30/12/10

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My 2010

Gennaio: in un agriturismo in Toscana, tra i leprotti e la neve, senza catene, una camminata di N chilometri in salita per raggiungere un paesino e cercare un alimentari. Una discesa su cui ho rischiato di giocarmi l'osso sacro per riportare le buste nell'appartamentino. Mangiata poderosa a Siena, freddo cane.
Febbraio e Marzo: non c'ero, e se c'ero, dormivo.
Aprile: mentre un contratto mi scade, noncurante realizzo l'obiettivo New York. Il monolocale di Peter, le scale antincendio, le alette di pollo e gli smoothies a Greenwich Village, le birre a East Village,  camminare, camminare, hot dog a 1 euro, ridere, scattare foto e il tempo che vola.
Maggio: il contratto è scaduto, fondamentalmente cazzeggio, mentre le bolle sulla faccia e gli antistaminici mi fanno compagnia.
Giugno: viaggio in Sardegna, vado a due matrimoni. Dentro di me cresce insofferenza, incertezza, delusione. Progetti di lavoro che entrano.
Luglio: un nuovo lavoro, mentre intorno a me cadono certezze come tessere di un domino, il crollo. L'estate non è sempre bella, neanche se sei abbronzata e bellina sotto il sole.
Agosto: vado a casa, lavoro in giardino, mi lamento, fumo sigarette sul dondolo, leggo libri, dormo, chiacchiero tanto con le amiche, credo di aver preso la mia decisione. Piagnucolo in preda allo sconforto e intanto compio 29 anni.
Settembre: la mia vita privata è ufficialmente uno schifo. Per compensare ho una bella notizia, non dovrò più preoccuparmi per un bel po' dei contratti che scadono.
Ottobre: cambio casa, stanza e letto. Poi Parigi, con le crèpes e le baguette che aprono uno squarcio di luce.
Novembre: non riesco a identificare le cause, ma la mia vita privata va decisamente meglio. Smetto di cercare le cause e mi rallegro perchè non piagnucolo più. Vinco le ultime rimostranze e posso dire, che in mezzo a tutto il casino che c'è, torno ad essere serena.
Dicembre: il mese in cui decidiamo che l'anno prossimo torneremo a vivere insieme. L'inverno è meno freddo, i dubbi si diradano all'orizzonte, tutto può succedere,  il futuro lo metto in mano al 2011.

Buon anno.


17/12/10

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Porci alle perle

Si dice che tutte le persone entrino nella nostra vita per uno scopo.
A volte lo scopo è rompere i coglioni.


15/12/10

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Battaglia navale

Ho ritirato i risultati e sembrano una partita di battaglia navale. C4 C5 colpito! Affondato!
Chiamo il medico iper specialista al telefono e esordisco con Salve, cognome. E lui, evidentemente risentito, mi scusi, lei chi è? Io sono il dottor cognome.

Dottor cognome, ma vaffanculo, và! Levi il titolo ai dottori e agli ingegneri e sembra che li privi della loro stessa ragione di vita.

La mia testa, biologicamente parlando sta bene , ha passato la revisione, è tutto a norma, mi sta solo abbandonando un pezzetto di cervicale, timidamente e lentamente, ancora prima di compiere i 30.

Mia mamma, sollevata,  al telefono " Anche io C4 C5, hai la stessa cosa mia!".
Evvai, yeah, stappiamo lo spumante?
Io "Mamma, sì ma tu sei ai 60,  io manco arrivo a 30 e già inizio a cedere"
Uhm.

 Devo fare fisioterapia, da uno bravo bravo, mi avverte il dottor cognome, dopo le vacanze lo cerchiamo, ma deve essere proprio bravo bravo, sennò è meglio che non la fai. No vabbè, se la mettiamo così, faccio prima a non farla.

Il consulente del lavoro mi ha accreditato dei soldi in piu negli ultimi mesi, e mica bruscolini, che devo restituire in comode rate. Dal mio conto devono uscire dei soldi che avevo già praticamente e virtualmente speso, e la notizia mi ha così sconvolto che per reggere il colpo, sono andata a un aperitivo su invito con collezione in saldo di Nannini e ho comprato un cappello che quando l'ho provato davanti allo specchio, già m'ero scordata del debito, delle rate e della fisioterapia.

Ora lo devo solo indossare e sorridere, senza fare troppo sforzo, eh.
A riposo.


02/12/10

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La risonanza magnetica unz unz

PROLOGO
Un mese fa doctor di base mi fa visitar da doctor specialista, che mi prescrive risonanza. Inizio a balbettare e dire ma dove, nel tunnel, chiusa, come, quando, quanto dura? Doctor specialista mi risponde lapidario: "prendi 20 gocce di lexotan prima di andare e non se ne parli piu". Io riattacco con il pippone no, perchè devo prendere un ansiolitico, non ho mai preso un ansiolitico, è proprio necessario l'ansiolitico?

Doctor specialista ride, mi accompagna nella stanza da doctor di base (sono tutti ggiovini i miei doctor) e sghignazzando gli fa: c'ha paura della risonanza ma non vuole prendersi un calmante. Buahhaha, ride anche l'altro, e dice questa è la prima volta che mi capita, c'hai l'ansia da ansiolitico. Ridono, loro.

Decreto che al massimo prenderò delle gocce di valeriana, io non accetto di dover prendere dei calmanti (mai presa neanche una goccia, finora sono riuscita con l'autocontrollo). Ce la posso fare ce la posso fare. Ieri dopo il prosecco e l'ingozzamento di arachidi me ne torno saltellante a casa con l'orchidea in mano (grazie Fra) e mi dimentico di comprare la valeriana.

I ATTO
Stamattina mi sveglio tipo all'alba, mi deprivo del piercing, delle lenti e mi avvio 2 ore prima al patibolo. Mi rilasso, penso ad altro, poi mi chiamano, mi deprivo degli ultimi oggetti metallici, poi mi deprivo pure degli occhiali e quindi in teoria non dovrei vedere piu un cazzo, ma lei la vedo, la navicella spaziale futuristica che mi attende.

Appena guardo l'aggeggio dico al camice con le converse ai piedi Ma poi mi venite a liberare?, e mi risponde " No, di solito li segreghiamo."  Solo medici cabarettisti, io. Mi porge dei tappi per le orecchie arancioni fosforescenti, mi stendo nella navicella e mi piomba addosso un'imbracatura tale che mi convinco che mi stanno per spedire nello spazio. Mi cago sotto, ho uno sguardo evidentemente terrorizzato, ma il camice mi dà in mano una pompetta e mi dice "se non ce la fai, suona l'allarme che ti tiriamo fuori".

II ATTO
Parto nello spazio e inizia una specie di concerto tecno, unz unz, tengo in mano  la pompetta e mentre il rave inizia  mi viene anche l'ansia da pompetta, la tengo in mano con piu grazia possibile, perchè penso metti che per sbaglio la stringo, suono l'allarme, questi escono, mi liberano e poi gli dico che ho sbagliato, che figura di merda. Oddio, c'ho l'ansia della pompetta. Unz unz. Poi mi tranquillizzo, e mentre sento una specie di martelletto che mi rimbomba in testa penso a quello che mi hai detto tu, non sei da sola, non ti può succedere nulla. Ed ecco che all'improvviso la mia mente figura lo scenario catastrofico: io da sola. Poco probabile ma non impossibile: il tipo che mi fa la risonanza ha un malore e sviene, in questa stanza super vietata in cui nessuno può entrare quanto ci metteranno ad accorgersene che siamo dentro e quando mi libereranno?My god.

Intanto mentre spero che il camice si senta bene e non mi abbandoni nel tunnel psichedelico, il tempo passa, io lascio la pompetta e poi finalmente mi rilasso (si fa per dire) con la musica tecno. Poi egli mi viene ad aprire sorridente e mi fa "hai visto che non era niente di così brutto?" No, infatti. Faccio la sciolta io, se sapesse che ho immaginato il suo malore, forse si darebbe una bella grattatina, emh.

EPILOGO
Rientro nello stanzino per prendere le mie cose, per rimettermi il reggiseno, tutta fiera di me che non ho suonato la pompetta e non ho preso manco la valeriana e mentre faccio per levarmi di fretta frettissima  la maglia a collo alto, con le braccia all'aria do una manata memorabile contro lo spigolo dell'armadietto metallico. Lancio un'imprecazione e me ne vado con un buco rosso e un bozzo viola sul dorso della mano.

Missione compiuta, i survived.
Ora inizia l'ansia da risultati.