10/03/09

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A sort of job

Ho iniziato a recarmi quotidianamente in una grande struttura in cui mi aggiro col tesserino da visitatore. Ho imparato a fare la strada dalla stanza al bagno più vicino e dalla stanza al bar. Ho provato a capire la pianta dell'edificio, ma mi sono sistematicamente persa, per cui ho cessato la fase esplorativa.

Sono circondata da persone con una formazione diversa dalla mia, persone che se vedono un simbolo matematico non scappano a gambe levate, come me. Il mio infilare le cuffiette assume già i contorni dell'atto sovversivo, ma limita la possibilità che in un momento di euforia io mi sbrachi e inizi a sparare cazzate.

Il lunedì mattina il mio motorino fa 50 metri e si spegne, la tragedia è compiuta. Lo trasciniamo nell'officina più vicina e lì giace in attesa di una diagnosi. I mezzi pubblici a Roma mi stanno sfiancando, rivoglio il mio amico a due ruote al più presto.

Sull'ameno bus che mi conduce dai pozzi di scienza, finisco sempre per sedermi accanto a persone gigantesche che invadono il mio posto senza ritegno, prendendomi a borsate, gomitate e spallate. Le mie occhiate non hanno effetto, devo rivedere la mia mimica facciale.



3 commenti:

  1. mamma mia, la matematica! :-S
    per l'autobus armati di ombrello e ficcaglielo nei fianchi.
    Baci

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  2. mezzo lavoro è meglio di nessun lavoro.
    brava! e dai un bacino al motorino :)

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  3. Certo che nelle città in cui è presente la metropolitana, tutti i racconti sui bus sono terrificanti!
    E per quel che riguarda la matematica...non posso dire nulla, studi umanistici e mi occupo di contabilità. Però la odio...è un'attenuante??

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