27/07/11

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Forse

L'anno scorso, in questo periodo, il mondo intorno a me stava crollando un pezzo alla volta e io assistevo attonita allo spettacolo devastante con un macigno sullo stomaco. Ho passato l'estate sdraiata al sole tra le macerie di casa mia, come i gatti sornioni sdraiati sugli scavi di Torre Argentina.

Quest'anno le mura intorno a me sono tornate su, il mondo si è ricostruito e ho la sensazione di camminare in un sentiero, di non essere più fuori strada, fuori tempo, fuori mano. Forse, ho imparato a fare qualche curva senza sbilanciarmi troppo e cadere. Forse ho imparato ad amare anche il dolore di una caduta e delle ossa rotte quando ho visto che eri lì in piedi a porgermi la mano.

Eppure, sono mesi di domande, di paure, di non so bene cosa mi aspetta in futuro. Sono mesi in cui passo al vaglio le aspirazioni e le aspettative che avevo un tempo e non so qual è la distanza tra quei pensieri e la realtà. Non so più qual è il divario da colmare, ho perso la prospettiva.

Ho paura di non valere come pensavo un tempo, ho paura di essermi sopravvalutata, sento che ho perso la sana fiducia in me stessa e la sensazione che tutto può succedere. Ho capito che il ritorno in questo Paese, giorno dopo giorno,  è stato complice senza attenuanti di questa sensazione. L'aria è impregnata di storie in cui hai il sentore che il sacrificio e lo sforzo non garantiscano mai il risultato meritato. Perchè viviamo in un posto che è marcio dentro, nelle viscere. Perchè il mal comune mezzo gaudio non mi piace, perchè quale razza di gaudio c'è a vedere gli altri che stanno male? Vorrei vedere il bene comune, quello sì che è mezzo gaudio.

Non mi piace sentirmi dire che non posso lamentarmi, perchè ho dietro di me tutta una schiera di disperati che stanno peggio. Non mi piace, perchè con tutto il rispetto e l'empatia che provo per chi sta peggio, questo è l'inganno che ci tendono da tempo, è questo che ci porta ad accontentarci, invece dobbiamo esigere di più da questo posto. Riprenderci quello che è nostro.

Per cui mi sono chiesta, ma vuoi ripartire? E mi sono risposta di no, che restare e incaponirsi per assistere alla rinascita di ciò che amo è un atto di amore molto forte che, in questo momento, sento mio.
E ho scoperto che io questo paese lo amo e per questo voglio essere qui, per vedere succedere intorno cose belle e gioirne. Perchè voglio crederci.

Dunque resterò, finchè non riusciranno a togliermi la speranza.


2 commenti:

  1. Ma è bellissimo questo post, perchè nessuno ha aperto ancora bocca?!"L'aria impregnata di storie in cui hai il sentore che il sacrificio e lo sforzo non garantiscano mai il risultato meritato..",sei tu, io e sono sicura tante altre persone che si lasciano coinvolgere perchè sanno voler bene non solo alle persone ma ai paesaggi,la cultura,l'atmosfera del proprio paese. Ma dimmi, come si fa se ne disprezzi la mentalità?? Sono stata via due anni,a Dublino, tornata nell'estate 2009 perchè le emozioni che mi dà il mio paese quando lo guardo non le ho trovate da nessuna altra parte, ma dopo due anni di lavoracci e vita in provincia mi sento tarpata, i soldi certo che sono sempre un problema, ma soprattutto è la speranza di vivere con passione, amando quel che fai,che è quel che conta,a mancarmi come l'aria,mi appare sempre più fuori dalla mia portata,troppo ardua..fa molto male..disorientata,timorosa di essermi sopravvalutata,come te!Quest'aria mefitica tutta italiana di sconfitta, di immutabilità,di categorie privilegiate senza un perchè,lavoretti vuoti e da fame per il popolino,la mancanza di chiarezza e trasparenza ,siamo 4 giovani in croce bistrattati,e i vecchiardi belli fermi sulle loro poltrone...Io non so se resto. Baci (metto anonimo perchè non ho un blog)

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  2. http://youtu.be/Gj33hGHAQFg

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