/08

17

Voglio le lenti!

In Irlanda non puoi entrare da un ottico o peggio ancora in un supermercato, arraffare le tue lenti a contatto e andare via. Come lo so? Perché cosí mi é stato riferito dall'ottico da cui mi ha spedito la grande azienda per rifarmi gli occhiali. Non posso chiedere le lenti a contatto se non faccio una visita che mi costerá tot euro, visita che certifica che io posso portare le lenti.

Ma io porto le lenti da 12 anni, il test l'ho fatto la prima volta e basta.
Puoi chiedere al tuo ottico di mandarci questo certificato che vale un anno.
Io non ce l'ho questo certificato, non esiste, non me l'ha mai chiesto nessuno.
E allora devi fare una visita, avere il certificato e poi ordinare le lenti.
Va bene, arrivederci.

Mi sembra una stronzata, mi oppongo.
Driiiin.
Mami, mi fai un favorissimo? Mi dovresti inviare due paia di lenti a contatto in un pacchettino che qui ci vuole la ricetta dell'ottico etc etc.

Due giorni dopo a lavoro ricevo la mail che é arrivato un pacco per me e che tale pacco mi attende all'ufficio spedizioni. Arrivo, do il mio badge e mi chiedono con che corriere é arrivato. Non ne ho idea, per cui sparo il primo che mi viene in mente, DHL.
No.
Allora non lo so.
La tipa mi guarda con aria scocciata, apre una piramide di fogli, trova il mio pacco e si fa per abbassare a prendere questo coso dalle proporzioni gigantesche. Dallo sforzo che fa deduco sia pesante. Cerco di evitarle una fatica inutile, faccio la brillante, le dico che magari c é un errore, io sto aspettando una bustina piccina picció.
Me lo sbatte sul tavolo e grugnisce no, qui c'é il tuo nome.

Mi porto questo fardello per due piani e mando un sms alla mamma chiedendole invano spiegazioni sull'evoluzione da bustina con lenti a contatto a fardello di 15 chili.
Mi dice é una sorpresa.
Su questo non c'é dubbio.

Torno a casa impaziente, scarto il pacco e trovo le mie lenti a contatto sommerse da pezzi imponenti di parmigiano, speck e prosciutto che giocano con scamorza e provolone.
Un paradiso culinario che trova la sua apoteosi alla vista delle bottigliette d'olio d'oliva denso denso arrivato dritto dal frantoio. I love you, Mum.

Io me lo sentivo che quella visita dall'ottico non andava fatta mica.


13/11/08

6

My Big Bang

La saggia nonna dice che "la coda é la piú dura a scorticare" e infatti queste ultime settimane di lavoro che ho davanti mi sembrano secoli da cavalcare. Dopo la disfatta del team italiano sono stata riaccorpata agli english e sono ritornati tutti i cazzi e i mazzi degli amici della regina. Oh, per caritá sono gentilissimi, un trionfo di thank you e smancerie, ma sono di una pesantezza intriseca difficile da scollare.

Sciroccata, do you prefer the english or the italian customers?
The italian ones, cause they are less demanding.
Really?
Yes.
Ah. (faccia delusa, perché gli stranieri sono abituati a sentire gli italiani lamentarsi dei propri connazionali).

Ho un curriculum aggiornatissimo in Inglese, ma ho un curriculum non aggiornato in Italiano. Ho risposto ad alcune offerte di lavoro italiane inviando il mio cv inglese, perché in questi giorni non ho tempo per tradurlo. In effetti in questi giorni non ho tempo per fare nulla.

Ho la vaga sensazione che verrá cestinato seduta stante finché non lo traduco.
Magari dovrei evitare di inviarlo finché non lo aggiorno in italiano, altrimenti verró segnalata come spammer e non mi assumerá mai piú nessuno. Le aziende hanno una black list di candidati?

La testa mi esploderá per sovraccarico di informazioni che sto accumulando. La mia testa é una immensa To do list.

Sará il mio Big Bang personale, l'inizio di un nuovo mondo.




09/11/08

14

Bring some food

La festa organizzata dai francesi è stata un incubo. Una casa popolata di francesi che parlano in francese ed io, Omo e amico italiano abbandonati a noi stessi. Ci siamo attaccati alla boccia di vino a sopportare il borbottìo dei francofoni chiedendoci che cazzo hanno invitato a fare italiani se poi parlano tra di loro in un crepitare di suoni striduli e poco percettibili. Come se non bastasse, la mail di invito alla festa recitava "bring some drink and food". Io l'ho presa alla lettera, per cui ho portato vino e una ciotola gigante di pasta fredda. Solo io l'ho presa alla lettera, tant'è vero che su 20 persone arrivate, quella ciotola era l'unica cosa da mangiare. Quanto mi stavano sulle palle quando li ho visti azzannare la pasta dopo che non mi hanno neanche rivolto una parola in inglese per tutta la serata.

Dei francesi se ne era già discusso in tempi Erasmus, ormai ho capito che presi singolarmente possono risultare simpatici, in gruppo è meglio evitarli. Sì, mi fanno schifo le generalizzazioni e non si può fare di tutta l'erba un fascio, ma tant'è.

Dopo esserci rovinati il venerdì sera abbiamo preso la saggia decisione di preservare il sabato sera, per cui era prevista la festa di compleanno di una di codeste donzelle d'oltralpe. Con uno sguardo di intesa, io e Omo ci siamo guardati in modo molto chic
dicendoci col cazzo che ci andiamo.

Continua a piovere e mentre la pioggia bagna la finestra, ci rifugiamo sul divanone a giocare ai pupazzetti di pezza. Little Big Planet è semplicemente adorabile.



07/11/08

7

Anf anf

Che casino.
La casa da lasciare, la caparra da riavere, la tv le casse la bici da vendere, il gas la luce internet da staccare, il conto da lasciare aperto, l'exit interview da sostenere, i pacchi da inviare, i moduli di tasse da compilare.
Uno si illude di essere leggero, svolazzare da un posto all'altro con le sue ali colorate e invece poi si ritrova pieno di fogli e moduli da firmare, oggetti da non sapere se vendere, lasciare o portare. Uno si illude che ci sará tempo per fare tutto ma sa giá che si ritroverá gli ultimi giorni con i capelli verdi e le cellule invase da isteria.

Peró, sono contenta.

Non é che mi preoccupi molto di perire di fame in Italia, che sembra essere l'ansia comune. Non che stia tornando perché pensi di poter migliorare la mia condizione socio economica, ovviamente no. Non che sarei disposta a rimanere in patria a costo della povertá (quella vera) e della disoccupazione.
Evidentemente no.

Sono semplicemente una persona che ha guardato il cielo ha fatto un sorriso consapevole e ha detto qui ho finito. Torno con la curiositá, la voglia di provare e la serenitá addosso che mi avvolge come un mantello rosso di velluto. Se non funziona, non staró certo a piangermi addosso e ad elemosinare ai bordi delle strade per un euro.

Quello che mi attende, l'ignoto, non é motivo di ansia, ma di inspiegabile, genuina allegria. Quello che mi attende é anche una montagna di piatti e pentole da lavare utilizzati per la teglia di cannelloni di ieri sera.
Questo sí che é motivo di ansia.

Tra l'altro stasera entro alle 9 devo anche portare da bere e da mangiare ad una festa con colleghi francesi. Considerato che arrivo a casa alle 8, devo andare a fare la spesa, lavare i piatti, farmi la doccia e vestirmi...
Io l'ho giá detto, piú di una pasta fredda non ce la faccio.



04/11/08

9

L'albero

Bustine di paracetamolo sciolto in acqua bollente con puzza di limone hanno risolto poco il dramma tosse e rincoglionimento generale. Con mia grande fortuna, mi ammalo poco prima di dare le dimissioni e vengo a sapere che nell'ultimo mese di lavoro, se ti ammali non vieni pagato. Perché mai? Sindacalmente non mi sembra una politica molto friendly, ma me ne fotto. Voglio dire se proprio sto male rimango a casa a prescindere.

In compenso scopro ora che il mio ammontare delle ferie equivale all'incirca a 9 giorni lavorativi, che mi verranno monetizzati nell'ultima busta paga. Questa é cosa buona e giusta. Stavo quasi pensando di andare in vacanza con i soldi delle ferie che non ho preso. Sognavo un last last minute invernale in un posto caldo caldo, per ripagarmi di un'estate praticamente non vissuta. Quanto mi ci vorrebbe una settimana sdraiata stile geco con i libri e il sole in faccia e senza maglioni, sciarpe e cappelli tutto intorno.

Anche perché secondo me a stare tutto l'anno senza sole si diventa piú brutti, secchi, pallidi e denutriti. Infatti, é una settimana che ho tutta la pelle secca che grida acqua acqua, io bevo, ma la pelle rimane secca.

Tra l'altro é qualche giorno che a casa abbiamo amici immaginari che fanno sparire la roba.

Ieri sera mi accingevo a fare una piadina contando sulla mortadella ancora imballata, apro il frigo e udite udite la mortadella é sparita. Dico come é possibile, guardo Omo con aria da detective e gli chiedo sei sicuro che non l'hai aperta tu, mangiata e finita senza rendertene conto? Mi dice no no. Gli credo e rimaniamo davanti al frigo a contemplare il vuoto lasciato dalla mortadella.

Stamattina, altro mistero, vado per prendere dal solito posto la crema idratante Avene, unico acquisto di un certo rilievo che faccio in ambito cosmesi appunto perché
con mio grande stupore é una crema che idrata davvero e il tubo di crema non c'é piú. Sparito. Cercato in bagno, in camera, in camera due, nell'ingresso, in cucina, niente. La crema Avene e la mortadella hanno organizzato una fuga insieme.

Oggi, altra lezione di Yoga.
Ormai riesco quasi a stare ferma nella posizione dell'albero senza sembrare una ubriaca barcollante.



01/11/08

12

Halloween, parliamone

Quello che dell'Irlanda non sono mai riuscita a capire fino in fondo sono i contrasti. Com'è che un Paese tanto civile e moderno per tanti aspetti si trasformi in in un feccia country per tanti altri, questo rimarrà un punto interrogativo che mi porterò dietro.

Il 31 ottobre, finalmente giunta al venerdì alle 19, ora in cui posso fare ciao ciao con la manina ad una lunga settimana, mi reco saltellante e congelata alla fermata dell'autobus. Un'ora e un quarto dopo, con 20 persone in fila con me, l'autobus non si è ancora degnato di apparire. E di fatto, non passerà fino al giorno dopo.

Dopo che i nostri piedi erano atrofizzati e l'attesa vana, in quattro superstiti chiamiamo un taxi che ci spiega che no che l'autobus non passa il 31, perchè se passa cercheranno di bruciarlo. Che simpatici scherzi, quelli di Halloween. Ma non era dolcetto o scherzetto? No, eh.

Ora, in un paese civile o presunto tale, se qualcuno ogni anno puntualmente cerca di bruciare un mezzo di trasporto pubblico, si fa in modo che quel qualcuno non lo faccia piu. Qui a quanto pare la soluzione al problema è interrompere un servizio pubblico senza avvisare un cazzo di nessuno. Rimango alquanto perplessa.

Comunque, mi sono girate le eliche perchè ero già raffreddatissima e dopo un'ora al gelo il mio catarro si è triplicato, tanto che il week end sono condannata a passarlo con paracetamolo e fazzoletti a fiumi. Non che me ne sia fregato mai qualcosa di Halloween, per intenderci.

Tra l'altro Halloween quando io ero ancora una giovincella che andava a scuola con lo zaino Invicta, non mi ricordo che nessuno se lo fosse mai cagato.

Ah, gli effetti della globalizzazione.