30/12/10

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My 2010

Gennaio: in un agriturismo in Toscana, tra i leprotti e la neve, senza catene, una camminata di N chilometri in salita per raggiungere un paesino e cercare un alimentari. Una discesa su cui ho rischiato di giocarmi l'osso sacro per riportare le buste nell'appartamentino. Mangiata poderosa a Siena, freddo cane.
Febbraio e Marzo: non c'ero, e se c'ero, dormivo.
Aprile: mentre un contratto mi scade, noncurante realizzo l'obiettivo New York. Il monolocale di Peter, le scale antincendio, le alette di pollo e gli smoothies a Greenwich Village, le birre a East Village,  camminare, camminare, hot dog a 1 euro, ridere, scattare foto e il tempo che vola.
Maggio: il contratto è scaduto, fondamentalmente cazzeggio, mentre le bolle sulla faccia e gli antistaminici mi fanno compagnia.
Giugno: viaggio in Sardegna, vado a due matrimoni. Dentro di me cresce insofferenza, incertezza, delusione. Progetti di lavoro che entrano.
Luglio: un nuovo lavoro, mentre intorno a me cadono certezze come tessere di un domino, il crollo. L'estate non è sempre bella, neanche se sei abbronzata e bellina sotto il sole.
Agosto: vado a casa, lavoro in giardino, mi lamento, fumo sigarette sul dondolo, leggo libri, dormo, chiacchiero tanto con le amiche, credo di aver preso la mia decisione. Piagnucolo in preda allo sconforto e intanto compio 29 anni.
Settembre: la mia vita privata è ufficialmente uno schifo. Per compensare ho una bella notizia, non dovrò più preoccuparmi per un bel po' dei contratti che scadono.
Ottobre: cambio casa, stanza e letto. Poi Parigi, con le crèpes e le baguette che aprono uno squarcio di luce.
Novembre: non riesco a identificare le cause, ma la mia vita privata va decisamente meglio. Smetto di cercare le cause e mi rallegro perchè non piagnucolo più. Vinco le ultime rimostranze e posso dire, che in mezzo a tutto il casino che c'è, torno ad essere serena.
Dicembre: il mese in cui decidiamo che l'anno prossimo torneremo a vivere insieme. L'inverno è meno freddo, i dubbi si diradano all'orizzonte, tutto può succedere,  il futuro lo metto in mano al 2011.

Buon anno.


17/12/10

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Porci alle perle

Si dice che tutte le persone entrino nella nostra vita per uno scopo.
A volte lo scopo è rompere i coglioni.


15/12/10

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Battaglia navale

Ho ritirato i risultati e sembrano una partita di battaglia navale. C4 C5 colpito! Affondato!
Chiamo il medico iper specialista al telefono e esordisco con Salve, cognome. E lui, evidentemente risentito, mi scusi, lei chi è? Io sono il dottor cognome.

Dottor cognome, ma vaffanculo, và! Levi il titolo ai dottori e agli ingegneri e sembra che li privi della loro stessa ragione di vita.

La mia testa, biologicamente parlando sta bene , ha passato la revisione, è tutto a norma, mi sta solo abbandonando un pezzetto di cervicale, timidamente e lentamente, ancora prima di compiere i 30.

Mia mamma, sollevata,  al telefono " Anche io C4 C5, hai la stessa cosa mia!".
Evvai, yeah, stappiamo lo spumante?
Io "Mamma, sì ma tu sei ai 60,  io manco arrivo a 30 e già inizio a cedere"
Uhm.

 Devo fare fisioterapia, da uno bravo bravo, mi avverte il dottor cognome, dopo le vacanze lo cerchiamo, ma deve essere proprio bravo bravo, sennò è meglio che non la fai. No vabbè, se la mettiamo così, faccio prima a non farla.

Il consulente del lavoro mi ha accreditato dei soldi in piu negli ultimi mesi, e mica bruscolini, che devo restituire in comode rate. Dal mio conto devono uscire dei soldi che avevo già praticamente e virtualmente speso, e la notizia mi ha così sconvolto che per reggere il colpo, sono andata a un aperitivo su invito con collezione in saldo di Nannini e ho comprato un cappello che quando l'ho provato davanti allo specchio, già m'ero scordata del debito, delle rate e della fisioterapia.

Ora lo devo solo indossare e sorridere, senza fare troppo sforzo, eh.
A riposo.


02/12/10

7

La risonanza magnetica unz unz

PROLOGO
Un mese fa doctor di base mi fa visitar da doctor specialista, che mi prescrive risonanza. Inizio a balbettare e dire ma dove, nel tunnel, chiusa, come, quando, quanto dura? Doctor specialista mi risponde lapidario: "prendi 20 gocce di lexotan prima di andare e non se ne parli piu". Io riattacco con il pippone no, perchè devo prendere un ansiolitico, non ho mai preso un ansiolitico, è proprio necessario l'ansiolitico?

Doctor specialista ride, mi accompagna nella stanza da doctor di base (sono tutti ggiovini i miei doctor) e sghignazzando gli fa: c'ha paura della risonanza ma non vuole prendersi un calmante. Buahhaha, ride anche l'altro, e dice questa è la prima volta che mi capita, c'hai l'ansia da ansiolitico. Ridono, loro.

Decreto che al massimo prenderò delle gocce di valeriana, io non accetto di dover prendere dei calmanti (mai presa neanche una goccia, finora sono riuscita con l'autocontrollo). Ce la posso fare ce la posso fare. Ieri dopo il prosecco e l'ingozzamento di arachidi me ne torno saltellante a casa con l'orchidea in mano (grazie Fra) e mi dimentico di comprare la valeriana.

I ATTO
Stamattina mi sveglio tipo all'alba, mi deprivo del piercing, delle lenti e mi avvio 2 ore prima al patibolo. Mi rilasso, penso ad altro, poi mi chiamano, mi deprivo degli ultimi oggetti metallici, poi mi deprivo pure degli occhiali e quindi in teoria non dovrei vedere piu un cazzo, ma lei la vedo, la navicella spaziale futuristica che mi attende.

Appena guardo l'aggeggio dico al camice con le converse ai piedi Ma poi mi venite a liberare?, e mi risponde " No, di solito li segreghiamo."  Solo medici cabarettisti, io. Mi porge dei tappi per le orecchie arancioni fosforescenti, mi stendo nella navicella e mi piomba addosso un'imbracatura tale che mi convinco che mi stanno per spedire nello spazio. Mi cago sotto, ho uno sguardo evidentemente terrorizzato, ma il camice mi dà in mano una pompetta e mi dice "se non ce la fai, suona l'allarme che ti tiriamo fuori".

II ATTO
Parto nello spazio e inizia una specie di concerto tecno, unz unz, tengo in mano  la pompetta e mentre il rave inizia  mi viene anche l'ansia da pompetta, la tengo in mano con piu grazia possibile, perchè penso metti che per sbaglio la stringo, suono l'allarme, questi escono, mi liberano e poi gli dico che ho sbagliato, che figura di merda. Oddio, c'ho l'ansia della pompetta. Unz unz. Poi mi tranquillizzo, e mentre sento una specie di martelletto che mi rimbomba in testa penso a quello che mi hai detto tu, non sei da sola, non ti può succedere nulla. Ed ecco che all'improvviso la mia mente figura lo scenario catastrofico: io da sola. Poco probabile ma non impossibile: il tipo che mi fa la risonanza ha un malore e sviene, in questa stanza super vietata in cui nessuno può entrare quanto ci metteranno ad accorgersene che siamo dentro e quando mi libereranno?My god.

Intanto mentre spero che il camice si senta bene e non mi abbandoni nel tunnel psichedelico, il tempo passa, io lascio la pompetta e poi finalmente mi rilasso (si fa per dire) con la musica tecno. Poi egli mi viene ad aprire sorridente e mi fa "hai visto che non era niente di così brutto?" No, infatti. Faccio la sciolta io, se sapesse che ho immaginato il suo malore, forse si darebbe una bella grattatina, emh.

EPILOGO
Rientro nello stanzino per prendere le mie cose, per rimettermi il reggiseno, tutta fiera di me che non ho suonato la pompetta e non ho preso manco la valeriana e mentre faccio per levarmi di fretta frettissima  la maglia a collo alto, con le braccia all'aria do una manata memorabile contro lo spigolo dell'armadietto metallico. Lancio un'imprecazione e me ne vado con un buco rosso e un bozzo viola sul dorso della mano.

Missione compiuta, i survived.
Ora inizia l'ansia da risultati.


29/11/10

8

Vieni via co mmè

Stasera sei impegnata o ci vediamo insieme l ultima di vieni via con me?

La seconda che hai detto.

(delle affinità elettive e del perchè uno non potrebbe mai accoppiarsi con qualcuno che non, ecco).


25/11/10

0

En passant

Ti accorgi che stai facendo ciao ciao con la manina alla beata gioventù quando ricevi inviti per comprare biglietti a lotterie di beneficenza. E accetti.

Tra due settimane plausibilmente riemergerò lavorativamente e potrò tediarvi con tante pippe mentali. Per ora, vi basti sapere che ho definitivamente capito che tutto quello che pensavo di aver capito di me non era vero. O meglio, non lo è piu. Da qui, l'amara consapevolezza che crescendo non è che ti formi e ti rifinisci, no, ti finisci di sfasciare. Perchè cambi ogni giorno e le certezze su chi volevi essere che hai costruito faticosamente in anni, ora ce le hai davanti, le guardi e non sai piu di chi siano e se ti siano mai appartenute.


10/11/10

10

Una bottiglia di latte è per sempre

Credo sia proprio ufficiale: gli uomini non comprendono il concetto di scadenza. Loro non sono così legati a meschine questioni di tempi e non vogliono accettare il concetto di deterioramento inesorabile delle masse solide e liquide.

Ho dato un rapido sguardo al frigo: c'è una panna da cucina ancora lì, aperta, che ho visto, uguale, identica, nella stessa posizione, una settimana fa. Una bottiglia di latte, anch'essa, abbandonata al disfacimento della materia. Un vasetto di pesto già aperto che secondo me tra un po' subisce una mutazione genetica e diventa un pollo e una baguette con cui potresti giocare a baseball che cerca attenzioni sul tavolo della cucina.

Ogni tanto guardo questi cibi che ormai sono andati e mi chiedo se posso buttarli. Poi mi fermo e penso: magari hanno intenzione veramente di mangiarli, magari sembra un gesto arrogante il mio, e niente, li lascio lì, soli e sconsolati, nella speranza che li notino e che li buttino.

Poi non lo so, perchè c'ho questa speranza, a me che mi frega se vogliono tenersi i cibi scaduti, niente mi frega, però c'ho proprio la tentazione di prenderli e buttarli nel secchio. Ci dev'essere qualche gene dentro l'utero che ti fa venire queste voglie istintive di allungare le manine e ristabilire il giusto ordine delle cose.

Noi accettiamo la caducità dell'universo, ne prendiamo atto, loro invece no, sono convinti che nel grande flusso della vita, ad esempio, una bottiglia di latte è per sempre.


03/11/10

14

Breve saggio sul matrimonio

Sono andata al mattrimonio di mia cugina, che non sapevo manco che faccia avesse lo sposo e veramente ci mancava poco che non riconoscessi neanche mia cugina, ma vabbè. Ho assistito al matrimonio con un cinismo veramente imbarazzante che, ahimè,  non riuscivo a scrollarmi di dosso. Queste coppie tipicamente del sud, che stanno insieme da una manciata di mesi, che non sanno neanche cosa vuol dire vivere insieme a una persona, giorno dopo giorno, che il massimo del  tempo di convivenza con lo sposo è la settimana in vacanza ad agosto...dico, ma lo sanno quello che fanno?

E se lo sapessero già, sceglierebbero comunque di sposarsi con quella persona? Questo dubbio mi attanaglia in ogni matrimonio che parte dalle stesse basi di fidanzatini pucipuci che non hanno mai provato il piacere di destreggiarsi nella everyday life con un uomo che lentamente si fonde con il divano, tanto che un giorno non lo trovi piu e scopri che è diventato un cuscino, mentre la donna è sommersa di panni, stracci, padelle e santi del calendario da imprecare. Perchè, diciamocelo, molti dei matrimoni del sud o fatti con uomini del sud, si basano su questo implicito assunto.

Nonostante questo, osservavo che questi sono i matrimoni che durano di piu. Costi quel che costi, ci sono coppie infelicemente sposate da anni che, pur di onorare la promessa, si condannano a vivere una vita fatta di frustrazioni, rimpianti, litigi e sentimenti cosi sbiaditi che evoglia  a passare la cera, lucidi non tornano piu. Accettano anche relazioni extra-coniugali e avanzi di uomo pur di tirare avanti e avere la certezza di non crepare da soli. Che poi la certezza non c'è mai, ma tant'è, nel dubbio.

Questo per me è l'aspetto piu terrificante del matrimonio, non la promessa, l'amore, il romanticismo e la convinzione che uno con tutto il suo sorriso si porta quel giorno,quello mi fa sorridere e sognare,  ma il fatto che quella promessa si trasformi poi in un laccio stretto che proprio perchè sai che non puoi togliere facilmente, va a finire che te lo tieni finchè proprio sei così esausto che trovi la forza per separarti. Ma molti preferiscono essere finti sposati per tutta la vita, non so, forse perchè è socialmente piu conveniente.

Secondo me, è sbagliato l'assunto di partenza: non è "finchè morte non ci separi" ma "ti sposo, con beneficio d'inventario". Non vi sentite già meglio all'idea? Io sì, la frase è perfetta.


19/10/10

7

Parigi

Parigi è un volo prenotato a fine agosto, un albergo in regalo per il compleanno e una partenza in ottobre, un ottobre che sull'abbronzatura triste del rientro sembrava così lontano e inimmaginabile.
Parigi è una partenza che ci confermiamo qualche settimana prima e un viaggio che parte da due case diverse, è accorgersi il giorno prima che il volo che credevi prenotato non lo era affatto, che l'albergo aveva già addebitato il costo delle notti. Parigi è precipitarsi a casa tua col portatile la sera prima e cercare disperatamente un volo accessibile per il giorno dopo. Parigi è trovare il volo con una compagnia francese che non sapevi esistesse fino a qualche minuto fa, prenotare e andare a dormire.

Parigi è il freddo  natalizio che mi accoglie, rimpiangere la sciarpa che non ho, resistere alla tentazione di comprare un paio di guanti, camminare camminare, trovare un ponte con i lucchetti e chiedersi se Moccia con la storia di Ponte Milvio a Roma abbia copiato da Parigi o viceversa. Ma l'idea che Parigi copi Moccia la trovo così raccapricciante che spero vivamente sia la prima opzione.

Parigi a volte è strade troppo larghe, spazi tanto aperti, fiume gigante, che se vieni da Roma, un po' ti sembra che te l'abbiano ingrandita e messa lì, su un'altra scala. Parigi è le file chilometriche che non faremo , le stradine di Montmartre, le crepès al cioccolato che mi macchiano le mani, le baguette noncuranti dello smog che vanno a spasso senza sacchetto per la città, le signorine tutte tacchetti e gonne che sfrecciano in bicicletta e culi alti e occhi chiari che incroci per le strade.

Parigi è passeggiare per Saint Germain, rinchiudersi in una crepèria silenziosa e intima, bere vino bianco, parlare un misto di inglese-italiano-spagnolo a seconda dell'interlocutore che hai davanti, mangiare libanese e scoprire che hai evitato per un pelo di ordinare agnello crudo, incontrare un tunisino con il trench che ci chiede di accendere e che immediatamente dopo ci chiede di andare a bere qualcosa da lui in albergo, declinare l'invito, fare colazione con un pain au chocolat, altrimenti conosciuto come saccottino, i cessi a pagamento e per giunta sporchi anche al Mac Donald's, altrove felicemente noto per avere cessi gratis e puliti.

Parigi è cercare la tua mano e sentirti piu vicino. Avere voglia di farmi a gomitolo, rinchiudermi tra le tue braccia e sentirmi dire che everything is going to be all right.


10/10/10

3

Spider woman

Ho comprato dei leggings esattamente color puffo. Per tutto il tragitto del ritorno, mi sono concentrata immensamente per cercare di immaginare come e con cosa avrei potuto metterli. Poi li ho infilati in un cassetto e ho decretato "arriverà anche il vostro momento".

A casa nuova di base tolgo ragni appesi al soffitto con la scopa, che se è vero che i ragni portano fortuna, con tutti quelli che ho fatto fuori a colpi di scopettate, credo che mi aspetteranno mesi di sfighe che ehi, l'estate 2010 diventerà quasi un bel ricordo.  

Dopo averli ammazzati con lo scopettone, poi mi chiedo chi eliminerà i ragni dalla scopa e rabbrividisco all'idea di una mazza di scopa tempestata da anime vaganti di ragni defunti.


Attacco post-it con roba da comprare, non posso farmi cogliere impreparata dall'autunno, devo avere un plaid sotto cui sprofondare senza domande e una casseruola per farci le cose calde e fumanti che sanno riscaldare le mani a giacchiolo. E una lunga lista che rimarrà lì, cosi, a futura memoria, da assolvere in altri mondi e in altri luoghi.

Nel letto solo mio, non dormo un granchè bene. Mi giro e mi rigiro, mi risveglio, poi mi rassegno no, che tanto, il giorno arriva comunque e il sole torna a sorgere sul mondo e perciò anche sulle mie occhiaie.
Ascolto musica consolatoria, ipotizzo ricette di piatti che non cucino e ogni tanto torno a dormire sul tuo cuscino.

Non piango piu come una volta, vuoi vedere che l'autunno si prospetta meno rigido di questa bellissima estate di merda finalmente finita.


04/10/10

6

Nel giorno...

Fai le valigie, raccogli pezzi degli ultimi tre anni di vita vissuta fianco a fianco, cuscino a cuscino, piatto a piatto. Incontri tra le mani album di foto, vacanze, facce sorridenti, autoscatti imbarazzanti, risate sguaiate e momenti che la memoria aveva temporaneamente archiviato. Incontri post-it conservati raccolti per casa, frasi dolci... e che fai non piangi? Ovvio che piangi.. e prendi le tue valigie bagnate di lacrime, accendi la macchina e sgasi. E vai in un altro posto a riempire armadi, impilare maglie, vai a inondare di borse e scarpe un altrove... un altrove che oggi è estraneo, è vuoto, è buio, è solitudine, è passato che piange, è presente che chiede, è futuro che manca...

In questo altrove dove mancano le coperte da tirare, dove manca la sensazione rassicurante di essere a casa, dove il silenzio rimbomba tra le pareti, io mi stropiccio gli occhi e sento che ho bisogno di questo tragico momento, ho bisogno di ritrovare me stessa, ho bisogno di questo tempo non tempo per ascoltarmi e parlarmi, per volermi un po' bene, per coccolarmi da sola e capirmi, che di incomprensioni ho pieno l'ombelico e di parole non dette, di gesti non fatti, di sensazioni sopite, di desideri frustrati.

Sono tra i pacchi aperti e le valigie svuotate, con un'unghia spezzata dalle fatiche, nel giorno in cui ho trascinato giu dalle scale dal quarto piano la mia vita e l'ho sbattuta in un piano terra che deve uscire a cercarsi un nuovo tabacchino. Sono nel giorno in cui ho bisogno di stare in questa nuova stanza da sola perchè ho bisogno di rendermene conto (io? qui? ora?) e di aspettare che le lacrime si asciughino e ricordarmi che domani il caffè me lo farò da sola.

Sono nel giorno in cui cresco di dieci anni in un'ora. Speriamo che per osmosi non mi vengano le rughe tutte insieme.


22/09/10

9

Dovrei...

Ho ripreso ad ascoltare canzoni che sentivo a palla all'incirca dieci anni fa.. cioè quando avevo 19 anni. Non mi è ancora ben chiaro se questo sia un enigmatico segno di miglioramento o di ineluttabile peggioramento del mio stato d'animo.

Ho detto 19 anni, avete capito, quando ero al primo anno di università, fotocopiavo libri, prendevo autobus, andavo a lezione, non avevo la cellulite, mi sembrava che il mondo fosse popolato da esseri umani potenzialmente molto interessanti e affascinanti e guardavo  al futuro come a un grosso uovo di pasqua colorato che doveva essere scartato.. e quante belle sorprese che avrei trovato dentro.

Mica andavo a pensare che poi arriva un momento  in cui tutte le belle sorprese che trovi alla dogana le paghi, le perdi, le sciupi, si rompono, invecchiano e che i fiori s'ammosciano sempre.

Però mi guardo indietro in questi dieci anni e non posso mica lamentarmi. Ho avuto bellissime sorprese da quell'uovo di pasqua, sono stati dieci anni ricchissimi, dolci e amari, emozionanti, felici, tristi... ma sono stati anni sempre vissuti con anima e corpo, non li ho mai subiti, li ho sempre vestiti scegliendoli con cura. Mi sembra di aver vissuto dieci vite, mi sento piena, mi sento ricca dentro. E so che molte di quelle sorprese le ho trovate perchè me le sono andate a prendere, mica perchè stavano lì che penzolavano in alto aspettando di essere prese.

E ora per questo io dovrei essere felice, dovrei pensare che nel bene e nel male, da qui ai prossimi dieci anni io avrò ancora quell'uovo di Pasqua in cui non so cosa c'è dentro e devo camminare per scoprirlo ma anche no, io devo camminare fischiettando per godermi il panorama e guardare cosa c'è sui rami e cogliere le pesche, i fichi, i limoni.

Io dovrei essere fiduciosa e guardare avanti, invece che asciugarmi lacrime che cadono sulla faccia troppo spesso. Io dovrei smetterla di sentirmi sull'orlo di un precipizio e guardare quanto è profondo se cado, io dovrei chiudere gli occhi, fare un grande respiro e saltare.


15/09/10

5

Cose da fare questo settembre

Cercare casa. Poi magari trovarla anche e traslocare.

Pensare alle azioni come qualcosa di contingente e smettere di guardare ad ogni gesto da compiere come definitivo: solo così si può uscire dall'immobilità e dalla paralisi dei sentimenti.

Smettere di chiedersi "perchè" ossessivamente. Quella cosa lì che diceva Baricco che succedono cose che sono domande e poi passano mesi, anni e la vita risponde. Non so se la vita risponde, ma comunque una cosa  è certa: non ti risponde quando te lo chiedi. Credo la vita sia stronza, più glielo chiedi, più non ti risponde per un cazzo.

Spegnere il cervello, imporgli lo stop dell'arrovellamento continuo dei pensieri. Finirla di andare avanti e indietro nel tempo a ricordare, analizzare, trovare punti di svolta in cui se x avesse fatto y, ora non sarebbe andata così. Non starnazzare, x non ha fatto y, punto.

Trovare i miei 5 paia di leggings al momento non pervenuti.

Comprare un paio di stivaletti autunnali.

Accettare l'entropia dell'universo.


04/09/10

6

My loved women

Ho passato tanto tempo con le donne quest'estate. E volevo dire che le amo. Che io non capisco come facciano certe donne a vivere senza le altre donne, in competizione con le altre donne, nell'invidia verso le altre donne. Io penso che ci sono cose che soltanto una donna potrà capire. E che questo ci salva. Se nessuno ci capisse, se nessuno comprendesse i nostri improvvisi dubbi, i nostri sogni nel cassetto da principessa sissy di sto cazzo, le nostre aspettative sempre deluse, le eterne contraddizioni con cui viviamo ogni giorno, la nostra voglia di indipendenza ma al tempo stesso il nostro disperato bisogno di attenzioni...beh, vi rendereste conto che tragedia?

Saremmo sole con il nostro cromosoma. Invece per fortuna no, ci sono tante donne stupende in giro, col cromosoma come il nostro e questo ci fa sentire meno sole. Nelle nostre diversità, c'è sempre un nocciolo in cui poi ci ritroviamo, compatte.

E poi ci sono quei periodi in cui ti guardi intorno e tutti per strada ti sembrano piu felici di te, e anche quei periodi si sa che prima o poi passano. Perchè passano, no?


23/08/10

8

Back.

L'estate per me è finita.
Sono scesa a casa, con un pc, una chiavetta e tutti gli interrogativi che mi trascino dietro in questo periodo della mia vita. Ho respirato, ho passato attimi o forse ore sul dondolo a fissare il cielo e a capire quali sono le domande giuste da farsi, perchè se non sai quali sono le domande, poi è inutile che ti metti a cercare le risposte.

Ho vissuto in un limbo, fatto di pranzi preparati con amore dalla mia famiglia, di chiacchiere con le amiche, di telefonate, di pensieri, di ricordi, di rievocazioni, domande, obiettivi, sogni. Poi entravo nel mare, mi tuffavo e all'improvviso mi investiva un'ondata di serenità.

Cosa è cambiato in questo mese? Forse tutto e forse niente.
Scelte che non so prendere, sospensione del presente, sensazione di attesa. Di un evento scatenante, un gesto illuminante, un momento delirante.

La mia impulsività contro la tua razionalità. Però poi ti ritrovo forte in un abbraccio e allora vorrei continuare a piangere per ore, mentre sono sola. In questo mese ho pianto tanto, di un pianto che cercavo, che volevo, che mi era necessario per cadere nel vuoto sperando di ritrovare una direzione che sentissi mia.

Continuo a versare lacrime non appena leggo un verso che mi tocca, ascolto una nota che mi batte dentro, ricordo una felicità passata.

Vivo malinconica, sospesa tra un passato che vorrei fosse presente e un futuro su cui non so scommettere. Mi chiedo cosa voglio, mi bastano delle parole romantiche, dei gesti d'altri tempi o voglio fatti, concretezza, sicurezza. Voglio un compagno di squadra su cui poter contare o voglio un uomo che mi trascini in mondi che non conosco. Voglio la serenità o voglio l'ottovolante.

E poi, quanto contano i sentimenti e quanto la ragione? Che cosa deve vincere, a chi stare a sentire.

Perchè non è giusto decidere il presente anche in base a come andrà il futuro, perchè non si può fare dietrologia, perchè hai paura di perdere la persona per te, perchè non sai se è la persona per te. E non è giusto decidere se quella è la persona per te, in base a quelle che incontrerai dopo.

Perchè per te il presente non esiste, per me il presente è l'unico momento che posso toccare veramente.
Perchè vorrei capire, da tutto questo, che sarà stato un momento e che torneremo ad essere felici.
Perchè da tutto questo, io vorrei capire qualcosa di noi, di te, ma anche qualcosa di me.


26/07/10

8

Questo (fottuto!) momento...

Qualsiasi cosa scrivessi in questo momento, poi lo so che me ne pentirei e che farei danni. Mi sembra che ce ne siano già abbastanza, di pezze da mettere alla mia vita.Mi metto questo appunto qui, così mi ricordo del momento in cui mi sarei voluta sfogare sul mio blog, ma non ho voluto. Del momento in cui sto zitta perchè le parole mi sfuggono dal fegato e prendono suoni che non voglio pronunciare. Del momento in cui mi ricorderò di questo momento senza farmi scoppiare la milza.

Il trucco che ho io per sopravvivere alla vita è questo: cerco di pensare che un giorno mi ricorderò di questo momento (dove per questo momento intendiamo un momento x di merda), con pace, nostalgia, rassegnazione, saggezza, con qualsiasi cosa che si allontani il piu possibile dall'impennata di sangue nel cervello.Il problema è che non sai mai quando arriverà quel cazzo di momento, ma sai che un giorno arriverà. Cioè, uno deve avere fede nel tempo, il tempo è quella cosa diabolica che rovina tutto e poi aggiusta tutto, ciclicamente. Se tu collabori, lui ti aiuta. Se vuoi risolvere tutto in fretta, quello si incazza e ti fa il dispetto.

La fede nel tempo viene spesso confusa con a) indifferenza b) insensibilità c) menefreghismo. Invece è soltanto fede nel tempo. Capita.

Segniamo, segniamo, un giorno verremo a rileggere e ricorderemo con il sorriso sulle labbra il giorno in cui sei passata da essere a una aspirante compagna di vita con una casa da comprare e arredare a una profuga senza tetto che fa saltare bombe ad orologeria con la grazia di un ippopotamo. No, ma per fortuna siamo alle porte dei 29, che se i 30 mi accoglievano così, mi pareva un attimo di cattivo auspicio.

Qui si barcolla, ma non si crolla.


23/07/10

0

Cose che potrebbero far star meglio

Andare a comprare le sigarette e incontrare Chris Martin per strada. Lui, ovviamente, si innamorerebbe a prima vista di me, si avvicinerebbe, mi canterebbe una sua canzone, una qualunque, nell'orecchio e poi spariremmo insieme su una mongolfiera che era già pronta lì, apposta per me.

Mi dispiace, Gwyneth, capita.
Fattene una ragione anche tu.


22/07/10

6

Cose che si perdono

E, come se non bastasse, continui a perdere cose che sei convinta di avere. Guardi una foto dell'anno scorso e lo vedi. Un'illuminazione. Il vestito fantastico di Ethic che avevi preso con i saldi, che hai adorato e amato oltremodo... quel vestito lì, che cazzo di fine ha fatto?
Messo a soqquadro tutto, guardato ovunque, non c'è.

Ho perso il mio vestito preferito.
Sono un disastro.
Da certi traumi non ci si riprende più.


19/07/10

21

Stronza è la vita più delle zanzare

Ti innamori, è una favola, voli dall'altra parte del mondo, pensi che la tua vita sia cambiata in un modo stupendo. Dopo 5 mesi vai a viverci insieme, cambi nazione con lui, ritorni, passi serate a ridere e bere vino, e ceni e sei felice. E ti senti una persona bella, e anche se poi non bellissima, migliore di come potresti essere. O di come eri.

Passano i giorni, la vita vi travolge, lo spazio è poco, il lavoro ti stressa, non hai voglia di fare niente, io mi sento tradita, io non vedo più i miliardi di cose belle che vedevo prima, mi sento infognata in una situazione statica, prevedibile. Ho perso le emozioni, resto muta, spero che Cristo scenda dalla croce e venga a ridarmele. Dicendomi ei, le avevi perse per strada, erano qui. 


Invece, niente. Mi anestetizzo, ti anestetizzi. Avrei bisogno di una persona che mi prende di petto, che si incazza con me, che alza la voce, magari è una persona pessima questa, ma forse è quello che serve a me per scuotermi. Tu sei accondiscendente fino alla fine, tu mi dici si anche quando vuoi dirmi no, tu non reagisci, io mi sento imprigionata in una realtà completamente diversa da quella che credevo di aver scelto.

Tu con me non ridi più. Io, neanche.
Poi ci sediamo fuori, ci guardiamo negli occhi e non ci possiamo più nascondere. Non posso fare un mutuo trentennale con una persona con cui non so come starò tra un mese. Dopo un giorno, capisco che non posso stare neanche in un monolocale con una persona con cui non so se starò domani. Finiremo per l'odiarci, ritrovarci sempre intorno ora che non vogliamo. E poi è casa tua, non c'è una casa nostra, sono io che devo andare. Tu non avresti manco mai il coraggio di dirmi che vuoi che me ne vada.

Dicono che le crisi sono fisiologiche, forse le crisi sono altre, sono tradirsi, prendersi a piatti in faccia, sbattere porte. Questa è una morte lenta e silenziosa.

E la vita è questa, la felicità che ti regala, prima o poi, la paghi sempre a caro prezzo. E piangi piangi, le lacrime si asciugheranno, la delusione un giorno passerà e quello che succede è vita. E più vai avanti e più pensi che sognare l'amore eterno è una grandissima cazzata. Fare progetti, avere piantine e planimetrie per casa, conto in banca in comune, cose comprate insieme.

Poi mi guardo intorno e so che se esco di qui, con me muore un altro sogno. Un sogno grande, in cui  ho creduto tanto. Si frantuma a pezzi sul parquet.

Se ci riuscite ad averne altri di sogni poi,  ditemi come si fa.


15/07/10

4

Vorrei

Vorrei tanto poter continuare a credere in un Dio che fa investire e morire sul colpo un ragazzo sempre sorridente, che dà e poi toglie bimbi di 10 mesi, che dà sofferenza a persone che hanno la sola colpa di essere troppo sensibili. Vorrei ritrovare un barlume di fede in me, una qualsiasi fede, per dare un senso a tante cose. Per ritornare a credere che Dio vede e provvede. Non so più se Dio vede, ma non credo che provveda. Non in un modo che mi resti comprensibile.

Ciao, sono in crisi spirituale ed esistenziale globale. A parte questo, va tutto a gonfie vele.


06/07/10

5

Ikilled Iphone

Il mio Iphone è affogato mesi fa nella borsa di pelle di Mary Poppins in cui si era rovesciata una bottiglietta d'acqua naturale San Benedetto. Il tuo Iphone si è lanciato in volo dal taschino della camicia nel cesso aziendale. Morale della favola: bevete dalle fontanelle e compratevi un catetere.


01/07/10

0

Pant pant

Passi settimane quasi a cazzeggiare e hai l'ardire di lamentarti perchè non stai facendo nulla e allora ti viene l'ansia che non stai facendo nulla mentre pensi che comunque dovresti goderti il dolce far nulla. E quando finalmente ci riesci, ti piombano addosso mille cose nuove insieme, che non puoi certo lamentarti perchè avevi appena finito di lamentarti perchè non lavoravi, solo che poi non ci capisci più una mazza, perchè in una settimana passi da fare quasi niente a fare forse troppo. E vorresti lamentarti ma non puoi perchè poi sai che ti arriva una pizza in faccia.

Del tipo che la mattina ti svegli, rispondi alla mail di uno, vai dall'altra parte della città a incontrare quell'altro, poi dopo due ore hai il corso per un nuovo progetto ancora più inculonia, poi si fa tardi, sei sempre più inculonia da casa, non sai quando arriverai ma sai che avrai una conference call appena rientri e allora prima di connetterti ti stappi una birra, glu glu, anima e coraggio.

Intanto ci sono 33 gradi, un'umidità memorabile, in motorino nessun miglioramento se non la sensazione di avere un mega phon gigante che ti insegue, permanenza in stanze sprovviste di aria condizionata, piani alti da cui si vedono un sacco di basiliche di Roma, caffè che vanno, vacanze che probabilmente non verranno e tanti punti di domanda galleggianti davanti a me. Galleggiano felici, però.

E mentre tu sei nella città di Giuletta e Romeo, io mi riscaldo le lasagne pronte che avevamo comprato per te, perchè oggi non ce la faccio neanche ad aprire il frigo e mi approprio del tuo cibo spazzatura, che lo so già che tornerai e mi accuserai di snobbare la roba pronta e poi di farmela fuori quando non ci sei. Perchè nessuno mi cucina le verdure mentre non ci sono? Questa è la vera tragedia, uscire vivi da una giornata con un tramezzino di merda nello stomaco, che quando troverò un benedetto bar che li fa senza spargere maionese ovunque, allora sì che potrò camminare senza nausee da uovo impazzito.

Au revoir.


25/06/10

6

Worldcup

Siamo fuori. Finalmente è finita l'agonia di guardare 11 pippe in campo che che dovrebbero essere l'eccellenza e che invece sono semplicemente pippe. Anche io sono una pippa, con la differenza che nessuno mi paga milioni per fare la pippa.

Finalmente potremo programmare weekend e serate senza consultare il calendario delle partite. Potremo evitare il suono irritante delle vuzuelas*, che con le casse che ho dietro al divano, sembra che ogni volta un gruppo di calabroni mi stia per invadere casa.

Meno male che non ho comprato la bandiera, che chiedevo il rimborso a Lippi, chiedevo.


* che manco so come si chiamano, mi suggeriscono vuvuzela. (sassueraaaa)


23/06/10

3

Maturità

Due giorni di fila che a pranzo guardo Skytg24 e che mi trovo con gli inviati dai licei di Roma e Milano che fanno le interviste agli studenti appena usciti dalle prove di maturità. Ora, è una mia impressione, o le attuali 18enni maturande dimostrano tutte almeno 25 anni? Io mi ricordo che alla maturità ero una sbarbina, queste sembrano me all'università, e non me da matricola, ma già una passata me, che so, al terzo anno di corso.

Ora capisco perchè la fascia dei 25-30 enni che se la fa con le ragazzine cresce a dismisura, non è colpa loro, è che queste appena maggiorenni sono già donne fuori.


21/06/10

1

Just married

Nelle ultime due settimane ho assistito a due matrimoni, diversi. Uno in città, uno in paese, uno in comune, l'altro in chiesa, uno in villa, l'altro in agriturismo, uno jazz, l'altro col pianobar. Uno che sono tornata alle 18 e l'altro che era buio, faceva freddo e nessuno schiodava. Uno che c'avevo il tubino nero e le scarpe rosse, l'altro che avevo un vestito dai mille colori. Uno che c'era Omo con me, l'altro che c'erano tutte le mie amiche di gioventù intorno.

Due cose ce l'avevano in comune: i calici di vino da me ingurgitati e la felicità negli occhi degli sposi, l'emozione nelle loro mani tremolanti e l'amore che si respirava nell'aria. Se continuano ad invitarmi mensilmente a queste giornate di cuoricini, magari poi viene voglia pure a me di sognare che esista un per sempre da sancire.


(E no, non ho detto che mi sposo, non vi agitate, è l'enfasi degli ultimi giorni. )



14/06/10

4

My worldcup memories

E ci risiamo con i Mondiali, e più Mondiali ti ricordi e più cresci/maturi/invecchi. Non credo che i Mondiali 2006 potranno mai essere rimpiazzati nel mio cuore da nessun altro mondiale passato, presente, futuro. Mondiali schizofrenici, vaganti, scoordinati, come ero io quattro anni fa. Mondiali in cui abbiamo vinto.

Mondiali iniziati a Madrid, appuntamenti a Puerta del Sol con orde di italiani, diretti ai pub stile irish con maxischermi condivisi con gli avversari (australiani, statunitensi, etc) che amabilmente ci sbeffeggiavano. Ricordo birre che andavano e venivano, bandierine disegnate sulle guance, improbabili sincronie di colori, del tipo io mi vesto di verde, tu di bianco e io di rosso... Robe che fai solo quando sei all'estero, dove, dalla distanza, riesci ancora a provare un moto di orgoglio per il tuo Paese.

L'Italia va avanti e poi c'è che intanto tu finisci la tua permanenza a Madrid, hai un matrimonio, un nipotino nasce, torni al tuo paesello e vedi la partita con la Germania e ti riversi nelle piazze a starnazzare come un'oca, poi ritorni a Roma e la finale te la vedi al Circo Massimo e non ci credevi mai che tu potevi vedere una vittoria dei Mondiali, ma soprattutto a come poteva essere bella Roma in festa, tutta la notte. Mentre profumi di suoni e colori della Roma by night, capisci che la tristezza per Madrid ti sta già passando.

E non ci avresti mai creduto che finivi col farti il bagno nella Fontana di Trevi e passare le ore successive in giro per il centro grondante d'acqua e poi tornare a casa la mattina, una casa in cui eri da poco entrata e che in quel momento non potevi sapere quanto l'avresti sentita tua per quell'anno.

E poi passano quattro anni, nel corso dei quali torni a lavoro, vivi nella tua nuova casa, starnazzi felice, ti innamori, ti licenzi, parti per l'Irlanda, trovi casa, trovi supermega lavoro, assisti agli Europei con gli spagnoli, ti licenzi, ritorni in Italia, rivedi Roma e rischi anche di assistere ai festeggiamenti per lo scudetto, continui a vivere in mansarda mentre progetti l'acquisto di una casa che non sai nemmeno quando arriverà. E pensarlo è così stancante, che quasi pensi sia meglio andare in affitto prima di finire stremati sotto le proprie aspettative.

E chissà se anche quest'anno, nel corso dei Mondiali, la tua vita cambierà così in fretta. Hai la sensazione che non succederà nulla e provi un po' di nostalgia per un periodo della tua vita che probabilmente non solo se ne è andato, ma non ti verrà più a trovare. Quello delle sorprese, dell'imprevedibilità e della leggerezza, di salire in macchina, macinare km per tuffarsi di notte in mare, quello del sali, andiamo in stazione, dove andiamo non lo so, poi vediamo.

Quello di una cosa che se non era la libertà, ci assomigliava molto. Quello che, nonostante tutto, è ancora vivo dentro di me, ma a quanto pare solo dentro di me, perchè nessuno mi asseconda più e allora pare sia io a dovermi adattare alla realtà e lo faccio, sì che lo faccio, ma mentre lo faccio, sento che uccido una parte di me.


10/06/10

1

A-A- Abbronzatissima

Passi una settimana sull'isola sarda stesa in spiaggia e immersa nell'acqua gelida, metti la crema con filtro anti-nucleare imposta dal docile dermatologo, ti convinci che tutto ciò non intaccherà la tua innata propensione all'abbronzatura. No no. Sarai abbronzata come se non mettessi la crema protezione lattanti, ma con la pelle sana. Non sai com'è possibile, ma ti fidi. Ti sembra anche di essere abbronzata come al tuo solito al ritorno, in una sorta di autoconvincimento efficace.

Dopo un viaggio in nave delirante che la Moby mai più e mai più la nave lenta in generale, dopo un arrivo serale in una Roma umidiccia e appiccicosa, il tuo Lui ti viene a prendere in macchina, ti saluta e la prima cosa che ti dice è "Non sei tanto abbronzata"!

Ah, che colpo al cuore così crudele! Silenzio, lo guardo con una smorfia e borbotto. "Dici così solo perchè rosichi, che io stavo al mare e tu a lavoro". Tsè. Colpito.

Li volete fare questi libretti di istruzione per le donne, dico? Non sei tanto abbronzata è l'ultima cosa che si può dire ad una donna appena tornata da una settimana al mare. Perchè poi passa il giorno dopo a guardarsi allo specchio e riflettere sul suo grado di abbronzatura. Sapevatelo.

Salvo poi che il tuo uomo si ricreda miracolosamente il giorno dopo e ammetta che okay, il viso no, ma le spalle e le braccia e tutto il resto, sì, ti sei abbronzata. Ah beh, volevo ben vedere.


07/06/10

7

Balls

Sarà la soglia dei 30 anni che incombe, ma ultimamente si estende sempre di più la cerchia di compagni, coetanei e conoscenti che, dopo aver passato anni a studiare tomi universitari, sudato carte, fatto stage, preso lavori, messo tailleur e cravatte, fatto briefing, brainstorming, powerpoint... sogna di mollare tutto e andare a coltivare la terra, fare il vino, andare in giro in barca a vela, trasferirsi in Nuova Zelanda, fare lo skipper, fare la carbonara in Messico, scrivere libri in una villa in riva al mare.

Sarà che tutta la cultura che abbiamo ingurgitato non ci ha ricambiato delle aspettative che avevamo e stiamo iniziando a pensare che possiamo anche tenerci per noi la nostra mente acculturata e dedicare la nostra vita a fare "altro" piuttosto che passare tutta la settimana in un ufficio con la moquette per ripagare una casa in cui mettiamo piede la sera stravolti e frustrati?

Io molti di voi me li figuro così, e me li figuro perchè me lo raccontate e allora mi chiedo che cosa ci sia di umano in tutto ciò. Se è questa la vita che ognuno di voi vorrebbe fare e se non lo è, se mai avete provato a fare qualcosa per cambiarla invece che portarvi in giro il vostro broncio per le strade della città.

Se non si fosse capito, io adoro le storie di coloro che arrivano ad un certo punto e sovvertono la propria vita. Perchè mi fanno sorridere, mi fanno sognare e perchè io ci credo, che una con la propria vita ci può fare quasi tutto quello che gli pare, a 30 come a 50 anni.

Mi piace sognare e pensare che anche io un giorno farò una cosa che stupirà tutti, ma più che altro che, ancora una volta, stupirà me stessa.


28/05/10

2

Le sardine

Questo blog lascia "il continente" . Si va per una settimana in Sardegna con la sora Martina nel grande resort di costa nord-est, a gratisse. Il soggiorno è gentilmente offerto da Martina, a sua volta donatole dalla di lei madre saggissima seguace delle raccolte punti. Vedi che qualcuno li vince sti regali!

Domani piove su tutta l'isola, ma domani noi saremo ancora sulla nave con le balene disegnate. Da domenica, il signorino del meteo Sky, che ho preventivamente pagato per mentire, ha annunciato sole splendente. Nel dubbio, ci portiamo la letteratura appresso.

Mentre piove come se non ci fosse un domani, io metto in valigia la crema solare protettiva che mi ha imposto il dermatologo. C'è scritto adatto per neonati e bambini. Non so quando scade, ma secondo me faccio in tempo a fare un figlio e a riciclarla. Non è una crema solare, è un filtro anti nucleare. Cioè ti stendi ore al sole, e nonostante ciò, continui a restare bianca.
Insensato pagare per una roba del genere.

Però, ora che sono una cliente assidua della farmacia benessere, ho ottenuto la tessera punti con tanto di catalogo. Questo vuol dire che se per i prossimi dieci anni continuo a comprare creme costose che non profumano e non abbronzano, poi vinco una mezza giornata di consolazione a Ostia.

Au revoir.


26/05/10

8

Matrimoni e bon ton

Si discetta di un matrimonio in cui siamo stati invitati io e Omo. O meglio, Omo è stato invitato in quanto mio Omo. La sposa è una mia vecchia amica, non romana est, per cui Omo non l'ha mai vista. Non sa che faccia hanno gli sposi. Io gli dico mi fa piacere se vieni anche tu, lui dice si dai, vengo anche io. Il mio Lui è uno fondamentalmente privo di interesse verso le convenzioni sociali, per cui non sa e non si chiede cosa comporta l'invito ad un matrimonio. Per questo, senza capire, ha detto sì.

Passano alcune settimane. Discutiamo della lista nozze e del regalo di tale matrimonio. Gli propongo la cifra.

Ma davvero?
Davvero cosa?
Si paga così tanto?
Beh, amore non è un compleanno, non è che te ne puoi uscire con 30 euro scusa.
E pure io devo mettere così tanto?
Eh scusa, non è che te lo posso offrire io.
Cioè tu mi stai dicendo che io devo pagare la stessa quota tua, pur essendo lei una tua amica e io devo mettere sti soldi per due persone che non ho mai visto?
Ebbene sì, tesoro, se vieni, usufruisci dello stesso trattamento, non è che se conosci meno scrocchi eh.
Amore?
Dimmi.
Mi hai fregato alla grande, allora lo sai che quando si sposerà Tizio che tu hai visto una volta di sfuggita pure tu dovrai spendere sti soldi per fare un regalo a uno che non sai manco che faccia che c'ha? Giura che lo farai pure tu, eh.
Eh, certo, se si deve fare io lo faccio, ma io conto che i tuoi amici Tizio e Caio e Sempronio non si sposino in quest'era geologica.
Stronza!

(ghigno)


20/05/10

5

Donne durudu

C'è chi si sposa a giorni e mantiene una calma quasi surreale, chi convive da anni e cerca in tutti i modi di convincere l'uomo a fare il grande passo, ma l'uomo è uomo e temporeggia e la donna è donna e ansieggia.

C'è chi ha un bambino, una buona posizione lavorativa e non sa se farne un altro, che un po' lo vorrebbe, ma ha voglia di riprendersi i suoi spazi privati e di realizzarsi professionalmente. Chi dice che il marito vorrebbe il secondo figlio, e grazie al piffero che lui lo vorrebbe, lui non rimane incinto, lui non ingrassa, lui non va in maternità, lui non allatta. Lui non.

C'è chi è in coppia e cerca emozioni nuove, chi è in coppia e rimpiange emozioni vecchie. Chi è single e ha perso le speranze, chi è single e dice che sta bene così, poi però ci spera sempre, di trovare quel qualcuno che.

Chi vuole tre figli e chi si accontenta di un cane, chi vuole una casa sua e chi sta bene in affitto, chi vuole vivere insieme e chi ha trovato la felicità in case separate, chi sorride, chi piange, chi mente, chi è insoddisfatto ma finge, chi non sarà mai soddisfatto, l'eterna infelice, la donna devota, la madre isterica, la mamma chioccia, la madre in carriera con eterni sensi di colpa, la single in carriera con costante senso di vuoto affettivo.

Troppe donne intorno a me si assillano per il futuro, io cerco di non cascarci, che lo so che poi non ne esci più, che se vuoi tenere sotto controllo la tua vita futura, poi tralasci il presente e se tralasci il presente, ti sei fottuto il futuro. Io amo le donne, ma il loro più grande difetto è che guardano sempre a quello che manca, prima di guardare a quello che c'è.  Si concentrano sui vuoti con ossessione e smettono di vedere i pieni. Cos'è, abbiamo un cromosoma geneticamente tramortito?

Io voglio essere la donna che vive serena, decora il presente e sorride oggi.


13/05/10

2

Scusa, manzo

Dopo un mese di quasi astinenza dalla carne, festeggiamo il tuo compleanno nel posto carnivoro che ti si addice a perfezione. Mi convinco ad ordinare carne perchè mi sembrerebbe una bestemmia chiedere qualcos'altro lì. Sarebbe come andare al porto con la puzza di pesce e chiedere una bistecca, ti guardano male e pensano ma che sei venuto a ffà.

No, dicevo, ho mangiato la tagliata di manzo più sublime della storia e davanti ai tuoi occhi increduli me la sono spazzolata via senza lasciare un residuo di cibo sulla piastra rovente destinata a me. Quella non era carne, era una roba che ti si scioglie in bocca, una mousse. Credo siano anni che non ingurgitavo con questo piacere un pezzo di carne e di quella portata.

Deduco che io non sono destinata a diventare vegetariana, ma ho soltanto un palato sopraffino, consumo poche volte ma che siano quelle buone.

Mi dispiace, manzo, solo ogni tanto, giuro.


07/05/10

6

What i was is what i am

Se per caso ti viene in mente di aprire la tua casella di posta e cercare una mail che ti serve, poi finisce che ti metti a spulciare le vecchie email. Ci trovi di tutto, presunti amici che avevi completamente rimosso, persone che ricordi vicine e che ora stenti a riconoscere, persone che non sai più neanche come sono fatte. Trovi le tue crisi esistenziali e i tuoi buoni momenti, la te da ricordare e quella da dimenticare.

Troverai un pezzo della tua vita e leggendo quelle righe di affetto capirai che molte parole in quel momento erano davvero sincere ma che la vita è fatta così, è una furia che travolge, spazza via molto e ti lascia poco tempo per conservare. Capirai che anche quello che sembra dimenticato, però, ti ha aiutato a crescere e a farti diventare quello che sei. Che ce l'hai i difetti, o se ce li hai, ma sei una bella persona, una di quelle a cui, sforzandosi un po', si può anche volere bene.

E capirai che tutte le volte che hai inciampato, che hai sbagliato, che hai rovinato, ti hanno portato qui, a pochi giorni dal terzo anniversario di vita e quasi contemporaneamente di convivenza con te, che sei lì, solido come una roccia,una certezza sempre nuova che mi accarezza l'anima. Mi hanno portato ad amare te che non ti fai intimorire dai miei voli perchè lo sai che sei tu il fiore su cui mi voglio posare, a te che mi ami come voglio essere amata perchè mi lasci libera di essere e al tempo stesso mi riempi di te.

Amo tutto questo tempo che mi ha portato a te, che sei la roccia soffice a cui mi aggrappo per ritrovare il centro del mondo.


05/05/10

1

Yet Another Girl With a Baby!

No non ci posso credere. Anche lei. Ho visto la foto su Faccialibro. Anche lei appare col bambino in braccio. Ma che è, va di moda, mettere le foto coi bambini? In alternativa, mi appaiono foto di matrimoni con torte a 4 piani o foto di slinguazzamenti con i morosi. Boh, non so, mi lascia sempre un po' perplessa questa esposizione perenne dei bambini e degli amori sul proprio profilo. (ok la vuoi tenere una settimana, ma poi cambiala). Secondo me è kitsch, ma visto che io non sono un cazzo di nessuno, veniamo al dunque, a lei, l'ennesima conoscente che appare con un bambino in braccio su facebook.

Era una compagna di corso dei tempi in cui frequentavo l'università milanese delle ricche, e lei, quoque lei, io me la ricordo che proprio la sua massima passione erano le borse di prada e un pacco di roba griffatissima di cui a me fregava zero. Anche ora mi frega zero, ma non perchè io sia un asceta superiore a questo mero materialismo. Io, se potessi, spenderei ennemila euro per comprare roba improponibile in quei negozi vintage alternativi per ricche che si vestono da povere. O roba semplicissima griffata di una sconosciuta parigina che ai più potrà sembrare normale, ma tu sai che quelle scarpe sono diverse, perchè sono state lavorate una per una sul cucuzzolo della montagna dei monaci buddisti nel pieno rispetto dei ritmi del mondo. Ah, se potessi.

Dicevamo, io e lei cosa avevamo in comune? Ci piaceva tanto a tutte e due andare al cinema e poi dopo andare a fare l'aperitivo e fare la critica del film. E infatti pure lei seguiva linguaggio cinematografico all'università, nel bagliore del docente che era un po' lo Sean Connery de noantri.

Quindi, obiettivo di lei 10 anni fa: borse prada, roba firmata mainstream molto pradesca o guccesca, passione per uomini gucceschi e pradeschi, dotati di macchine roboanti, inquinanti. insomma quegli stronzi per colpa dei quali tu non trovi parcheggio e la terra se ne va a puttane.

Bene, io non so che cosa è successo in questi dieci anni, ma vedo che anche lei, a giudicare dalle foto, è decisamente cambiata. Col pupo in mano. Io spero che non l'abbia fatto col tipo prada con il suv (solo perchè tifo per la loro estinzione) e sono contenta per lei perchè io nella mia testa vedo le mamme come giovani mente illuminate che sovvertono l'importanza delle cose nel mondo e diventano migliori delle altre.

Poi vedo e sento certi giovani ragazzini sfornati da ipotetiche nuove mamme illuminate e cambio idea. Se vuoi avere fiducia nelle generazioni future, non devi più prendere l'autobus all'orario di uscita da scuola.


03/05/10

3

My Rome

Quello che succede quando guardi la città in cui vivi attraverso gli occhi degli amici turisti è che ti rendi conto di quanto è fottutamente bella, magica e speciale questa capitale.

A volte lo dimentichi, quando ti fa incazzare, tra quattroruote imbalsamati sul cemento, clacson e parcheggi in doppia fila, ma basta passeggiare in un angolo nascosto per ricordarti l'odore del tempo che si è fermato e l'autentica bellezza del passato.

Ci si sopporta un po', ma in fondo ci si ama. Dopotutto io ti ho scelto.


30/04/10

5

Muffins!

Io sto facendo dei muffin con farina integrale biologica. E vabbè. La cosa grave è che li sto facendo senza latte e senza burro. Io. cosa mi sta succedendo?

Quando hai bisogno di aiuto, le persone ti sembrano tutte più egoiste. Soprattutto quelle da cui ti aspetti di più. Vedi questo mondo come una folla di minuscoli omini che si affannano per cose di poco valore e trascurano le cose più importanti della vita.

Speri che anche il tuo omino non sia come loro.


28/04/10

6

La cura di minima

Aprile si inaugura con la comparsa occasionale di bozzi simili a punture di zanzara sul viso. Il primo giorno pensi " maddai, mi ha punto una zanzara sul viso", il secondo giorno "ma sta stronza insiste sul viso", il terzo pensi "mi pare strano che mi pungono tutte sul viso senza che io le veda", il quarto giorno capisci che non sono zanzare. Il settimo giorno non crei il mondo, ma ti senti solo un po' sfigata.

Tu che hai letto Siddharta più volte ricordi bene che nella vita bisogna saper "aspettare e sperare", così eviti tutti gli inviti ad usare creme e lozioncine e a fare visitine, sperando che le bolle vadano via risucchiate dalla corrente cosmica che le ha portate. Invece passano 10 giorni e ogni tanto ti riappare una specie di puntura di zanzara che abbiamo appurato non essere puntura di zanzara.

Ti decidi così a piegarti alla scienza e attraversi mezza città per raggiungere noto dermatologo consigliato da Zoe. Il doctor è scaltro, simpatico e schietto. Esordisce dichiarando "signorina, lei è davvero una bella ragazza, ma che pelle asfittica!". Ormai ho capito che ti fanno un complimento prima solo per darti la mazzata dopo. Mi passa un pennino sulla schiena e mugugna. Poi dice che mi dà una cura di minima, ovvero quella più leggera possibile al momento. Wow, penso, metterò una cremina, prenderò due pasticchette e ciao.

Questa è la cura "di minima": niente più pillola anticoncezionale, niente più palestra e luoghi polverosi, niente dolci, cibi complessi e pochissimi caffè e alcolici, vietato l'ingresso in qualsiasi profumeria da qui a qualche mese, niente trucchi che non siano quelli che si comprano le signore ricche in farmacia, addio alle tue creme, shampi e balsami, passare tanto tempo in spazi aperti e verdi, dove per spazio aperto "non intendo le vetrine del centro", niente stress, "non si carichi dei problemi di nessuno", "lavori solo per arrivare al 27 del mese", "pensi prima di tutto a se stessa", "si scordi il cornetto al bar", " dimentichi i locali fumosi e troppo chiusi"...

Lo sapevo che io non ero fatta per la palestra, l'anno in cui finalmente riesco ad andare con continuità, arriva il medico che me lo vieta. Vorrà dire che ricomincerò con le corsette a Villa Ada, anzi vorrà dire che mi trasferirò a Villa Ada, mangerò, leggerò e dormirò lì, così eviterò gli spazi chiusi.

Con questi semplici accorgimenti torni tra me da un mese e vediamo se va tutto bene. Semplici accorgimenti un corno. Poi vado in farmacia con la lista di creme e shampi e antistaminici e spendo la modica cifra di 85 euro. Senza contare gli eventuali trucchi da signore ricche da comprare.(e non posso entrare in profumeria, cioè posso entrare, ma non posso comprare niente. ah, che tragedia.)

Avevamo detto niente stress. Dato che non posso eccedere neanche con l' enogastronomia, credo mi darò allo shopping selvaggio. Senza sensi di colpa.


25/04/10

7

New York

Magari uno pensa che vai a New York per farti sorprendere dai grattacieli, invece quello che ti sorprende di questa incredibile immensa città è che dentro c'è tutto il mondo. Tutti i mondi in uno. Vagoni della metro di giapponesi, neri, ispanici, europei e americani, cortili degli asili con bambini senegalesi che rubano la palla a bimbe cinesi in lacrime rincorse da scattanti ometti dell'est. Queste immagini sono quelle che piu di tutte mi toccano l'anima e mi fanno sognare, che un giorno anche il nostro Paese sarà così ricco culturalmente. Un giorno lontano, forse, ma un giorno sarà.

New York è quella città dove tutti corrono e ai semafori ti sembra di sbattere contro un muro umano, è quella città dove nella furia che impazza, tu sei ferma con la mappa in mano e la gente si ferma a chiederti se ti serve una mano e ti commuovi quasi a pensare che c'è gente che offre spontaneamente aiuto in questo viavai di piedi e mani. New York è le vetrine accattivanti della 5th Avenue, le 30 reti wireless che prende il tuo Ipod touch e i magnific public spaces per strada, dove con la tua brown bag ti fermi a pranzare.

New York è le magnifiche atmosfere rilassate di Greenwich e West village, dove le case con le scale anticendio sono circondate da alberi e persone che si muovono in bici. New York è l'atmosfera viva dell'East Village con i suoi innumerevoli giapponesi ed etnici e bar uno accanto all'altro. New York è andare da Wholefoods e farsi la scatola di cibo indiano da mangiare al parco nelle aree pic-nic, prendere il pineapple juice da Gray's Papaya e osare con un hot-dog al carretto.

New York è prendere slices di pizza dietro casa da Joe's Pizza e leggere che sono le slices preferite di Ben Affleck, incontrare in metro Robin di How i met your mother e scoprire che dal vivo è molto piu carina che in tv, è scontrarsi con Jovanotti mentre passeggi e scoprire leggendo il Village voice che suonerà due giorni dopo e che purtroppo tu non ci sarai. New York è leggere il Village Voice e trovarci l'oroscopo di Brezny!

New York è camminare come matti per una settimana, restare a bocca aperta, avere il naso puntato all'insu e gli occhi che vorrebbero fotografare tutto. New York è salire in alto alto di sera e sentirsi piccoli piccoli in mezzo a tutte quelle luci, è restare bloccati sul ponte di Brooklyn perchè sta passando il Presidente. New York è piena di persone che fanno cose da sole, cenano sole, cantano da sole, ballano da sole, e non capisci mai se sono matte o semplicemente libere di essere.

New York è stare una settimana e rendersi conto che avevi appena iniziato a conoscerla.


15/04/10

2

-1 to Ny

Stai lì a fare liste, depennare col mouse, aggiungere roba, togliere, fare, disfare quando poi il giorno prima della partenza realizzi che l'unico vero ostacolo tra te e l'America sta nella cartellina trasparente con i passaporti e i biglietti.

Allora la metti in borsa già da ora, ma ogni tanto vai a controllare che ci sia ancora, hai paura che si smaterializzi da un momento all'altro. In certi posti, senza un passaporto, non sei più nessuno.


11/04/10

5

Tracce di un week-end

Un concerto inculonia, ai confini tra Roma e tutto il resto, suoni irlandesi e canzoni andate in shuffle su Itunes chissà quante volte, le patatine fritte che ballano sullo stomaco mentre saltiamo come matti e il caldo del birrificio ci assale. Un cunicolo di strade da cui in cinque non si riesce ad uscire e passare mezz'ora a fare il giro degli stessi 5 isolati, sempre con le stesse macchine dietro, cercando la miracolosa apparizione di un qualsiasi segnale per Roma.

Tremila mail che arrivano, risposte, prenotazioni, zone, prezzi, depositi da stabilire e in tutto ciò, tra una settimana saremo a New York, ma non ci è ancora chiaro dove. Tra Peter, Marion, Lizzie e company mi sono vista sfilare davanti tante di quelle prenotazioni di appartamenti che ora sarò conosciuta tra i Newyorchesi come la sòla delle case.

Una festa di compleanno tra fragole, kiwi e panna e preparazioni clandestine di addii al nubilato condite da conversazioni su ipotetici vestiti/scarpe/borse da indossare. Il ritorno sul motorino col vento fresco che ci sbatte in faccia e la domenica mattina mi sveglio con un artiglio di gatto che mi trapassa la testa. Il micio è tenero perchè mi lecca i capelli, ma per trovare l'appoggio, mi sfonda il cranio.

Io mi lamento ché mi fa male, lui si lamenta perchè mi lamento. Omo si lamenta perchè ci lamentiamo. Tra 5 giorni ci aspetta l'aquilone per New York. Da oggi inizia ufficialmente il countdown.


06/04/10

3

Spring is here

Finalmente è Aprile. Per quel che mi riguarda, la primavera inizia quando le vetrine della Benetton diventano di mille colori. Io adoro questo periodo dell'anno. Il pieno della primavera, la sensazione di rinascere insieme agli alberi, il countdown per le passeggiate in villa, i colori da sfoggiare, la fine di alcune cose che corrisponde sempre con l'inizio di altre cose. (che non sai mai prima quali sono ma tu sai che arriveranno e il pensiero ti fa sorridere).

Un viaggio sognato da tempo che si avvicina, l'amore che respiro, l'ottimismo che mi avvolge, l'entusiasmo per tutto quello che sarà. La ceretta da fare il prima possibile e la valutazione annuale dell'acquisto di una crema anticellulite che puntualmente anche quest'anno non comprerò, l'irrefrenabile impulso di comprare infinite paia di scarpe che dicono "è primavera"!


27/03/10

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Love you so much, mum

Mamma ti amo, perchè i bottoni che metti tu alle giacche non si staccano mai, i miei ricadono ciclicamente. Ti amo perchè sai esattamente quello che mi piace e quello che non mi piace, e nonostante ciò, dopo quasi 30 anni continui a confonderti. Giuro che a me non è mai piaciuto l'aceto di vino a palla nell'insalata. Lo sopporto, ma non mi piace.

Ti amo perchè non faccio in tempo a chiederti un favore che me ne hai già fatti 5, allora io non ti chiedo più niente perchè non voglio che ti stanchi ma tu dici che ti fa felice stancarti per me e allora capisco che come mi ami tu non solo non mi amerà nessuno ma forse neanche io sarò mai in grado di amare. Tu hai un cuore troppo grande che a confronto quelli degli altri sembrano sempre meschini.

Tu perdoni tutti, io mi rotolo nelle ferite che non so leccare.Tu dai senza pretendere, io dò, ma poi se non ricevo, soffro e mi rotolo nella delusione. Tu sopporti tutti, io mi sforzo ogni giorno di ingoiare rospi e più vado avanti più mi rendo conto che io non sono buona a ingoiare rospi, mi sembra di violentarmi, divento infelice. Porto nel cuore un'utopia destinata ad essere delusa.

Dici che mi aspetto sempre troppo da tutti. A me quello che mi aspetto non sembra troppo, mi sembra il giusto, poi però mi dicono che è troppo, e allora, penso a quello che mi hai dato tu, a quant'è grande e capisco che io non merito poi così tanto, le persone come te invece sì che si meritano tutto.


23/03/10

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Differences

In due giorni, due vecchie compagne di comitiva delle vacanze anni 90 mi hanno ritrovato su Facebook. Entrambe, immagino casualmente, appaiono in foto con in braccio un bambino. Ormai ci ho fatto l'abitudine, le amicizie di vecchia data appaiono tutte figli-dotate oppure fanno tutte le baby-sitter. Mi chiedo sempre se il figlio sia capitato o premeditato, così per curiosità. Loro mi sembrano felici, io non lo so se a loro sembro felice dato che non ho un bambino nella foto, in compenso mi sento già vecchia e stanca senza e non ho nessuna voglia di procreare. Così, per dire.


15/03/10

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Che culo!

La Peugeot mi ha mandato una letterina per avvisarmi che sta richiamando la mia macchinina per un difettuccio all'acceleratorino. A me sembrava andare a meraviglia fino a ieri. Per la legge di Murphy, inchioderò sulla strada da casa al concessionario, tamponerò la macchina della polizia e prenderò 4 vecchiette in un colpo solo Poi farò causa alla Peugeot, diventerò molto ricca e comprerò un attico dove dico io.

Ok, la smetto, vado a lavorare.


12/03/10

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Some days

Certe mattine ti svegli e vorresti restare a letto a riflettere sul senso della vita, a leggere libri che ti illuminano l'esistenza mentre fuori piove. Invece poi ti alzi, leggi le mail e inizi a lavorare. Il gesto forzato ti carica addosso quella malinconia ancestrale che ti avvolge senza motivo e che non ha origine,nè un inizio o una fine. Senti che vorresti cristallizzare il presente, ma che per quanto tu lo rincorra, perdi sempre il passo. Resti indietro mentre le cose vanno avanti e ti sembra che il tempo non sia mai giusto con te.


06/03/10

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Il primo rinnovo della patente non si scorda mai

Il 28 febbraio 2010 mi è scaduta la patente. Appresa la notizia, la mia prima (ovvia) reazione è ommiodddio sono già passati dieci anni! Guardo quella tessera, c'è la mia firma sbiadita e mi stupisco a notare che non ha niente a che fare con la mia firma di oggi. Guardo quella foto con quegli insulsi capelli a caschetto che mi era venuto in mente di fare a 18 anni (dio solo sa perchè) e quella maglia dell'adidas blu a strisce bianche che faceva troppo in allora e non mi riconosco. D'un tratto come una spada nel fianco mi affiora vividamente alla mente quel giorno di dieci anni fa. Il giorno in cui, con mia grande sorpresa, mi consegnarono la patente nonostante io mi sentissi molto piu vicina al concetto di pericolo pubblico che a quello di neopatentata.

Quella fototessera venuta malissimo, nell'ebbrezza della gioventu, io l'avevo sottovalutata poichè avevo erroneamente decretato che tanto dopo 10 anni avrei dovuto rifarla. Il primo trauma è scoprire che al rinnovo della patente la foto non si cambia affatto e che quindi per almeno altri 10 anni sarò costretta a esporre quell'orribile taglio a caschetto con le mollette. Il secondo trauma è chiedersi se mai si cambierà quella foto, con improvvisa deduzione che quello scatto forse me lo porterò fino ai 50 anni e oltre, a meno che io non faccia finta di perdere la patente per poi rifare tutto e crearmi una nuova identità. Mi sembra palese oggi, che quel taglio a caschetto è stata la piu grande cazzata che abbia mai fatto entrando da un parrucchiere. Quella foto vive come un monito sulla mia tessera rosa.

Il terzo trauma è farmi venire in mente il momento del ritiro della patente, quel giorno di 10 anni fa: quando, nel lontano 29 febbraio 2000, guardando la data di scadenza del 28 febbraio 2010 mi sono chiesta: chissà come sarò tra 10 anni. Mi immaginavo come una specie di signora probabilmente mezza vecchia, sposata e quasi madre, con un lavoro da donna in carriera e tante certezze intorno.

La novità è questa: i dieci anni sono passati, io non mi sento vecchia, e mi irrito ancora se il barista mi chiama signora, non sono sposata e tantomeno madre, però sono innamorata e convivo, ho un lavoro (anche due) che mi piace tanto, ma nessuna certezza nella mia vita. Tanto che non scommetterei neanche un centesimo sulla mia residenza tra 10 anni.

Però, sono serena e questa domanda fondamentale a 18 anni non avevo avuto l'acume di pormela.

In compenso, non ho mai piu fatto un taglio di capelli cosi orribile in vita mia. E ho smesso di chiedermi come sarò tra 10 anni. Perchè ho capito che il passato è una cosa fatta per sentirsi migliori dopo e il futuro è quella cosa che tu non devi chiedere mai come sarà, perchè il punto in cui cammini e sorridi e ti scosti i capelli dal viso, è il presente.

La vita insegna.


02/03/10

9

In the city

Mi accorgo di essere in terra natìa non appena arrivo. Mio padre, nella strada dalla stazione a casa, si ferma tre volte agli angoli delle strade a comprare dai trerrote ambulanti. Prima 20 carciofi a 3 euro, poi un chilo di finocchi a 50 cent e poi un chilo di arance ancora a 50 cent. I miei tentativi di emulazione romani fatti di gruppi di acquisto e chilometri in macchina macinati per andare nei mercati locali mi sembrano così patetici.

La mia provenienza da terra contadina nella città è destinata alla frustrazione eterna.
Hai voluto la bicicletta...
Pedalo, pedalo.


24/02/10

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Contro natura

Perfino la ginecologa, visitandomi, mi ha detto che sono affaticata. Il che, vista la natura della visita, un po' mi inquieta. Ha aggiunto che l'inverno per il nostro bioritmo dovrebbe essere la stagione del riposo, come per i semi e per gli animali in letargo. Ora capisco perchè la mattina faccio fatica ad alzarmi,perchè in un mondo naturale io dovrei dormire. Vivo contro natura. Invece il gatto no, quando è stanco, si accascia sul piumone e lì rimane. Ci piacciono così tanto gli animali domestici perchè fanno la vita che noi non possiamo fare, loro sono liberi, noi siamo imbavagliati nella società.

Ho la sventura di prendere l'autobus all'orario di uscita dalle scuole. Faccio un viaggio di mezz'ora con una marmaglia di adolescenti in subbuglio e mi chiedo se anche io ero così vanesia o se è una prerogativa dei ggiovini del 2000. Faccio considerazioni da non giovane, sarà l'affaticamento.

Per defaticarmi, baratterei volentieri il letargo con un viaggio a New York.


16/02/10

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Qua qua

Non credo mi faccia molto onore dichiarare che ogni volta che tu sei via, io, prima di andare a dormire, sistemo nel letto il mio papero gigante super kitsch*. Al posto tuo.

* Il papero gigante è un tuo regalo pasquale irlandese che avevo lasciato in adozione ad amici residenti in quelle terre e che un anno dopo il mio abbandono, tornata per saldare conto in banca, ho ripreso dai genitori adottivi. Siamo riusciti a rimpatriare quel mucchio giallo peloso grazie a un sacco sotto vuoto, un'aspirapolvere e mezz'ora di tentativi di inserimento nel trolley.

Quel papero è un eroe e i sacchetti sottovuoto sono una droga. A volte vorrei mettere sottovuoto anche la mia scatola cranica. Ma poi non credo si noterebbe la differenza.


10/02/10

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Denti

Il sogno che non voglio rifare è quello che rifaccio.
Ancora una volta, sogno di perdere i denti. Sempre gli stessi, i due centrali superiori.
Mi sveglio angosciata. L'immagine di me con la bocca spalancata davanti allo specchio sembra uscita da un fim sul quale i politici si scannerebbero per il divieto di visione ai maggiorenni.

In ogni caso, la giornata inizia con un respiro di sollievo. Appena mi sveglio, la prima cosa che faccio, con gli occhi ancora chiusi, è toccarmi i denti, uno per uno.
Pare ci siano tutti. Non mi fido, tocco ancora una volta.

Resisto al fare le telefonate di rito a casa per assicurarmi che stiano tutti bene e che tutto è uguale a ieri. Mia nonna è convinta che se sogni di perdere i denti, allora ti muore qualcuno di caro a breve.  Per tutte le volte che l'ho sognato, avrei dovuto avere il deserto intorno a me.

Ciò non toglie che preferirei fare altri tipi di sogni e che è giunta l'ora di prenotare questa dannata pulizia dei denti che rimando da mesi.


03/02/10

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Lines seta ultra

Ormai da un po' di tempo a questa parte, gli assorbenti lilla più amati dalle donne esibiscono sulle bustine delle frasi a tema "ciclo". Una si siede sul water, sicuramente scazzata e imbruttita causa arrivo mensile e legge le chicche di saggezza.

"Durante il ciclo è preferibile non eccedere nel consumo di latticini". Oltre ai dolori cane, ora mi vuoi togliere pure la mozzarella di bufala? E il perchè, non me lo dici? Poi, subito dopo, un invito esplicito ad abbuffarsi di cioccolata: "Lo sai che il cioccolato stimola la produzione di serotonina, l'ormone della felicità..?" Sì, forse lo so, ma so anche che se mangio chili di cioccolato per 5 giorni, poi tra i brufoli, il cagotto e la ciccia, la felicità me la fai tornare tu e mi dici come.

In ogni caso, la domanda che più mi sta sulle palle è questa: "Lo sai che è possibile limitare la sensazione di gonfiore durante il ciclo mestruale?".
Una domanda fondamentale senza risposta. Cioè questa è la domanda della vita, la fai ad una persona che in quel momento si sente una mongolfiera obesa e cosa fai, piccola stronza bustina lilla, non dai la risposta, non ci dici come?

Hai scoperto che c'è una soluzione, ma te la vuoi tenere per te e vuoi far rosicare milioni di donne.
Ma vaffanbagno, va.


26/01/10

9

Small things

Quello che mi chiedo , ogni volta che ci passo davanti, è come fa a campare la macelleria equina di quartiere: dentro non c'è mai nessuno. E ti credo, in quanti abitualmente si recano di proposito a comprare carne di cavallo? Io non ne conosco nessuno. Un altro mistero è come facciano a campare quei vecchietti delle drogherie che vendono pasta e sughi ai prezzi strabilianti senza bastare a se stessi. Sì se ti serve il sugo, no se vuoi un ammorbidente.

Nell'era della globalizzazione, del trionfo della grande distribuzione, ogni volta che passo davanti ad una piccola attività aperta, seppur deserta, intimamente gioisco.Se non fosse che mi fa ribrezzo l'idea di mangiare carne di mio minipony io entrerei apposta lì a comprare una bistecca di cavallo, come fosse una donazione, un gesto di sostegno. E pure al vecchietto che mi vende la pasta sì e il pesce no, io qualche volta, qualche euro glielo voglio dare.

Perchè secondo me se lo meritano.


25/01/10

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G.A.G

Pensavo che il trucco della sopravvivenza in palestra fosse andare ai turni mattutini con le signore di mezza età. Se l'istruttrice non avrà pietà di te, perlomeno lo avrà per le donne over50, dico io. E invece no, queste sportive sono proprio senza cuore, ti istigano anche quando hai il volto viola e la pancia che brucia e stai per svenire e loro.. ti intimano di "respirare"!

Chi ha inventato lo step poteva farsi anche i fattacci suoi quel giorno.


21/01/10

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Sammy, mai più senza

Da quando abbiamo comprato il robottino che pulisce da solo in giro per la casa, la nostra vita domestica è cambiata. Esco con il parquet infestato di tabacco caduto dal tavolino e di briciole disseminate in giro e torno che è tutto lucido e pinto. La fatina delle aspirapolveri è passata di qui.

Parlo con l'oggetto metallico, sostenendolo nel suo lavoro, dai ce la puoi fare, più a destra, più a sinistra e assisto al gatto terrorizzato che lo guarda come se fosse un ufo. Su youtube circolano video di gatti spericolati che ci salgono su e si fanno i giri, ma questi gatti spericolati io li vedo solo nei video, nella realtà qui c'è un ciccione che appena sente vrooom, si nasconde sotto il letto.

Per festeggiare, annuncio ufficialmente l'iscrizione in palestra, obiettivo raggiunto del 2010. Prossimo obiettivo: andarci.


09/01/10

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Duemila e 10

Il 2009 va via con un iPhone annegato nell'acqua rovesciata nella mia borsetta, con i soliti numeri che ciclicamente perdo e lentamente riconquisto e con meno voglia del solito di passare in rassegna l'anno passato e mettermi a fare bilanci e dare i voti. Questa volta mi sento fortunata, chè dacchè io ricordi non c'è mai stato finora un anno da dimenticare, orrendo, permeato interamente dalla tragedia, anzi, tutto sommato non ho un granchè di cui lamentarmi, a parte la solita roba degli italiani.(lavoro, precari, casino, no futuro e bla bla)
Per questo, diciamo che mi ritengo fortunata e mi tengo stretta questi anni nel complesso sereni con la paura serpeggiante che i prossimi non lo saranno altrettanto. So che è una ruota che gira e che prima o poi toccherà anche a me, io spero il piu tardi possibile che entri la sofferenza atroce nella mia vita.

Eppure quest'anno inizia che mi sento fiduciosa. Sento che accadranno cose belle e stranamente ho meno paura del solito di crescere, per non dire invecchiare, ma diciamo di no, che mi tengo questa licenza poetica fino a che non compio i 30. Forse dovrei iniziare a considerare l'idea di usare un gel contorno occhi.