30/03/09

6

Lo zaccagnatore di dolci

Mi fai incazzare quando in un un giorno ti spazzoli via il pacchetto di kinder fetta a latte che abbiamo comprato il giorno prima. Mi alzo rincoglionita, apro il frigo speranzosa e trovo il vuoto dove prima c'erano le fresche e amate merendine. Ti guardo grugnendo, tu fai la faccia da cucciolo indifeso, neghi il ricordo di te che zaccagna il frigo e mi inviti a mangiare i biscotti al cacao. Io mi oppongo, volevo il kinder.

Decretiamo che sei sonnambulo, mangi di notte e la mattina l'evento cade nell'oblio. Perlomeno per te.

Ti do un bacio e ti dico buon lavoro, intanto fantastico su nuovi angoli dimenticati della casa in cui nascondere il mio bottino alimentare.


25/03/09

5

Rose rosse per me

Ti amo perché esci per comprare un contenitore per il piscio che ti serve per le analisi delle urine e torni con un mazzo di rose comprate al banchetto vicino alla farmacia notturna.

Questa stagione mi sta ammazzando, almeno una volta al giorno mi sento svenire. Però non svengo mai.


19/03/09

5

Xls and doc

La mensa del luogo di scienza fa le patate lesse, non al forno. Ora mi spiego perchè non sono mai scrocchiarelle, ma si fanno a pappina appena vengono azzannate da un molare. Mi sto abbuffando di broccoletti spadellati e forse questo ha a che fare con i miei improvvisi rumori intestinali. In momenti di assoluto silenzio, sempre e rigorosamente, mai che l'intestino faccia casino quando può passare inosservato. Luogo preferito per borbottare: l'ascensore.

Sto impazzendo causa una marea di studiosi che stanno arrivando in loco a giorni e per i quali tocca organizzare voli, treni e pernottamenti. Ormai ricordo nomi e cognomi a memoria, faccio incubi di fogli word che mancano e excel che non sono aggiornati. Brutti gli excel, decisamente inflazionati, usati per qualsiasi cosa. Sono delle celle, e che cazzo, non abusatene.

Ultimamente ce l'ho col pacchetto Office, è il mio nuovo capro espiatorio.
Torno non appena riprendo le forze nei polpastrelli.


14/03/09

5

About Rome

Passi una serata a cena da amici ad animare dibattiti sulla gente impazzita nella metropoli, sullo smog, sul traffico, sui chilometri da percorrere per dire "ciao" a qualcuno, sugli autisti impazziti proni a falciarti pur di non rallentare, sulle piste ciclabili di Berlino e Amsterdam, sulla pace delle piazze della provincia.

E poi torni a casa in macchina, rimbalzi sui sampietrini, passi sotto gli archi, costeggi San Giovanni e sorridi. Sei peggio di una di quelle vecchie coppie che si punzecchiano tutto il giorno e poi si abbracciano con amore sotto le coperte.


10/03/09

3

A sort of job

Ho iniziato a recarmi quotidianamente in una grande struttura in cui mi aggiro col tesserino da visitatore. Ho imparato a fare la strada dalla stanza al bagno più vicino e dalla stanza al bar. Ho provato a capire la pianta dell'edificio, ma mi sono sistematicamente persa, per cui ho cessato la fase esplorativa.

Sono circondata da persone con una formazione diversa dalla mia, persone che se vedono un simbolo matematico non scappano a gambe levate, come me. Il mio infilare le cuffiette assume già i contorni dell'atto sovversivo, ma limita la possibilità che in un momento di euforia io mi sbrachi e inizi a sparare cazzate.

Il lunedì mattina il mio motorino fa 50 metri e si spegne, la tragedia è compiuta. Lo trasciniamo nell'officina più vicina e lì giace in attesa di una diagnosi. I mezzi pubblici a Roma mi stanno sfiancando, rivoglio il mio amico a due ruote al più presto.

Sull'ameno bus che mi conduce dai pozzi di scienza, finisco sempre per sedermi accanto a persone gigantesche che invadono il mio posto senza ritegno, prendendomi a borsate, gomitate e spallate. Le mie occhiate non hanno effetto, devo rivedere la mia mimica facciale.



04/03/09

6

Me and the ants

Dal nulla, all'improvviso, un gruppo hippie di formiche ha deciso di stabilirsi nella mansarda. La prima volta ne ho vista camminare una dietro al lavandino, sperduta e sola e ho detto toh guarda c'è una formichina. Ingenua, non avevo calcolato che le formiche non stanno mai da sole, che dove ne vedi una, dietro nell'ombra c'è una comitiva di invasate che non vede l'ora di uscire allo scoperto e invaderti casa per cercare una briciola.

Quando ho iniziato a capire che toh c'erano due, tre, quattro formiche e così via, ho deciso che la mia missione era sterminarle. Così compro un insetticida e inizio a spruzzarlo addosso a ogni minuscola macchietta nera che cammina. Alla fine faccio un mucchio di morti, li spazzo via e penso di aver vinto la gara. Il giorno dopo appaiono altre formiche, di nuovo insetticida, di nuovo vittoriosa fino al giorno dopo in cui ne appaiono ancora altre.

Inizia il terrore della possibilità matematica di trovarsi davanti ad un numero infinito di esserini silenziosi che non riuscirò mai ad annullare. Chiamo mia madre come si chiama Nonna Papera per avere consigli e le espongo il mio dramma. Nonna Papera dice che potrei perdere secoli per ucciderle tutte ma loro continueranno ad uscire da chissà dove, il trucco è capire da dove arrivano e tappare i buchi col silicone. Insomma, la progenitrice non è d'accordo con il formichicidio ma suggerisce saggiamente di deviare il percorso di stè cagacazzi affinchè dirigano i loro istinti esploratori altrove. Della serie, rimbalza la palla al vicino.

Due giorni che cerco di capire da dove arrivino, non c'è verso, non lo capisco. Vorrei chiederglielo, ma loro mi ignorano, avventandosi su qualsiasi briciola invisibile che si deposita per terra mentre io le inseguo col tubo dell'aspirapolvere per aspirare sia briciole che formiche e unirle, perlomeno, nella morte.

Omo, ormai pinguino quotidiano, dice che è crudele aspirarle, che muoiono soffocate, io mi difendo sostenendo che chi lo sa che sia meno doloroso perire per effetto di uno spray velenoso, che tra l'altro puzza e intossica anche me, cosa non trascurabile.

Il finto animalista invece propone una tattica innocua: comprare le esche, perchè, lui mi spiega, che assieme al gruppo delle formiche lavoratrici che vanno in giro a guadagnarsi la pagnotta vive il gruppo delle formiche fancazziste, quelle che rimangono nel nido e aspettano il cibo e si ingozzano da fare schifo. Avvelenare il cibo affinchè le lavoratrici lo portino alle dirigenti fancazziste e muoiano tutte insieme.

A me sembra uno sterminio di massa piu crudele della mia uccisione random per soffocamento, per cui ho deciso, prima di sterminarle tutte, che cercherò di comunicare con loro per farle capire che la loro presenza non è desiderata in questa casa, ho letto che loro capiscono e se ne vanno.

Stiamo a vedere, se imparo a comunicare con le formiche il primo passo verso il misticismo è compiuto.