26/06/08

17

Michelle, my belle

Il problema è che sono terrona, mica altro. Magari un italiano del nord non avrebbe da borbottare perennemente davanti al clima british. Non è che vivo qui, con la voglia di tornare in Italia. E' che ho perso la cognizione delle stagioni, che qui c'è lo stesso tempo che c'era ad ottobre e che c'era a marzo. Oggi piove, ci sono 15 gradi, domani forse non piove, se siamo fortunati. E' che ho voglia di indossare sandaletti, braccialetti colorati e gonnelline svolazzanti. Vorrei avere un segno del costume e dovermi lamentare per il caldo che fa. Lo vorrei, sì. Voglio cambiare il guardaroba, avere voglia di gelato e di frutta fresca, capite.

Non è che la vivo male, è che vorrei cenare all'aperto senza avere freddo, assaporare un bicchiere di vino senza dover guardare il cielo e pensare se si mette a piovere ora è la fine, vorrei accendere una sigaretta senza che una folata di vento se la porti via. Vorrei poter sdraiarmi nuda a letto con il sole che entra dalle finestre. Vorrei mangiare un bel piatto di pesce di fronte al mare e sfregarmi i piedi per togliere la sabbia.

Ho voglie banali, dopotutto.

Una scozzese ieri quando le ho chiesto da dove veniva mi ha detto edembra. Edinburgh?Yeah.
Ma come cazzo parlate?
Un irlandese che lavora con me si chiama Eoghan, una cosa che ho provato a pronunciare con fantasia senza successo. Infatti io lo chiamavo e nessuno si girava. Alla fine mi è stato gentilmente spiegato che quella cosa impronunciabile sta per Owen. Eoghan uguale Owen. Per non parlare del nome Siobhan che si pronuncia Shivonne.
Ma come cazzo parlate?

Al team meeting il mio manager per dire myself ha detto Michelle. E io ho chiesto chi è Michelle? E lui mi ha detto michelle è irlandese, vuol dire myself.
Dopodichè ho messo la testa sotto il tavolo e ho cercato di rimanere invisibile per tutto il resto del meeting.

La morale della favola è che l'inglese è un concetto assai astratto.
Per imparare a capire tutti i native speakers, secondo me non basta una vita.


24/06/08

8

I'm coming

Gli italiani che durante tutta la partita non hanno fatto altro che trapanarmi le orecchie con popporoppopooo si sono zittiti solo ai rigori, e tutti concorderanno che era pure ora. La tragedia é stata che alla vittoria hanno iniziato gli spagnoli a fare poporoppopopoo per festeggiare. A quel punto ho alzato i tacchi e sono ritornata a casa a sbranare un piatto di pennette al cartoccio che al primo assaggio ti sei giá dimenticato della parola "partita". Detto ció, il tifo italiano e spagnolo messo insieme é stato cosí folclorico e cantereccio che alla fine ero comunque contenta per la Spagna. Ma passiamo oltre.

Il dinner kit messicano per fare le fajitas si é rivelato di una bontá inaudita, tale non solo da convincermi ad abbandonare i pregiudizi verso i pre confezionati, ma anche a precipitarmi al Tesco a provare i kit tacos, burritos e tortillas prima che scada l'offerta. Umh.

Domenica arrivo su suolo italiano, non ho ancora ben capito come organizzare quei giorni, ma credo che arriveró prima abbascio a casa e poi torneró qualche giorno a Roma, dove non ho casa, ma questo é un piccolo dettaglio perché qualcuno mi dará un pezzo di pavimento con un tetto sopra per la notte, un pezzo di tetto si trova sempre, no.

So che giá le due settimane voleranno e che non vorró piú andarmene, e che arrivata qua vorró tornare indietro, ma appunto lo so di giá, quindi non mi preoccupo. Anzi, direi che ho tutte le carte in regola per apprezzare a pieno il soggiorno che mi attende.

Amici, sto arrivando, disposta a prendermi tutta l'afa e la cappa del mondo, pur di poter finalmente provare l'ebbrezza delle maniche corte, degli infradito e degli occhiali da sole.

Ho tanta voglia di abbracci.




20/06/08

9

Il bowling

Se non ricordo male la prima e l'ultima volta che ho giocato a bowling é stato tipo 7 anni fa. Con il ragazzo con cui stavo, che cercava invano di farmi piacere una cosa di cui non me ne fregava una ceppa leppa. Ricordo bene la schiappa che sono stata, con la palla troppo pesante che andava lenta sulla pista o con la palla troppo veloce ma totalmente deviata sulla corsia laterale. Quello che ricordo con angoscia é lo schermo tv con i nomi dei giocatori e i punti accumulati. Praticamente, se sei una schiappa, deve essere noto al mondo. I tabelloni con i punti sono una pratica sadica ed é incredibile che nessuno si lamenti.

Fortunatamente, non mi sono mai piú ritrovata obbligata dalle circostanze a giocare a bowling. Fino a ieri.

Perché ovviamente se il mio gruppo di lavoro decide di organizzare una serata con tutti per socializzare, salta fuori qualcuno che decide a nome del gruppo, chiede i soldi e prenota le piste da bowling. Dopo sette anni, l'umiliazione 2 ritorna: io, una palla pesante che va storta e i birilli stronzi. Ovviamente anche questa volta arrivo ultima sul tabellone.

Stessa scena, stessa conclusione di sette anni fa, con un'unica differenza: questa volta il fatto di essere ultima a bowling non mi scompiglia un capello. Anche perché questa volta non ho nessuno che si ostina a farmelo piacere e a darmi consigli su come tirare. Mi conosco abbastanza da sapere che non mi sbatto per riuscire nelle cose che non mi interessano. Per cui, benvenga l'ultimo posto a bowling, la cui unica immagine felice che ho é del Grande Lebowski.

Sono circa due settimane che faccio sogni lunghi, contorti e strani.
O forse sono due settimane che ricordo puntualmente i sogni che faccio.
Non so se sia una cosa positiva o meno, questa improvvisa ondata di memoria onirica.

Odio il giorno prima del ciclo e la SPM.
Quella voglia di volare in alto, dove non c'é anima viva, sdraiarsi su una nuvola e dormire.

Che palle essere donna certi giorni.


18/06/08

15

Lui, io, noi qui

Ieri sera i francesi si sono ammutoliti. L'avevo detto io che non dovevano sbeffeggiare cosí tanto che poi vedi che cosa succede, che ti devi nascondere da quelli che hai deriso. Li abbiamo consolati con una pasta aglio e olio senza pretese e bicchieri di vodka lemon. La tattica stordimento ha funzionato: dopo un'ora eravamo tutti cosí marci che della sconfitta s'erano giá dimenticati. Anche Omo si é finalmente dimenticato delle costolette di agnello che avevamo a casa, quando ha smesso di dirmi all'orecchio andiamo prima a casa a mangiare e si é rassegnato alla povera pasta comunitaria.

Ieri sera ho visto spagnoli cantare l'inno italiano e mi sono chiesta é perché neanche i fratelli spagnoli sopportano la Francia che cantano il nostro inno? La mia simpatia verso la Spagna é nota, per cui mi dispiace davvero per il destino che ci metterá l'uno contro l'altro domenica. Mentre nel bagno del pub mi disegnavano la bandierina italiana, ho avuto un flashback di me ai mondiali a Madrid e mi sono quasi commossa pensando all'imprevedibilitá della vita. Guarda dove sono due anni dopo.

Torno al pub e vedo lui appoggiato alla mensola con la pinta in mano e gli occhi incollati al maxi schermo. Lui, io, noi qui, é una roba che ancora ora se mi ci fermo a pensare dico cazzo, l'abbiamo fatto davvero. Quello che vedo appoggiato alla mensola é il mio piccolo mondo felice.

E sapete cosa vi dico, penso di meritarmelo.


14/06/08

16

Lunga vita all'Est

Il maxischermo a lavoro non è arrivato, ma in compenso ci hanno inviato un link da aprire in Quicktime, uno streaming da un server interno per tutte le partite degli Europei. Ovviamente ieri alle 5 fermo tutto, mi posiziono in modalità Play sul Mac, apro le patatine al gusto scampi e inizio la visione. Gli unici due minuti in cui decido di far finta di lavorare questi fanno due gol, così decido di rimanere offline per tutta la partita. Mi assicuro che stiano in fase cazzeggio anche gli altri italiani, al massimo ci cacciano tutti insieme, mal comune mezzo gaudio.

Il pareggio resta amaro, ma la soddisfazione di chiamare gli amici francesi e deriderli mentre l'Olanda li sta stracciando non ha prezzo. Bisogna ripagarli delle prese per il culo che abbiamo subito in questi giorni, e a noi questo compito piace tanto.

L'ultima gioia del palato è la bottega italiana che ha aperto un paio di settimane fa: la prima volta che ci ho messo piede, ho dovuto faticare per ricordarmi che ero in Irlanda. Ci sono il San Daniele e la bresaola che ti fanno l'occhiolino, pecorini freschi e stagionati di ogni sorta, mortazza autentica e addirittura il camoscio d'oro, dico, ci rendiamo conto. Un attimo di commozione mi assale quando scorgo le crostatine del Mulino Bianco e i Fonzies, davanti alle cui bustine mi inchino. Inutile dire che anche i prezzi fanno piangere, ma è la legge dell'economia spicciola, s'ha da pagà.

Comunque ci sono testimoni oculari che la bottega italiana è un'idea che io avevo avuto mesi fa, quando passeggiando per le strade ho esclamato tra tutti questi ristoranti italiani, manca un posto in cui comprare roba italiana per cucinare, un alimentari genuino. Lo dovremmo aprire noi! Omo aveva detto sì, ma con quali soldi lo apriamo? Io avevo borbottato e madonna quanto sei distruttivo!
La differenza tra noi e quelli che l'hanno aperto sono i soldi, oltre al fatto che quelli che l'hanno aperto sanno tagliare il prosciutto e io no. Tsè.

Infine, due brevi dell'ultima ora: come avrete già letto, in Irlanda hanno votato no al Trattato di Lisbona; il fatto che Bossi approvi la scelta mi preoccupa alquanto. Un'amica rumena ha trovato uno che vende le sigarette russe sottobanco, lunga vita all'Est!


10/06/08

12

Dottò, è normale?

Inutile dire che dopo l'epica disfatta di ieri oggi sono arrivata a lavoro cercando di mimetizzarmi in tutti i modi, ma con poco successo. I colleghi stronzi mi aspettavano giá da ore in ufficio, per puntarmi il dito e fare ahahahaha. Le file di francesi dietro di me non hanno perso tempo a infierire. Io ho reagito con classe, dicendo ridete finché potete. Umh.

Che tra l'altro la vera tragedia é stata il momento della partita: al tavolo accanto c'erano dei rumeni che non si sa perché tifavano Olanda con cosí tanto trasporto che mi é venuta voglia di prenderli a bicchierate in testa piú e piú volte. Invece mi sono trattenuta e ho civilmente chiesto loro "mi spiegate perché tifate Olanda se siete Rumeni, no cosí per capire, eh". Mentre lo dicevo, il mio boccale di birra si muoveva pericolosamente. Mi innervosisce il tifo distruttivo, che senso ha inaugurare sventure all'altra squadra, pensa a vincere e non rompere i coglioni, dico.

Dopo aver discusso con i rumeni,mi rassegno a guardare la partita con un gruppo di colleghi francesi arrivati in massa anch'essi per gufare. Ci mandiamo amorevolmente a fanculo durante la partita, mentre arrivano anche i tedeschi e gli ungheresi a tifare Olanda. Ho capito che ci si fanno dei grandi cannoni in Olanda, ma tutta questo supporto mi pare esagerato. Abbiamo un continente contro: difficile la vita dei campioni del mondo, a quanto pare.

Difficile anche la mia, certi giorni.

All'incirca una volta al mese sclero paurosamente a lavoro, decido di dare le dimissioni e tornare in Italia. In quei cinque minuti sono convintissima, lo sto per fare. Poi passa qualche minuto, dimentico, continuo tranquillamente e non ci penso piú.

Io non lo so se sono normale.
Omo dice di no.
Dottò, è normale?


08/06/08

11

Bye bye Ally

Bere vino a cena poteva sembrare una buona idea.
Ritrovarsi al pub a continuare con cuba libre tutto sommato ci poteva stare.
L'errore è stato recarsi ad una festa di tale peruviano dove c'era solo birra.
In lattine, in vetro, in secchi, in cartone, birra birra birra.

La birra dopo il vino e il rum è un'esperienza sconsigliata anche nei peggiori bar di Caracas.
Conscia del pericolo, ne bevo pochissima, giusto per non perire disidratata sotto la cappa di fumo.
Scopro infine che gli abitanti della casa sono dei ragazzi di Dubai che sono venuti a studiare inglese qui. Dunque, sono venuti a cazzeggiare qui. Invidia, profonda invidia, per i tempi del fancazzismo universitario belli che andati. Mi illumino di immenso alle 3 del mattino e decreto che i fuori corso hanno capito tutto della vita.

La realtà è che non sono più il ghepardo de una volta e la domenica mi sveglio con quel mal di vivere tra stomaco ondeggiante e testa pesante. L'ultimo slancio di vitalità lo utilizzo per strisciare ad un'esposizione su Andy Warhol, fare la spesa e spalmarmi sul divano, dove testè mi trovo. Bello il divano di domenica. Quando hai le gambe spalmate sul tavolino e hai tutto a portata di mano, onde evitare la tragica eventualità di doverti alzare. Non sia mai.

Ho un obiettivo intellettuale e sociale per questa domenica: capire esattamente che cosa comporta il trattato di Lisbona. Qui ci sarà il referendum per decidere e la città è ricoperta di cartelloni che si alternano tra Vota sì per il progresso dell'Europa e Vota no perchè la gente è morta per la vostra libertà. A questo punto, la questione mi incuriosisce alquanto. Perchè solo qui questo trattato sta diventando la questione nazionale dell'anno?

Ho provato a leggere la sintesi del testo integrale, ma mi sono arresa alla seconda riga.
Oggi il massimo sforzo mentale che riesco a fare è guardare Ally Mc Beal. Ultima puntata della quinta ed ultima serie ed è finita. Non riesco ancora a farmene una ragione, è finita.


05/06/08

10

Boicottaggio

Il programma "boicotta la mensa" iniziato questo Lunedí sta procedendo a gonfie vele. Dopo mesi a fare file disumane per conquistarmi un piatto apparentemente innocuo che poi si rivela essere carico di schifezze e grondante di olii tossici, un giorno mi sono svegliata ed ho detto Basta. Con il dito puntato al cielo, ho convinto Omo che la mensa é il male e lui, miracolosamente illuminato, ha fatto cenno di sí con la testa.

Ho cosí iniziato la cura del panino preparato a casa, della serie almeno sai quello che magni. Il pranzo casereccio consente di mangiare all'aperto, risparmiandosi non solo la morte per avvelenamento da mensa, ma anche l'incontro con le cassiere simpatiche quanto una mandria di bufali.
Le cassiere della mensa sono stronze dentro, che sia ben noto.

Dopo quattro giorni non ho ancora tradito l'impegno.
Mi sveglio alle 7: 30, taglio i panini, li riempio e li imbusto.
Non pensavo di essere cosí costante, a volte mi sorprendo.

Riguardo al disperato appello pro Europei, un magnanime irlandese mi ha detto, con aria indifferente, ti do io il lunedí che ti serve. Ora, se non ci sono complicazioni logistiche, dovrei avere risolto almeno per la prima partita. Per quella successiva c'é una vana speranza: un manager francese ha chiesto al manager dei manager di piazzare un maxi schermo al nostro piano. Vediamo se riusciamo ad ottenere qualcosa, anche se preferirei gustarmi l'evento al pub affogando tra le pinte.
Glu glu.

Omo ha lasciato due mosche morte sotto strati di tovaglioli e oggetti vari. Gli ho detto che deve sbarazzarsi dei corpi perché mi fa schifo l'idea di avere una cosa morta per casa. Dice che siccome lui si é sacrificato per ammazzarle, ora tocca a me disfarmi del cadavere. Io invece mi oppongo: chi uccide si rende responsabile di tutto il processo. Intanto, la mosca morta sta ancora lá, aspettando che qualcuno onori la salma.

Se siete interessati, potete venire a portare i vostri ossequi alle defunte alate.
Posso offrirvi degli scampi buonissimi e un succoso bicchiere di Malbec Argentino.


03/06/08

13

Cubista per caso

Per una serie di circostanze improbabili, tipo che uno ha la cagarella, l'altro è in vacanza, il terzo è rimasto intrappolato nell'ascensore, vengo chiamata per due giorni a fare la cubista di emergenza. Inutile dire che appena leggo la mail godo come un riccio e mi preparo psicologicamente a due mezze giornate di fancazzismo. Tant'è che volano, per l'appunto.

Qualcuno si è magicamente ricordato che so parlare anche italiano, così mi ha fatto la grazia di iniziare a passarmi qualche cliente connazionale di tanto in tanto, tra un inglese, un irlandese e un australiano. Devo dire che dopo mesi di assenza dal mercato italiano, riavere a che fare con noi latini mi ha fatto immensamente piacere. Forse perchè posso fare battute a cui qualcuno ride, per esempio. O perchè non ho bisogno di fare tutto il valzer delle formalità, i apologize, i'm sorry, che agli anglosassoni piace tanto. Forse perchè è pur sempre la mia lingua madre e fatico di meno ad essere credibile, e ripeto forse.

A casa si è inaugurata ufficialmente la caccia alle mosche. Omo ieri ha passato circa un'ora con i cataloghi di Argos in mano a cercare di uccidere queste immense macchie nere volanti e non si è dato pace finchè non le ha sterminate tutte. A me intanto era venuto il mal di testa a forza di vedere ste mosche impazzite che sbattevano contro i muri e le braccia di Omo che rischiavano di distruggere mezza casa. Quando la guerra è finita, ho tratto un respiro di sollievo.

Dopo mesi a fare il turno mattutino, ovviamente mi capitano le prossime due settimane del late shift, in perfetta concomitanza con l'inizio degli europei. Io sarò ancora a lavoro durante il fischio d'inizio, evviva. Oggi ho mandato una mail di appello a tutto il mio gruppo offrendo qualsiasi tipo di ricompensa (o quasi) a chi si offrisse di darmi il cambio.

Inutile dire che ho sbagliato indirizzo email e che il mio grido di aiuto è arrivato a tutto il mio piano, a persone che non c'entrano una mazza, manager compresi.
Vado a sotterrarmi prima di cena, che se domani arrivo a lavoro strisciando magari mi si nota di meno.