19/05/11

3

Maremma maiala!

Sono stata richiamata a consulenziare in grande azienda, per cui sono passata dall'essere always online al non avere più altro strumento di comunicazione se non l'email e quella specie di cellulare che ho. Sto vivendo quasi un periodo vintage, di isolamento tecnologico. Trovo molta soddisfazione nella mensa, un buon surrogato del "il piatto è pronto in tavola".

Macino un sacco di km ultimamente e in macchina metto Virgin radio e canto a squarciagola e non è che mi frega di quello che pensano gli altri che in giacca e cravatta mi osservano dal finestrino. A me sembra un inequivocabile segno di sanità mentale cantare in maniera molto convinta da soli.

Accumulo pacchetti di fazzoletti da 1 euro che puntualmente compro dall'indiano al semaforo e poi torno a casa e mi rendo conto che non ho la cartaigienica. Sono 4 giorni che al mattino mi sveglio e realizzo che è finito il caffè e resto sotto choc e mi sembra surreale che io riesca a lavarmi, vestirmi e uscire di casa senza caffeina. Infatti un po' lo è, perchè al mattino faccio una gran fatica a ricordarmi dove ho parcheggiato la sera prima e cammino con le chiavi della macchina in mano pigiando il tasto per aprire, nella speranza di intravedere qualche luce.

Sono stata in Maremma e l'acqua calda a 37° sulle spalle mi ha trasformato in una specie di pappetta di manzo per bambini, ho fatto tanti chilometri in bici e in salita, ho mangiato così bene che potrei ripartire ora solo per fiondarmi su "quel" piatto di pici al ragù di cinghiale che ho mangiato in cima al tufo. La prima sera, al buio, nelle curve, mentre felicemente tornavamo all'agriturismo, il navigatore si è definitivamente spento (quale momento migliore) e abbiamo vagato un po' per tutte le provinciali maremmane, finchè non ci siamo magicamente ritrovati sul brecciolato giusto.

Ho fatto colazione con la ricotta e le marmellate fatte in casa e ho pranzato in un bar dove abbiamo chiesto dei panini e ci hanno preparato delle grandi felle di pane ripiene che mi hanno immediatamente ricordato le stupefacenti merende che mia nonna mi preparava affogando queste lunghissime fette nell' olio e nel pomodoro e tutto intorno a me sembrava essere uscito dagli anni '60 e ho pensato che quegli anni un po' mi mancano anche se non li ho mai vissuti.