Parigi è un volo prenotato a fine agosto, un albergo in regalo per il compleanno e una partenza in ottobre, un ottobre che sull'abbronzatura triste del rientro sembrava così lontano e inimmaginabile.
Parigi è una partenza che ci confermiamo qualche settimana prima e un viaggio che parte da due case diverse, è accorgersi il giorno prima che il volo che credevi prenotato non lo era affatto, che l'albergo aveva già addebitato il costo delle notti. Parigi è precipitarsi a casa tua col portatile la sera prima e cercare disperatamente un volo accessibile per il giorno dopo. Parigi è trovare il volo con una compagnia francese che non sapevi esistesse fino a qualche minuto fa, prenotare e andare a dormire.
Parigi è il freddo natalizio che mi accoglie, rimpiangere la sciarpa che non ho, resistere alla tentazione di comprare un paio di guanti, camminare camminare, trovare un ponte con i lucchetti e chiedersi se Moccia con la storia di Ponte Milvio a Roma abbia copiato da Parigi o viceversa. Ma l'idea che Parigi copi Moccia la trovo così raccapricciante che spero vivamente sia la prima opzione.
Parigi a volte è strade troppo larghe, spazi tanto aperti, fiume gigante, che se vieni da Roma, un po' ti sembra che te l'abbiano ingrandita e messa lì, su un'altra scala. Parigi è le file chilometriche che non faremo , le stradine di Montmartre, le crepès al cioccolato che mi macchiano le mani, le baguette noncuranti dello smog che vanno a spasso senza sacchetto per la città, le signorine tutte tacchetti e gonne che sfrecciano in bicicletta e culi alti e occhi chiari che incroci per le strade.
Parigi è passeggiare per Saint Germain, rinchiudersi in una crepèria silenziosa e intima, bere vino bianco, parlare un misto di inglese-italiano-spagnolo a seconda dell'interlocutore che hai davanti, mangiare libanese e scoprire che hai evitato per un pelo di ordinare agnello crudo, incontrare un tunisino con il trench che ci chiede di accendere e che immediatamente dopo ci chiede di andare a bere qualcosa da lui in albergo, declinare l'invito, fare colazione con un pain au chocolat, altrimenti conosciuto come saccottino, i cessi a pagamento e per giunta sporchi anche al Mac Donald's, altrove felicemente noto per avere cessi gratis e puliti.
Parigi è cercare la tua mano e sentirti piu vicino. Avere voglia di farmi a gomitolo, rinchiudermi tra le tue braccia e sentirmi dire che everything is going to be all right.
19/10/10
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Parigi
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Parigi è... un posto in cui vorrei andare.
RispondiEliminaParigi forse è un bel modo di ripartire...
RispondiElimina(sto piangendo. muoio dalla voglia di rivedervi felici. e amo parigi.)
RispondiEliminaNo searching, non voglio farti piangere, non basta l'autunno già di per sè?:)
RispondiEliminaun abbraccio a tutte!
mmmhh...mi sa che mi manche qualche pezzo :( Comunque sia, non pensare con tristezza al trasloco, pensa che stai cominciando qualcosa di nuovao...che potrebbe anche essere molto meglio di quanto ora tu possa o voglia immaginare. Dovrei. :))
RispondiEliminaciao raggio!!!
RispondiEliminaè lunedì, è autunno, e piove, c'è da aggiungere qualcos'altro?:)
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